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Le migliori serie "returning" dell'anno (a giugno 2016)
di Andrea Fornasiero ultimo aggiornamento
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Andrea Fornasiero

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Ancora all'insegna del "non si può vedere tutto", capita spesso che qualcuno che ha appena finito, per esempio, una maratona di Mad Men, chieda consiglio su una serie dove immergersi per decine di puntate. Ecco allora le migliori "returning series", ovvero le nuove stagioni di serie già avviate negli anni precedenti. Assenti alcuni titoli che sono vicini al season finale in questi giorni e su cui torneremo presto con articoli specifici, come The Americans, Veep, Silicon Valley, Il trono di spade e Gomorra.

La più dolorosa: American Crime di John Ridley, seconda stagione - TimVision

Ogni annata della premiata serie ABC American Crime, come già in American Horror Story, è del tutto slegata dalla precedente e il punto di contatto è solo produttivo e tematico. Rimangono dalla prima stagione lo showrunner John Ridley, già sceneggiatore di 12 anni schiavo, e buona parte del cast, che comprende star come Felicity Huffman, Timothy Hutton o Regina King e attori emergenti quali Elvis Nolasco e Richard Cabral oltre a una delle regine del cinema indie USA: Lili Taylor. Il tema è il crimine d'odio, che nella prima stagione era assente ma veniva comunque percepito da entrambe le fazioni, convinte di essere perseguitate per motivi di razzismo o di eccesso di correttezza politica. In questa nuova annata l'odio è invece concretamente radicato nell'omofobia, ma non senza sorprese, anche stilistiche come l'inclusione di un notevole numero di teatro-danza:

Un ragazzo gay viene stuprato da un compagno durante un party, organizzato dalla squadra di basket di una high-school di lusso. La vittima però è entrata a stento in quella scuola, mentre le famiglie potenti sono altre e la preside fa il possibile per tutelare loro e l'immagine dell'istituto, cercando di manipolare le notizie che trapelano. In questa battaglia di comunicazione, prima ancora che legale, i ragazzi sono tutti sia carnefici che soprattutto vittime, Per l'autenticità della loro rabbia e del loro dolore, lasciano il segno le straordinarie performance dei giovani Connor Jessup e Joey Pollari.

La più rurale: Happy Valley di Sally Wainwright, seconda stagione - Netflix

Ambientata nella provincia inglese, Happy Valley di BBC One è un noir dove la campagna, anziché essere bucolica, ospita la miseria e cova il male. Come già nella prima stagione non sono però i criminali di carriera il fulcro della serie, bensì il tentativo di un piccolo borghese avido e in crisi di trovare una qualche scorciatoia o trionfo personale. Infatti se nella seconda stagione l'indagine verte formalmente sull'ennesimo serial killer, questi è in realtà secondario a una persone molto più comune che ne usa il modus operandi per coprire un proprio crimine. Sul reato indaga, tra gli altri, la rocciosa Catherine Cawood, la poliziotta interpretata dalla straordinaria Sarah Lancaster, a sua volta messa a dura prova da altre questioni private. Suo nipote (generato dallo stupro subito dalla figlia di Catherine) subisce infatti - per interposta persona - l'influenza malefica del padre psicopatico e chiuso in galera. Inoltre Catherine cerca di proteggere un'immigrata sfuggita ai suoi carcerieri, mafiosi dell'Europa dell'Est che sospettiamo saranno al centro della terza stagione.
Come Fargo riflessione sul Male calato in un contesto di provincia, Happy Valley vanta una impressionante solidità di scrittura e di interpretazioni, che ne fanno, più che un buon giallo, un vero e proprio spaccato sociale, ancora più riuscito in questa seconda annata.

La più newyorkese: Girls di Lena Dunham, quinta stagione - Inedita in Italia

Abbandonata in Italia da MTV dopo le prime stagioni, Girls continua a essere una delle serie più discusse d'America e questa quinta, dopo una quarta sottotono, ha riportato in auge il progetto di Lena Dunham. Si parte con l'episodio per certi versi più scontato, quello di un matrimonio con da una parte la sposa e le damigelle e dall'altra lo sposo e i suoi amici, ma proseguendo la serie inanella puntate via via più concentrate, con la vita in Giappone di Shoshanna, con l'episodio in unità di tempo, luogo e azione dedicato a Marnie, o con quello che ruota tutto intorno a una geniale messa in scena teatrale. Costruita a piccoli quadri Girls è un fine, disincantato ma sincero ritratto della vita di quattro millennial newyorkesi, perse nelle infinite possibilità della Grande Mela e incastrate nelle loro piccole e a volte un po' squallide storie sentimentali.

La più ninja: Daredevil di Drew Goddard, Douglas Petrie e Marco Ramirez, stagione due - Netflix

Dopo la prima fortunata stagione, la serie ha dovuto affrontare il difficile compito di sostituire il gigantesco Vincent D'Onofrio come nemesi (ma lo ritroviamo comunque in alcuni episodi di ambientazione carceraria, non a caso tra i migliori dell'annata) e l'ha fatto introducendo Il Punitore ed Elektra. Il primo è una sorta di contraltare di Daredevil, quello che lui potrebbe diventare se perdesse di vista la propria morale e iniziasse a uccidere i criminali piuttosto che farli arrestare. La seconda proviene invece dal suo passato e gli svela che l'educazione ricevuta da Stick si inserisce in un disegno molto più complesso di quanto Matt Murdock potesse immaginare. Contro di lei si muovono infatti le forze oscure dei ninja della Mano, già visti in un episodio della prima stagione e ora al centro di una trama che si fa sempre più esoterica.

Costruita più o meno in tre blocchi, la stagione parte e si chiude bene, mentre vacilla un po' nella parte centrale più processuale. È però nel complesso più spettacolare della prima annata (in particolare si segnalano due virtuosistiche scene d'azione: un combattimento sulle scale di Daredevil e uno in carcere del Punitore) econferma che una via più adulta al supereroe in Tv non solo è possibile, ma è pure destinata al successo.

La più avventurosa: Black Sails di Jonathan E. Steinberg e Robert Levine, terza stagione - AXN, Netflix e Rai4

Partita con una prima stagione non molto felice, Black Sails (prodotta da Michael Bay) è notevolmente cresciuta già l'anno scorso e in questa terza annata costruisce uno scenario avventuroso d'ampio respiro che, tolto Il trono di spade, non ha rivali in Tv. L'arrivo di Barbanera, interpretato da Ray Stevenson, è solo una delle novità della stagione, che vede Nassau subire l'invasione da parte della marina inglese. Ma il tesoro spagnolo dell'Urca de Lima continua a tenere banco e anima la lotta di resistenza di ulteriore complessità. Tra gli intrighi, i colpi di scena, le alleanze e i tradimenti, la serie regala anche momenti di grande spettacolo, sia nelle scene marinare, sia in un fantastico assalto a una carovana, girato quasi interamente in piano sequenza. Completamente spariti gli ammiccamenti sexy della prima stagione, Black Sails è maturata nell'epica anarchica, violenta e anti-Pirati dei Caraibi che ha sempre promesso di essere.

 

Infine va concesso l'onore delle armi ad altre serie ritornate in questo inizio 2016: la quarta stagione di House of Cards, soprattutto per la parte iniziale con lo scontro tra Claire e Frank Underwood purtroppo rientrato a metà annata; il fantasy canterino Galavant che si è superato con trovate ancora più surreali e una costruzione più organica e corale; il solidissimo poliziesco di Amazon Bosch, molto cresciuto rispetto alla prima annata dominata dal solito pazzo e rigenerato in racconto più articolato e umano; Better Call Saul, che si conferma tra le serie meglio girate della Tv, con tanto di piano sequenza che omaggia quello iniziale di L'infernale Quinlan, peccato solo che la vicenda di Saul sia meno interessante di quella di Mike, troppo schiacciata nella ripetitiva rivalità tra fratelli. Infine, pur non trattandosi di una nuova stagione, è impossibile dimenticare che il 2016 si è aperto con uno speciale di Sherlock dall'idea assolutamente geniale: la reinvenzione contemporanea di Sherlock Holmes che mette i panni di quella vittoriana originale, reinventandola a sua volta. 

Qui tutti gli altri articoli della rubrica CoseSerie.

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Ultimi commenti

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  2. mck
    di mck

    "Girls" è sempre una garanzia ( come ShameLess, o Weeds ), può partire in sordina, può incartarsi, può ricevere le critiche più (stupide) altisonanti, ma una brodaglia risciaquata condita con cascami delle sale di scrittura e montaggio di Lena Dunham varrà sempre millemila volte, in fatto di profondità psicologica e architettura narrativa, qualsivoglia, boh, socialdramauniversale alla LeftOvers (ch'è pur carino), per fare un esempio con un qualcosa di totalmente differente.
    Peccato solo che la 5a sia definitivamente (?) la penultima (+ film?), ma è giusto così: come Weiner, Chase, Winter e Simon, Dunham crea un arco narrativo compiuto, non allunga il brodo e ci consegna un prodotto di rara fin(it)ezza.
    ------------------------------------------
    GoT guilty pleasure assoluto: ora e sempre, 62!!!
    https://66.media.tumblr.com/daeb48f43467c9e710a2bf28bb931e3c/tumblr_o8erurR5Dx1sh566ao1_500.jpg
    [ direi che non è spoiler, chi ci dovrebbe capire qualcosa se non l'ha visto? ]

    1. Andrea Fornasiero
      di Andrea Fornasiero

      Bellissimo il poster 62. E concordo Girls vincerà sempre su un Leftovers, ma per me con Lindelof si vince proprio facile.

    2. mck
      di mck

      Assolutamente, non c'è gara, paragone ''spropositato'', il mio.
      Lindelof deve farsi perdonare un mare di cose, ma: è in grado di farlo? E, soprattutto, vuole farlo? Con "the Leftovers" (specialmente la 2a stag.) siamo sulla giusta strada...ma la meta è l'orizzonte...

  3. danyus
    di danyus

    Segnalo la seconda stagione di Transparent in onda in questo periodo su sky atlantic. Sto aspettando che si concluda per vederla tutta d'un fiato visto che la prima stagione è stata una delle migliori serie (per me) che ho visto lo scorso anno al pari di Better Call Saul (condivido il tuo pensiero nel post) e Sense8. Inoltre attendo a breve l'uscita su Netflix della quarta stagione di Orange Is the New Black, prevista per il 17 giugno.
    Colgo l'occasione per segnalare (lievemente o.t.) Humans, disponibile anche in italiano su Timvision dallo scorso mese.

    1. Andrea Fornasiero
      di Andrea Fornasiero

      Bellissima Transparent, non è nell'elenco perché era andata nel 2015. Humans invece è partita bene ma finita male, aspetto comunque con curiosità la seconda stagione.

    2. danyus
      di danyus

      Per quanto riguarda Humans, secondo me non è finita male, semplicemente è finita diversamente da com'è iniziata. Mi spiego meglio. L'inizio è molto "tecnico" per gli amanti dello sci-fi, già dal fatto che sia ambientato in un presente alternativo (invece del solito futuro) che predispone lo spettatore a un'immersione maggiore. Forse i primi episodi più "tecnici" ed ovviamente colmi di mistero si risolvono in maniera troppo semplice per l'aspettativa generata, ma credo sia preparatorio per la seconda stagione.

    3. Andrea Fornasiero
      di Andrea Fornasiero

      E' proprio costruita male, per come incrocia i per la povertà degli inseguimenti e cose così.

  4. degoffro
    di degoffro

    Condivido l'ottimo giudizio su Happy Valley e American Crime, continuo ad essere molto scettico invece su Sherlock, a mio giudizio serie ampiamente sopravvalutata e fin troppo compiaciuta che conferma molti dei suoi limiti anche nell'episodio speciale di quest'anno.

    1. Andrea Fornasiero
      di Andrea Fornasiero

      Ha molti fan sfegatati, tra cui non mi annovero, però l'idea dello speciale era così notevole da meritarsi una menzione, al di là della sua esecuzione :)

    2. M Valdemar
      di M Valdemar

      Diciamo che Sherlock l'abbiamo amata tutti (più o meno) oltre gli effettivi meriti (che pure ci sono, a partire dall'assunto così come dall'eccellenza british in ogni comparto), anche per il confronto ravvicinato con i giocattoloni di Guy Ritchie.
      Il fatto è che Moffat tende a barocchismi e arzigogoli narrativi, fini a sé stessi ma anche coprenti di certe fragilità di scrittura nonché di carenza di inventiva. Ciò è ancor più evidente con l'avanzare delle stagioni, e nell'altra serie griffata Moffat, ovvero Doctor Who.

  5. Marcello del Campo
    di Marcello del Campo







    Ho cominciato a vedere serietv da ragazzo (Ai confini della realtà, Hitchcock, Perry Mason, Miami Vice, Bonanza, Colombo, ecc). Troppo lontane Rawhide (citato e irriso in The Blues Brothers – ma lì c’era il giovane Clint Eastwood), Dragnet, Peter Gunn (memorabile l’intro musicale di Henry Mancini che arrivò in cima alle hit).
    Ho ripreso a vederne da una decina di anni, folgorato da “The Wire” che ritengo (è un mio parere) la migliore serietv di tutti i tempi (eccezion fatta per “Twin Peaks”, “Il Decalogo”, “Berlin Alexanderplatz”, “Heimat” che fanno parte delle serie ‘autoriali’). Qualcuno non sarà d’accordo (mck–Matteo antepone “Mad Men” – ma siamo sul filo di lana).
    Se metto in fila tutte le serie che ho visto in questi anni, seguono: “The Shields”, “Oz”, “Soprano”, “Breaking Bad”, “24H” (c’è poco da storcere il naso!, è una serie action ad alto tasso di adrenalina) e l’immancabile “Game of Thrones” che mi ha conquistato dopo qualche esitazione ed è l’unica serie che seguo con un’attesa direi da fan incallito.
    Aggiungo che da un paio di anni, dopo “Fargo”, “True Detective 1&2”, “Hannibal” (le prime due stagioni), “Better Call Saul 1&2”, “Sherlock Holmes 1&2), “The Knick 1&2), “Banshee”, “Ray Donovan”, “Penny Dreadful”, “LilyHammer”, “Bron/Broen”, faccio fatica a trovare una serie che mi piaccia davvero. Del 2016 ho visto “Vinyl” (che, a parte Bobby Cannavale, non mi è parsa riuscita e, anche se risulta ‘gradevole’ non soddisfa le mie attese di ‘contemporaneo’ sedotto dal clima infuocato dei migliori anni della mia vita”).
    Delle serie citate sopra ho provato a vedere un paio di episodi di “Girlfriend” ma senza trarne alcun piacere.
    Ritengo che “Happy Valley” non sia meritevole di attenzione (certo, la monumentale poliziotta è simpatica), ma se la serie si caratterizza per l’ambiente ‘country”, non capisco perché una serie come “Justified” non venga citata da nessuno, pure avendo il crisma di un grande autore – qui anche produttore – di noir come Elmore Leonard, un interprete come Timothy Olyphant (sceriffo già nel leggendario “Deadwood”), comprimari come Walter Goggins (faccia da Richard Widmark, che non è sfuggito all’attento Quentin) e un clima torrido che sta tra Caldwell e Aldrich di “Grissom Gang”.
    Quanto a “Black Sails”, serie nata in sordina e fatta con pochi soldi rispetto a GoT , penso che sia l’unica che se la giochi con l’avventura alla Stevenson o alla Rafael Sabatini, con inserti di crudeltà melvilliana (Billy Budd, Benito Cereno) e un erotismo che, a parte le rodomontate di “Banshee”, non è privo di appigli partouze. Conduce i giochi e le cannonate l’esimio Captain Flint (Toby Stephens, figlio di cotanta madre Maggie Smith); il suo ‘contrario’ (come nello stevensoniano “Master of Ballantrae”) è il rude Captain Charles Vane (gigantesco Zach McGowan).



























    La sanguinosa storia di Pablo Escobar, narcotrafficante colombiano a capo del cartello di Medellìn e soprannominato il re della cocaina, diventa una serie Netflix con protagonisti Wagner Moura nel ruolo principale e Pedro Pascal, il principe Oberyn Martell di Il trono di spade, in quello di Javier Peña, agente della DEA incaricato di trovare e uccidere Escobar.
    La prima stagione è composta da 10 episodi, tutti diretti dal brasiliano José Padilha, conosciuto per Tropa de Elite - Gli squadroni della morte e il più recente RoboCop.

    15. Jessica Jones

    In un panorama saturo di supereroi al maschile, quest'anno le eroine guadagnano terreno: dopo l'Agente Peggy Carter arrivano infatti Supergirl e Jessica Jones, donna dotata di super poteri che decide di appendere il mantello al chiodo e reinventarsi come investigatrice privata. A interpretare l'eccentrica eroina Marvel, portata sul piccolo schermo daMelissa Rosenberg, già sceneggiatrice di Dexter e della saga di Twilight, è l'ironica Krysten Ritter, la sfortunata Jane di Breaking Bad, affiancata daCarrie-Anne Moss, la Trinity di Matrix, e David Tennant, ovvero il Decimo Dottore, uno dei protagonisti più amati del nuovo ciclo di Doctor Who. Dopo la sorpresa Daredevil, il binomio Netflix-Marvel sembra garanzia di qualità.
    4. Ash vs. Evil Dead

    A 23 anni di distanza da L'armata delle tenebre, terzo capitolo della sagaEvil Dead, in Italia nota con il nome di La casa, il regista Sam Raimi e l'attore Bruce Campbell tornano a fare squadra portando in tv il sequel del cult horror. Campbell torna dunque a imbracciare la motosega di Ash Williams e questa volta ad affiancarlo c'è un altro volto iconico della tv:Lucy Lawless, la principessa guerriera Xena principessa guerriera, nei panni di Ruby Knowby. Fenomeno annunciato.

    3. Westworld

    L'omonimo film del 1973, uscito in Italia con il titolo Il mondo dei robot, scritto e diretto da Michael Crichton, autore anche del romanzo che ha ispirato Jurassic Park di Steven Spielberg, viene ora adattato per la televisione da Jonathan Nolan, fratello del regista Christopher Nolan e co-sceneggiatore dei film Memento, Il cavaliere oscuro e Interstellar, qui anche regista dell'episodio pilota, e Lisa Joy, sua moglie, sceneggiatrice diBurn Notice - Duro a morire. Ambientata in un futuristico parco dei divertimenti, in cui le attrazioni sono animate da cyborg simili in tutto e per tutto agli esseri umani, la serie racconta di come i robot dell'ala ispirata al vecchio west prendano coscienza e comincino ad aggredire gli ospiti. Il cast è stellare: il premio OscarAnthony Hopkins è il dr. Robert Ford, il proprietario del parco, e lo affiancano Ed Harris, Evan Rachel Wood, James Marsden, Jeffrey Wright, Thandie Newton, Rodrigo Santoro, Ben Barnes e molti atri.
    Dove e quando
    Network: HBO
    Genere: fantascienza
    Creatore: Jonathan Nolan, Lisa Joy
    Cast: Anthony Hopkins, James Marsden, Evan Rachel Wood, Ed Harris

    2. Vinyl

    Martin Scorsese, Mick Jagger, musica anni'70, New York e HBO: bastano questi cinque elementi per rendere Vinyl una delle serie più attese della nuova stagione televisiva. Prodotta dal regista premio Oscar e dal frontman dei Rolling Stones, la serie, creata da Terence Winter, sceneggiatore e produttore esecutivo di I Soprano e Boardwalk Empire - L'impero del crimine, segue gli eccessi e le passioni di Richie Finestra, produttore musicale cocainomane interpretato da Bobby Cannavale, uno che, come dice nel trailer, "si è guadagnato il suo diritto di essere odiato". Nel cast anche Olivia Wilde, Juno Temple e James Jagger, figlio di Mick Jagger.
    Dove e quando
    Network: HBO
    Genere: drama
    Creatore: Terence Winter, Martin Scorsese, Mick Jagger
    Cast: Bobby Cannavale, Olivia Wilde, Ray Romano, Juno Temple

    1. Andrea Fornasiero
      di Andrea Fornasiero

      Ciao, non liquiderei tanto in fretta Happy Valley, che con la bella Justified non c'entra in realtà quasi nulla. Da una parte c'è l'epica "country" di Leonard, dall'altra c'è il realismo della provincia inglese. Poi chiaro può non piacere :)
      Delle serie nuove del 2016 ho parlato nell'articolo precedente. Credo che cose notevoli se ne siano viste già diverse in questa stagione.

    2. mck
      di mck

      @Lore/MdC. Filo di lana...caprina.
      "I'd like to buy the world a home", a coke, a smoke, a hero(ine) : sempre di criminali si tratta, per alcuni dei quali ancor non v'è giurusdizione, a parte la Storia (futura). E' ben difficile dire se si vuol più bene a mamma, a papà, o a zio Steve Van Zandt...
      La scuola di David Chase ha forse partorito un allievo (Matthew Weiner) superiore al maestro e uno molto...scorsesiano (Terence Winter), David Simon sa trarre il massimo dalla propria esperienza sul campo (o meglio: corner), e dai suoi gran collaboratori (George Pelecanos, Ed Burns). Gilligan è molto ancorato all'iconicità figurativa, e per contro Sorkin allo stream-logos (l'ho inventato adesso).
      ---------------------------------
      Ne discutevamo prima in camera caritatis, ma mi rivolgo a @tutti, la questione più importante a mio avviso è: dato il travaso di Autori dal Cinema-cinema alla serialità (cinematografica, televisiva, web) - Scorsese, Van Sant, Soderbergh, Wong Kar-wai, Allen, Dumont, Spielberg, von Trier, Lynch ( e Reitz, Fassbinder, Kieslowski...), ma penso anche ad ''autori'' minori che sono stati completamente assorbiti dalla serialità (J.Dahl, J.Podeswa, D.Minahan...), e tralasciando per un attimo il ''caso'' Fukunaga, che ha comunque iniziato col cinema prima di prendere il largo con TD1 e ritornare al cinema attrraverso...NetFlix, il prossimo passo - che ancora non vedo - è l'emerge di un vero Autore che dalla Serialità voglia e/o possa trasferirsi con armi e bagagli al Cinema. Piccoli esempi ce ne sono, manca ancora il salto quantico.
      Scommessa: Noah Hawley.

    3. Andrea Fornasiero
      di Andrea Fornasiero

      Ma in tv i nomi sono più sceneggiatori che registi. Non è un passaggio naturale... poi qualche eccezione la vedremo, ma non so chi avrà fortuna, anche perché: ma che cinema dovrebbero fare a Hollywood?

    4. mck
      di mck

      Argomentazione validissima. Non bisogna però dimenticare che molti di loro hanno diretto dei grandi episodi all'interno delle loro serie (spesso i pilot e i final season), e da qui al coltivare passioni-velleità o a sfruttare occasioni, il passo è...fattibile.
      Poi, sceneggiatori, registi, piccoli produttori "indipendenti" (''off'' HW) : le possibilità sono...no, infinite no, ma per lo meno auspicabili.
      Certo, se le proposte sono di script doctor, allora è meglio scrivere i copioni della Ruota della Fortuna e portare a casa la pagnotta.
      A parte Sorkin (che ha iniziato - ad avere fortuna - col cinema ) e Winter, per ora di fatto il passaggio non c'è stato.

    5. Andrea Fornasiero
      di Andrea Fornasiero

      Perché gli studios dal quel pool cercano per lo più degli sceneggiatori. La regia cinematografica è cosa diversa. Poi se uno di loro riuscisse a sfondare pure con qualcosa da sundance allora magari gli si aprono delle porte, ma se no è dura (ci han provato senza fortuna sia Winter sia Chase). Vedremo Sorkin che fa come regista, temo nulla di buono...

    6. mck
      di mck

      Anche la prova di Weiner, Are You Here [ //www.filmtv.it/film/62050/are-you-here/ ] è stata gradevole ma non certo seminale...
      Altrettanto dicasi di David Chase, pur con l'apporto di Gandolfini [ //www.filmtv.it/film/53138/not-fade-away/ ].
      I tuoi timori sono i miei, ma io ho fatto solo una domanda, perché devi spezzarmi le speranze a questo modo?? ;-))

    7. Andrea Fornasiero
      di Andrea Fornasiero

      A me il film di Chase piace molto. Quello di Weiner non l'ho ancora visto.

    8. mck
      di mck

      Metto in lista per una 'rece', allora, o per lo meno gli faccio compiere qualche passo avanti ( ho più mezze pagine iniziate che litri di benzina in macchina ).

    9. mck
      di mck

      ps. Il film di Chase si trova facilmente in qualità standard già subbato (unitevi anche voi alla campagna "Demoliamo l'Italiano!"), con qualche ricerca in più, penso possa saltare fuori anche l'HD. Non mi sembra ne esista una versione dvd per il mercato italiano.

    10. Marcello del Campo
      di Marcello del Campo

      Aggiungerei Steven Knigt (il notevole "Locke" e il meno riuscito ""Redemption", una stathamarrata). All'orizzonte (non da lui diretta) una miniserie ("Taboo") che si annuncia ghiotta con Tom Hardy, Oona Chaplin, Jonathan Price [http://www.imdb.com/title/tt3647998/?ref_=nm_flmg_wr_7]

    11. DjangoFreeman
      di DjangoFreeman

      Taboo dal trailer sembra una bomba https://www.youtube.com/watch?v=6ZYAQSlIhM4. Di Knight sto finendo ora la seconda stagione di Peaky Blinders( anche questa però scritta da lui ma non diretta), una vera bomba con un Tom Hardy poi davvero ipnotico come sempre( per non parlare poi del magistrale e glaciale Cillian Murphy nella sua miglior prova e dell'eccellente Sam Neill). Purtroppo ne sento parlare poco qui in Italia di questa serie quando poi è un capolavoro e a tema gangster una delle migliori mai fatte. L'ho iniziata venerdi e l'ho già quasi finita!

    12. Andrea Fornasiero
      di Andrea Fornasiero

      Peaky Blinders sta su Netflix. Ho più di una perplessità sulla terza stagione.
      Riguardo Steven Knight: è più o meno uno sceneggiatore cinematografico (anche se come molti inglesi ha bazzicato in Tv) che solo poi è tornato in Tv (e ora sta su entrambi i fronti). Per altro oggi dirige occasionalmente al cinema, ma non lo fa in Tv.

    13. DjangoFreeman
      di DjangoFreeman

      Finita Peaky Blinders seconda stagione, mi sa che non ce la faccio ad aspettare che la mettano su Netflix la terza stagione e me la guardo subito in streaming. Non ho particolari perplessità sulla terza stagione( spoiler spoiler spoiler spoiler anche se hanno fatto morire un personaggio molto importante come il Maggiore Campbell fine spoiler fine spoiler) magari qualche piccola perplessità sul fatto che vogliano continuare ancora per tre stagioni, non so o sul fatto che Knight abbia detto che ha il desiderio di farla concludere agli albori della Seconda Guerra Mondiale( troppo, non credi?), ma giusto qualche piccola perplessità per quanto mi riguarda. Se continuano cosi bene,tanto meglio, per ora si sta dimostrando una bomba.
      Ciao!

    14. Andrea Fornasiero
      di Andrea Fornasiero

      Io ho trovato la terza un po' deludente. Alcune ottime scene e un paddy considine, ma fino al penultimo episodio non mi ha entusiasmato. L'ultimo lo devo ancora vedere.

    15. DjangoFreeman
      di DjangoFreeman

      Uh, speriamo non deluda anche a me. per ora la sto preferendo persino a Boardwalk Empire,immagina!

    16. DjangoFreeman
      di DjangoFreeman

      Finita la terza stagione, guarda per me è al livello delle altre due splendide stagioni (forse anche meglio della prima, non so). E il Prete mi ha sorpreso, devo dire che è un personaggio assolutamente degno di Campbell, un nemico davvero molto interessante e pericoloso. Ho trovato inoltre interessante vedere la famiglia Shelby cosi in difficoltà, cosi in pericolo. Poi l'ultima puntata mi è piaciuta moltissimo (quanto è bella la scena con Alfie ed il suo monologo) ed ha un fantastico finale davvero amaro. Adesso, come ti avevo già detto, appena ho un po' di tempo mi dovrei recuperare la seconda stagione di Bloodline, la prima mi era piaciuta moltissimo. Giusto per curiosità,tu per ora che ne pensi della serie? :-)

    17. Andrea Fornasiero
      di Andrea Fornasiero

      Ne penso piuttosto male,della prima per lo meno. Tiene per i primi episodi poi diventa informe, si allunga come capita ad alcune serie netflix con la scusa del binge watching
      Di Peaky devo ancora vedere il finale.

  6. Inside man
    di Inside man

    Giusto per restare in tema di returning series, e volendo approfittare della preziosa disponibilità di uno specialista di assoluto rilievo come Fornasiero, vorrei chiedergli un parere critico sulla seconda stagione di True detective.
    In patria s'è rivelato un fiasco colossale, stroncato quasi unanimemente non ha racimolato nemmeno una nomination ai premi maggiori come l'Emmy o il Golden Globe (ci attenderà probabilmente un drastico ritorno all'ordine politically correct per la splendida creatura di Pizzolato?), mentre io l'ho trovato semplicemente un capolavoro (visto fortunatamente in lingua originale) se possibile persino superiore alla prima serie, soprattutto per l'innovatività nella costruzione dei personaggi (ovviamente nessun eroe ma nemmeno l'ombra di un antieroe nel senso classico del termine!!), della complessa struttura narrativa, dei temi (il marciume etico e morale trionfa, peccato solo per il breve epilogo delle sopravvissute in centro-america che lascia un tenue e superfluo filo di speranza), e delle soluzioni tecniche (tutte le morti nel finale sono memorabili).
    Era forse dai tempi della conclusione de "Il grande silenzio" che l'agnizione non era così spiazzante e favorevole al reale "lato oscuro delle umane gesta", per giunta dopo il tutt'altro che epico scontro tra un indistinto universo di figure patetiche nella loro disperazione interiore ( ognuno squallido criminale a suo modo, dalla "parte della legge" o meno), soverchiate dai sensi di colpa per i loro delitti e da un'inadeguatezza esistenziale vista davvero raramente su schermo con tale devastante portata (figuriamoci poi in una serie!).
    La prorompente carica disturbante credo sia stata decisiva per la generalizzata incomprensione sia del pubblico che degli addetti ai lavori, in particolare oltreoceano.
    Lei cosa ne pensa? Un saluto.

    1. Andrea Fornasiero
      di Andrea Fornasiero

      La seconda stagione mi piace, la trovo interessante, ma meno riuscita della prima. Ci sono molti elementi che rimangono poco esplorati e la stessa idea di usare come ambientazione Vermont (la reale Vinci) non mi pare poi approfondita come potrebbe o dovrebbe. Trovo che sicuramente sia stata eccessivamente attaccata dalla critica anche per il confronto con la prima stagione, che aveva stregato il pubblico con i quasi-monologhi di Rust chiaramente irripetibili (e controversi nelle loro fonti).
      La serie comunque non tornerà all'ordine: non continuerà proprio, almeno in tempi brevi. Non mi stupirei di vederla riapparire tra quattro o cinque anni. Uno dei problemi della seconda stagione è stata anche nella fretta con cui Pizzolatto l'ha scritta, oltre che nei contrasti con Fukunaga che infatti non ha partecipato.

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