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Diario di bordo da Venezia : giorno 1
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Oggi comincia il vero Festival,  così per come lo intendono tutti. Dormire in un letto nuovo, in una camera che sembra quella de "La casa dalle finestre che ridono" non aiuta certo a prendere sonno velocemente, così con sole poche ore di dormiveglia sulle spalle, mi preparo a quella che sarà la prima giornata di visioni. Il gruppo di Filmtv.it è  al completo, con Alan arrivato al volo che prende il primo pullman della mattina grazie ad un fortuito guasto (per lui). Finalmente tutti accreditati prendiamo posto nella Sala Darsena per il film di apertura "La la land" di Damien Chazelle.  Ci sediamo nella solita fila che usavamo occupare l'anno precedente...e lo confesso: mi emoziono.

Non ero convinta del film, come al solito ero partita prevenuta nonostante Supa la sera prima me ne avesse cantato (è proprio il caso di dirlo) le lodi. È bello ricredersi dopo solo pochi minuti, il film è  subito trascinante e coinvolgente. A chi non piacerebbe cominciare a ballare prima delle 9.00 del mattino nel bel mezzo di un ingorgo nel traffico?  E magari incontrare l'uomo dei sogni  che ha quella faccia da figo "maledetto" di Ryan Gosling?  Ma il film mi ha conquistato soprattutto per la carica di energia adrenalinica  che riesce a infondere, e per quella dose di romanticismo hollywoodiano anni '40 che ho sempre adorato.  In effetti il film è  tutto  un tripudio alla grande Hollywood di un tempo e ai miti che l'hanno resa tale. È una miscela di nostalgia mista a rimpianto?  Già con "Ave Cesare" dei fratelli Coen si era visto un omaggio ai bei tempi che furono... si respira aria di nostalgia nella vecchia Hollywood?  O è sempre il mio stato  d'animo traballante che mi fa vedere le cose così?  

Spirito che traballa sempre meno una volta uscita,  e asciugata le lacrimucce che immancabilmente mi escono nelle ultime sequenze, mi lascio traviare subito da Spaggy che mi fa scegliere un caffè piuttosto  che un secondo film (di cui non ero per altro molto  convinta).

locandina

La La Land (2016): locandina

I controlli al festival sono frenetici, gli addetti alla sicurezza controllano i nostri pass ogni 3 passi. Pass che hanno per altro le foto degli anni scorsi e che quindi riportano spesso le immagini di noi non troppo veritiere. Spaggy  ne è  l'esempio lampante. Quest'anno con un look completamente differente rispetto all'anno scorso cerca di spiegare all'addetto che è  proprio lui quello della foto con i capelli lunghi...ebbene la guardia ci confessa che si ricordava benissimo di quella foto e di lui versione "capellone"...il Festival è anche questo.

Non so come mai ma i minuti, le ore, il tempo cominciano subito a prendere un senso differente all'interno del festival, che diventa una vera e propria bolla temporale al di fuori da tutto il resto.

Un panino veloce e poi una lunga fila per il nuovo film di Kim Ki Duk "Geumul"(The Net) per la sezione "cinema nel giardino" che inaugura proprio la nuovissima sala Giardino. Nuova? Diciamo pure letteralmente da terminare, dato che una volta entrati e accomodati tutti gli spettatori  (era la proiezione dedicata solo alla stampa e agli accreditati), gli operai sono dovuti intervenire tempestivamente per avvitare le poltroncine che altrimenti cascavano in terra (poltroncine che anche una volta avvitate non sono risultate particolarmente comode).

Grazie ad una mossa fortuita, furbesca e "de culo", io, Spaggy ed Eigth riusciamo  ad essere i primi della lunghissima fila (tanto che veniamo fotografati anche dal sito ufficiale della Biennale), riuscendo così a posizionarci niente po' po' di meno che davanti a tutto il cast del film coreano  capeggiato da kim-ki-Duk in persona. Per quanto mi riguarda è sempre emozionante vedere il film in presenza di chi quel film l'ha fatto.

Un film duro e feroce che non si risparmia nell'evidenziare i contrasti di 2 realtà tanto differenti come quelle della Corea del Nord e Corea del Sud, che però riescono ad essere perfettamente identiche quando si tratta di utilizzare metodi coercitivi per ottenere (ognuno) il risultato che vogliono. Il pescatore protagonista di questa storia di ingiustizie è interpretato da un bravissimo Ryoo Seung-bum,  quasi irriconoscibile nel ragazzo piccolo e snello super tatuato che avevamo seduto dietro di noi.

Una volta usciti dal cinema corro velocemente nella sala accanto per accedere ai servizi, dato che nella nuovissima Sala Giardino si sono scordati di mettere il bagno...o forse stanno ancora avvitando i water, mi auguro che per il 2 settembre,  quando sarà proiettata la versione restaurata di "Zombi" di George Romero,  sia tutto pronto e funzionante.

Io e Spaggy ci mettiamo d'accordo per scansare  "Caffè"  di Cristiano Bortone per le giornate degli autori (che se lo vede in solitaria Alan) e optiamo per un vero caffè  al bar e un sano "cicaleccio" davanti al Grande Hotel Excelsior.  Una passerella di vere star e starlette che non vengono risparmiate dai nostri commenti e la bella foto con un disponibilissimo e sempre gentile Kim-Ki-Duk.

I minuti volano e raggiungiamo il resto del gruppo nella sala Darsena per "La luce sugli oceani" di Derek Cianfrance, in concorso.

locandina

La luce sugli oceani (2016): locandina

Qui rimando alla mia recensione e non ci spendo una parola in più.

Noa Koler

Appuntamento per la sposa (2016): Noa Koler

 

Senza mangiare di nuovo in coppia con Spaggy concludiamo la serata con il bel film "Un appuntamento per la sposa" di Rama Burshtein. La piccola sala Casinò che ospita la proiezione è glaciale e anche le poltrone sono molto scomode...ma il film merita qualche piccolo sacrificio.

 

L'ora è tarda, raggiungiamo il resto del gruppo divisi in altre sale per tornare alla tana  e condividere opinioni, yogurt e patatine. Domani? Domani è la giornata di Denis Villeneuve e del suo "Arrival" in concorso.

 

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