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Il dubbio, quattordici anni dopo
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Quando progettammo e poi lanciammo il sito FilmTv.it, la bellezza di oltre quattordici anni fa, End User e io vivemmo con emozione un evento in cui speravamo ma che non potevamo predire con certezza e sul quale avevamo puntato molto.
Per chi non c’era, immaginatevi quel momento: nasceva un sito con circa 30/35 mila schede di film (oggi sono 67 mila) e - a parte le trame e le foto - le schede erano tutte… vuote! Non una recensione, un post, un commento critico. Nulla. Tante belle schede con i loro dati e con sotto/accanto il bottone “scrivi la tua recensione”. Sarebbe successo? Non sarebbe successo? A qualcuno sarebbe venuta la voglia di dire la sua?

 


Era il 2002: non esistevano social network. Niente Facebook, Twitter, niente YouTube (sarebbe nato nel 2005)! La rete non era ancora “partecipata” come lo è oggi: al massimo potevate trovarci i primi forum e le prime chat. Il cosiddetto web 2.0 non era ancora nato (la definizione sarebbe nata nel 2004) e la rete era perlopiù statica.
Eppure - chiamateci lungimiranti, chiamateci fortunati - l’idea funzionò: nel 2002 vennero scritte 11 mila recensioni, nel 2003 ne vennero scritte 24 mila, nel 2005 raddoppiarono e furono 48 mila, nel 2005 60 mila…
Assistemmo - gongolando per il successo della nostra idea pionieristica - a una vera e propria corsa: ma in fondo vedevamo accadere nella realtà virtuale quel che già da sempre vivevamo in quella reale. Chi all’uscita dal cinema o magari il giorno dopo, parlando con un amico, non chiedeva (e chiede ancora oggi): “ma a te è piaciuto?”
Il sito permetteva semplicemente di dirlo a tutti e permetteva al critico che è nascosto in ogni appassionato di cinema di venire a galla e di cimentarsi in quella eccitante esperienza che è lo scrivere, argomentando.
Bene. Un paio di settimane fa, lo sapete ormai, abbiamo lanciato la nuova sezione sulle serie. Certo: non c’è paragone. Le serie immesse sono circa 200 (ma gli episodi di 200 serie sono circa 10mila…) e anche se il numero cresce ogni giorno siamo ben lontani da quel che accadde nel 2002. Eppure anche questa volta abbiamo lo stesso dubbio. Perché le serie, guardatissime e molto cercate in rete (pensate che le parole più cercate su wikipedia nel 2015 sono state Il trono di spade, Grey’s Anatomy e The walking dead…), sono diverse dai film per molti aspetti: dalla distribuzione alla fruizione.
Il dubbio però torna: scriverete recensioni di serie tv? Chi segue le serie ha anche voglia di scriverne? O magari è un tipo diverso di spettatore? Le schede sono lì, attendono i primi pionieri (qualcuno sta già arrivando). Voti ne sono già stati dati parecchi, ma le recensioni (ed è naturale) sono ancora poche. Quale sarà alla fine del 2016 il numero di recensioni sulle serie?
La domanda non è solo quantitativa: chiaro che ci teniamo a vedere che le cose vadano bene. Ma dietro al primo dubbio, ce ne son molti altri, più concettuali: si scrive di serie come si scrive di film? La differente fruizione - assai più solitaria - delle serie, influenza il bisogno di comunicare il nostro vissuto ed esprimere al nostra valutazione? E ancora, la serialità affligge la nostra capacità di valutare un’opera e di discuterne con gli altri?
Torneremo a parlarne: io personalmente sono molto interessato a comprendere e cavalcare questi cambiamenti. E i libri nel mio e-reader quest’estate - tra gli altri - saranno La nuova fabbrica dei sogni, di Aldo Grasso, American Storytelling, le forme del racconto di Federico de Chio, La rivoluzione seriale di Nicola Lusuardi. Voglio capire e voglio sapere. Se volete aiutarmi e iniziare, segnalandomi altri testi o semplicemente dicendo la vostra, vi leggerò avidamente nei commenti a questo post.

 

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