Oggi è il mio ultimo giorno a Venezia. Domani avrò il tempo di guardare il primo film della mattina e poi dovrò correre alla stazione per prendere il treno che mi porterà a casa.
Oggi voglio perciò (come si suol dire) godermerla e vivermela con i miei tempi, assecondando tutte le mie voglie e necessità. Come cominciare bene quindi, se non andando a vedere "Hacksaw Ridge" di Mel Gibson fuori concorso? Infatti così come ieri sera avevo la necessità di un film di animazione per allentare la tensione, oggi ho bisogno di una sana americanata con tanto di ammazzamenti, sparamenti, e scene splatterone di gambe frattagliate, condito tutto dalla consueta retorica che siamo abituati a vedere in questi film.
Penso sinceramente che film come quelli di stamattina siano del tutto inoffensivi e di pura evasione, sono film figli di un genere cinematografico che ha reso grande quest'arte. I cowboy con i cappelli bianchi per definire i buoni e i cappelli neri per i banditi sono sempre esistiti, i cattivi con la pelle differente da quella bianca idem, quindi non mi scandalizza se ancora oggi esistono film con uno stile narrativo retorico sì, ma dalla struttura classica. Perciò dico senza vergogna che mi sono divertita a seguire le vicende del soldato Desmond Doss, primo obiettore di coscienza nella seconda guerra mondiale ad essere decorato con la medaglia d'oro del Congresso, la massima onorificenza di guerra. Mi sono divertita proprio nelle scene più kitch (una bellissima in cui Doss ferito chiede al suo compagno di cercargli la piccola bibbia smarrita nel campo di battaglia di Okinawa...con ancora la battaglia in atto naturalmente), ma io su certe cose non faccio testo, è che ho bisogno della mia dose giornaliera di trash, troppo intellettualismo (della domenica è il caso di dirlo) mi da alla testa, mi deprime.
Anche stamani i tempi tra un film e l'altro sono stretti stretti. Ringrazio sin da ora in miei compagni che mi tengono d'occhio dandomi le dritte sugli orari e le sale dei miei film in programma. Io tendo a perdermi, a far confusione ad attraversare senza guardare.
Il secondo film è "El ciudadano ilustre" di Mariano Cohn e Gaston Duprat, film in concorso. Commedia argentina molto divertente ma dal sapore amaro. Ancora una volta il concorso ci offre una riflessione sull'arte e sul suo significato (o senso) nella società di oggi. Una riflessione su quanto si sia influenzati da etichette e onorificenze di facciata, a scapito di una reale comprensione su quello che può essere il vero significato di un'opera artistica. Ho riso di cuore per le trovate grottesche che i due registi hanno saputo escogitare per trattare la storia in maniera leggera e originale. Ottimi i dialoghi e bravissimo il protagonista Oscar Martinez.
Esco dal cinema con la voglia irrefrenabile di un piatto di lasagne. Me le visualizzo quasi, ne assaporo la consistenza e mi immagino già la temperatura: non troppo calde ma nemmeno fredde...insomma ho fame. Purtroppo niente lasagne per me ma il solito panino di gomma che nemmeno riesco a finire.
Viziarmi, questo il mio motto della giornata. Prendo un caffè con Spaggy, lascio Eight e Supa al loro terzo film, Alan l' ho dato per disperso lo ritroverò a casa stasera...a orari improbabili. Sembra impossibile ritrovarsi da soli in mezzo a tanta confusione eppure mi trovo con del tempo a disposizione solo per me che credo lo spendero' in parte in sala stampa (isola felice per riordinare le idee), in parte qui in giro fino all'appuntamento con Spaggy per l'ora del cicaleccio davanti al Grande Hotel Excelsior.
Con Spaggy ci sediamo al solito posto dedicato ormai al consueto chiacchiericcio su chi passa e chi va, su chi entra e chi esce. Star e starlette si susseguono, decidiamo di entrare nella hall del Grand Hotel per respirare più da vicino l'aria di mare e cinema. Lo devo dire io e Spaggy formiamo una coppia che funziona: lui ha il fiuto io la faccia tosta. È Spaggy che infatti si accorge della presenza di Rocco Siffredi sulla terrazza dietro di noi; ma sono io che come una anguilla mi insinuo tra gli ospiti e i fans per fotografarmi con lui, attiradone l'attenzione con una frase ambigua (che non dirò ovviamente, se Spaggy vuole la potrà usare contro di me in futuro). La frase ad effetto funziona, Rocco glissa la signora davanti a me e ci facciamo questa simpatica foto che condivido con voi.
Ci tenevo come quota rosa del sito ad incontrare Rocco Siffredi, visto che domani non potrò vedere il film su di lui: "Rocco" di Thierry Demaiziere e Alban Teurlai per la Giornata degli Autori, perché per quell'ora sarò già in partenza.
Dopo il momento delirante che devo dire ci ha suscitato molte risate, ritorniamo seri e raggiungiamo gli altri del gruppo per vedere "The Untamed" di Amat Escalante film in concorso. Sapevo che questo film (almeno sulla carta) non era per le mezze misure: o era bello bello o non lo era per nulla. Purtroppo è la seconda ipotesi che per quanto mi riguarda ha la meglio. Un'accozzaglia di simbolismi e situazioni create ad ok per giustificare una bozza di ideologia poco chiara; personaggi e situazioni senza ne' capo ne coda; la presenza di un alieno non ben identificato e poliposo, tutto confuso e per nulla sviluppato, una gran confusione insomma.
Sinceramente questo ultimo film mi fa passare la voglia di vederne un altro e decido così di tornarmene a casa.
Questa sarà l'ultima sera che passo a Venezia, devo preparare la valigia che come al solito quando si torna non si chiude mai come quando si parte. Ho un libro in più da portare via con me, il libro da cui è stato tratto il film che più mi è piaciuto di questo festival (ma anche di questo ultimo anno probabilmente): "Animali Notturni" di Tommaso Ford. Anche quest'anno porto via con me da Venezia un film speciale, ora corredato da un libro speciale dal quale (mi accorgo ora che ne scrivo) non mi sono separata per tutto il pomeriggio.
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