"Registi che contano" non ambisce, né può essere, una monografia compiuta ed esaustiva sull'autore ogni volta preso in considerazione; tenta piuttosto mettere in luce un cineasta e di presentarne l'opera cronologica che lo ha contraddistinto sino ad oggi. Autori che potrebbe essere interessante conoscere, e che, a giudizio di chi scrive, si sono distinti per un particolare stile o tecnica di regia, per le argomentazioni che caratterizzano la loro carriera ad oggi, senza necessariamente pretendere di attribuir loro il merito di raccontare cose nuove o mai viste.
Nicolas Roeg è nato a Londra il 15 agosto 1928. Ci ha lasciato il 23 novembre 2018. La sua prima esperienza col cinema risale ai tempi del servizio militare, che gli fornisce l’occasione per cimentarsi come proiezionista di film per pura passione, e senza mai aver frequentato in precedenza scuole o corsi di cinema.
Grazie a questa esperienza amatoriale, ottiene poco dopo un lavoro come duplicatore di film presso il Marylebone Studio dove impara anche le tecniche di montaggio. Ad inizi ’50 passa a lavorare presso i prestigiosi studi della Metro Gold Meyer, specializzandosi come assistente operatore e familiarizzando in tal modo con la fotografia; la svolta nella sua carriera avviene quando è assunto come direttore della seconda unità di fotografia nel film di David Lean “Lawrence D’Arabia del 1962, circostanza ed opportunità che lo rende noto nell'ambiente cinematografico inglese.
Viene infatti poco dopo scelto addirittura da Roger Corman come direttore della fotografia in La maschera della morte rossa (1964), poi da altri celebri maestri come Francois Truffaut (Farenheit 451- ’66), John Schlesinger (Via dalla pazza folla – ’67) ed altri ancora.
Nel 1970 avviene il suo passaggio alla regia con Sadismo, forte della presenza iconica di Mick Jagger, ma il talento cinematografico esplode l’anno successivo con lo straordinario “Walkabout – L’inizio del cammino”, che sfiorò la Palma d’oro a Cannes: un inizio del cammino nel vero senso della parola: quella del regista una lunga e variegata carriera ricca di titoli e di generi, percorsa spesso dall’ossessione dei protagonisti, uomini e donne, ossessionati spesso dalla ricerca di qualcosa: di un miraggio, di una chiamata, di una tragedia, di una missione da un pianeta lontano, dalla ricerca della ricchezza assoluta, di una donna che attrae in modo ossessivo, di una coppia celebre e disomogenea a prima vista improponibile assieme, di un’isola deserta in cui dal sfogo alle proprie pulsioni masochiste, di un figlio perduto e strappato via, e di molto altro ancora. Riuscite ad indovinare a quali film mi stavo riferendo?
Per quel che attiene la vita privata del regista, e di rimando molta della sua carriera anni ’80 e ’90, segnaliamo che Roeg dirige nel 1980 la splendida attrice Theresa Russell ne Il lenzuolo viola, se innamora e la sposa nel 1982, creando un sodalizio privato e artistico molto vivace, proficuo e variegato per entrambi gli artisti, che durerà fino al 2004.
Volete saperne di più riguardo a Roeg? Scorrete le brevi considerazioni su molti dei film che hanno caratterizzato la carriera del grande regista, visionati di recente, alcuni per la prima volta e, se volete, soffermatevi sulla recensione più specifica scritta poco dopo la visione: vi potrete accedere semplicemente cliccando sul titolo di ogni film.
Buona lettura.
Sadismo (Performance) Un boss londinese sadico e violento in fuga dopo un omicidio, trova rifugio nell'alcova che dà asilo ad una rock star a corto di ispirazione. Due individui che più diversi non si potrebbe, uniti dall'attrazione per 2 donne che fanno parte integrante di un menage a trois destinato ad allargarsi. Esordio interessante di un grande e stiloso regista.
VOTO ***1/2
Inizio del cammino (Walkabout)
Una ragazza ed il suo fratellino finiscono in balia delle forze e delle regole della natura.Aiutati da un indigeno che si prodiga per accompagnarli,i due cittadini imparano a coabitare in un paradiso incontaminato ma non esente da pericoli mortali ed insidiosi, tuttavia meno letali di quelli subdoli insiti nella società stressata che hanno lasciato.
VOTO ****
A Venezia...un dicembre rosso shocking (Don't look now)
Un cult anni '70, una Venezia che nessuno sapra' mai rendere piu' inquietante; un film piu' conosciuto per sentito dire che visto, un'opera fondamentale per un genere che necessita piu' di ogni altro di una costruzione efficace per mantenere fino in fondo quel sano livello di tensione e adrenalina che ne fanno un caposaldo del genere.
VOTO ****
La "caduta" sul pianeta, e poco dopo la vorticosa ascesa "gerarchica", di un extraterrestre che sfrutta le proprie conoscenze per arricchirsi: ma non per uno scopo fine a se stesso, bensì per soccorrere i suoi cari ed il suo pianeta da un grave problema. Grande Bowie, alieno androgino pallidissimo che si concede "integralmente" alla camera.
VOTO ****
“Le conseguenze di un amore”: quello che incastra le esistenze di due persone distanti per provenienza, estrazione sociale, interessi ed attitudini.
Il lenzuolo viola è un film morboso e anomalo, che sviscera il suo racconto poco per volta immergendoci in particolari così intimi da risultare quasi imbarazzanti.
VOTO ***1/2
La nascita di un magnate, dalle lande desolate e ghiacciate, teatro di ricerche forsennate di oro, fino alla vecchiaia "dorata" nel paradiso tropicale dei Caraibi, assediato da una famiglia "pericolosa" e molesta, e da ex soci e collaboratori in odore di tradimento. L'epopea folle e squilibrata (in molti sensi) di un uomo che si è fatto da sé.
VOTO **1/2
La diva più famosa, lo scienziato universalmente più ammirato, il marito star dello sport più geloso, il politico più mellifluo e corrotto. Roeg affronta un terreno apparentemente impossibile e colmo di insidie, ma ne esce vincitore, regalandoci una strepitosa opera da camera che suggella l'incontro che avremmo davvero voluto potesse accadere.
VOTO ****
"Scrittore cerca moglie per un anno su un'isola": questo l'annuncio che fa incontrare uno scrittore con una bella ragazza, pronta a lasciare tutto per vivere con lui in un'isola tropicale disabitata:.I pro e contro di una convivenza forzata tra una natura a volte benigna, a volte spietata. Roeg tenta di sedurci con paesaggi, bei corpi e poco altro.
VOTO ***
La maternità subita da giovanissima,e poi anelata alla doglia dei 40, diviene una ossessione, un delirio ad occhi aperti per una bella e giovane moglie insoddisfatta.Roeg esagera ed abbonda, ma governa il tutto con esplosioni oniriche e modellini di treni che divengono metafore di vite al contrario senza direzione. Grandi attori padroni di strafare.
VOTO ***1/2
Divertente ed arguta favola nordica che Roeg traspone con verve ed ironia da un celebre racconto per ragazzi. Humor nero, pupazzi e la consueta malignità dilagante, sempre presente nell'autore britannico, qui al servizio di uno stuolo di arcigne ma simpatiche ammazza-mocciosi.
VOTO ***1/2
Una moglie bella e fedifraga si accinge a rivelare al marito medico che lo sta tradendo con un suo collega.Ma il consorte muore prima che ella riesca a svelargli tutto. Poi però risuscita e la donna, sconvolta, comincia a sognare una rupe sul mare e una forza che la spinge verso quel posto magico. Thriller assurdo e scult, forte di un certo pathos.
VOTO **1/2
La "vera" storia del marinaio Marlow sulle tracce africane che hanno portato al delirio e alla follia il misterioso avventuriero Kurtz, cacciatore di elefanti e trafficante di avorio. Un film che segue fedelmente o quasi il capolavoro su carta di Conrad, si avvale di due interpreti straordinari, ma che non riesce a scaldare l'animo dello spettatore.
VOTO ***
Lui ama lei che tuttavia non gli si concede.Pertanto l'uomo se la prende con la forza, senza tuttavia riuscirne ad ottenere che un corpo freddo e scostante, che ubbidisce e si relega al ruolo di una schiava, finendo per umiliarlo e disprezzarlo. Storia di una autodistruzione di coppia condotta con diligenza da un autore esperto nei disagi familiari.
VOTO ***1/2
Fumettone monocorde e stoltamente attualizzato con dialoghi banali che stonano e riducono la rappresentazione storica ad un ballo in maschera affettato ed anacronistico. Prodotto televisivo ad alto budget destinato a vasta utenza e dunque deliberatamente generalista e congegnato per piacere a troppi palati.
VOTO **
Il desiderio di maternità inteso come accanimento laddove la natura pone limiti invalicabili, si fonde con antichi rituali celtici pagani in cui a farne le spese è una giovane architetto desiderosa di un ritorno alla vita rurale. Roeg non rinuncia a simbolismi e esplosioni oniriche forti, ma non riesce a governare bene la materia.
VOTO **1/2
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