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OCCUPIED - Distopia Europa
di Andrea Fornasiero ultimo aggiornamento
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No, non siamo improvvisamente impazziti e non intendiamo lanciarci in un attacco antieuropeista, del resto ci ha già pensato Jo Nesbø con la sua serie Occupied meglio di quanto potremmo farlo noi. Prodotta dalla francese ARTE e dalla Tv norvegese TV2 da un'idea dello scrittore che - raccontava la producer Marianne Gray due anni fa al RomaFictionFest (dove la serie è poi stata presentata nel 2015) - si è ispirato alla sua storia personale: ai tempi della Seconda Guerra Mondiale la famiglia di uno dei suoi genitori era collaborazionista, mentre l'altra era con la resistenza.
Per ricreare una simile situazione ai giorni nostri, dove ci si trovi costretti a decidere se il quieto vivere vale la perdita della sovranità nazionale e di alcune libertà, Nesbø ha immaginato uno scenario in cui il primo ministro Norvegese decide di sospendere l'estrazione di petrolio, e dunque la sua fornitura al resto dell'UE, per passare (con i tempi necessari alla trasfromazione e dunque non immediatamente) alla produzione di energia pulita dal Torio. L'Europa non la prende bene, ma non potendo strangolare economicamente la Norvegia - che non è nemmeno nell'Euro - è costretta a soluzioni ancora più drastiche di quelle adottate contro Tsipras. Chiede così alla Russia (che non ha decisamente gradito questa rappresentazione e ha sollevato proteste) di obbligare la Norvegia a riprendere la fornitura di petrolio. Di fronte alla superpotenza, il primo ministro è costretto a capitolare e confida nella diplomazia, uno strumento che però si rivela via via troppo debole per gli occupanti, che prendono sempre più il controllo della nazione tra minacce più o meno velate. 


L'intrigo fantapolitico è appassionante perché calato in una realtà tutt'altro che fantastica o iperbolica: non ci sono volgari dimostrazioni di potere, parate di carri armati né esibizioni di aerei sovietici, i russi optano piuttosto per una più sottile strategia della tensione e un lento sabotaggio degli strumenti democratici. L'Europa li appoggia, gli Stati uniti non vogliono intervenire e all'interno del Paese iniziano a formarsi gruppi di resistenza immediatamente bollati come terroristi dai russi, ma che hanno come bersaglio anche chi collabora con loro. Tra questi una ristoratrice in difficoltà che viene salvata dalla bancarotta proprio dalla clientela russa, e una guardia del corpo del primo ministro che riceve incarichi sia dai russi sia dai norvegesi e si trova al centro di una ragnatela di doppi giochi. 


Inedita in Italia - in diversi Paesi stranieri è arrivata su Netflix mentre in Uk è andata su Sky Arts, da noi chissà - la serie ha già iniziato la produzione della seconda stagione. Tolta un esplosione poco riuscita in computer graphic, Occupied vanta una messa in scena sempre credibile, impostata dalla regia del pilot di Erik Skjoldbjærg, da noi noto per la versione originale di Insomnia. Il cast è convincente e la progressione implacabile nel strappare uno strato di democrazia in ogni puntata, rendendone sempre più evidente la fragilità. L'effetto è quello di un sogno lucido, l'esplorazione cosciente di un incubo da cui ci si sveglia a stento.


Qui i precedenti articoli della rubrica CoseSerie.

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