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Le cinque migliori nuove serie dell'anno (a giugno 2016)
di Andrea Fornasiero ultimo aggiornamento
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Che c'è di nuovo e imperdibile in Tv? È la domanda che i maniaci seriali fanno più spesso ai loro compagni di dipendenza, perché l'offerta è soverchiante ed è impossibile vedere tutto. Ebbene qui si stringono i denti, si spalancano gli occhi tipo trattamento Ludovico, e ci si prova, quindi ecco una panoramica delle migliori novità di questo inizio 2016:

La più indipendente: Horace and Pete di Louis C.K - inedito in Italia

Distribuita via web senza passare da servizi come Netflix, Amazon o Hulu bensì in proprio sul sito dell'autore, è apparsa come un fulmine a ciel sereno sulla scena USA. Interamente ambientata in un bar e in pochissimi altri ambienti è a metà tra la Tv teatrale della prima Golden Age americana, quando gli autori arrivavano da Broadway e si trasmetteva in diretta, e una sit-com come Cin Cin rivisitata però in chiave drammatica. Vede i cugini Horace e Pete gestire uno storico pub ereditato dai genitori, che porta con sé il peso di forti tradizioni in un'America dove usi e costumi mutano a gran velocità. La interpretano, oltre a Louis C.K. (anche regista), altri grandi come Steve Buscemi, Edie Falco, Alan Alda e Jessica Lange che offrono monologhi e pezzi di bravura a profusione, agevolati da una messa in scena semplice ma radicale nel rifiuto delle convenzioni sia della sit-com (mancano le risate registrate) sia della Tv che si fa cinematografica (mancano dolly, carrelli, montaggi alternati ecc.). Impreziosisce il tutto un brano originale di Paul Simon.



La più Rock'n'Roll: Vinyl di Martin Scorsese, Mick Jagger, Terence Winter e Rich Cohen - Sky Atlantic

Doveva essere il nuovo grande successo di HBO e non lo è stato, ciò nonostante Vinyl è un'iniezione di adrenalina. Ricca di situazioni, personaggi e ovviamente musica racconta gli anni 70 nello stile di Scorsese, che ha filmato il pilot di quasi due ore. Jagger ci mette la conoscenza diretta dell'ambiente e pure il figlio, che interpreta il cantante della punk band Nasty Bits, ossia quella che ridona la voglia a Richie Finestra di scommettere sulla propria etichetta musicale, la fittizia American Century. Notevoli nel cast, oltre al vulcanico protagonista Bobby Cannavale, la splendida Olivia Wilde, che interpreta sua moglie Devon, e Ato Essandoh, nei toccanti panni di un musicista che ha visto la sua carriera stroncata dalla mala.



La più elegante: The Night Manager di Susanne Bier e David Farr - Sky Atlantic

La regista danese, al servizio di una sceneggiatura di ferro tratta da un romanzo di John le Carré, dirige per i sei episodi di una coproduzione anglo-statunitense il carismatico Hugh Laurie, l'affascinante Tom Hiddleston e la bellissima Elizabeth Debicki. Le lussuose ville e i magnifici hotel celano la polvere e il sangue dei campi d'addestramento militari per mercenari, dove si presentano le armi in vendita ai dittatori con inquietanti spettacoli pirotecnici (nota very nerd: impossibile non sorridere nel vedere Loki che imita Iron Man).

Estranea al ménage à trois di seduzioni e inganni è poi Olivia Colman, già vista in Broadchurch e qui a capo di un'agenzia spionistica affiliata all'MI:6. È lei a coinvolgere un uomo in cerca di vendetta in un pericoloso doppio gioco, che lo spingerà a saggiare i propri limiti fisici e morali. Tutto verte sul fascino di Hiddleston, che si conferma dotato di un carisma da superstar e fa da grimaldello delle debolezze umane che minano una perfetta macchina criminale.



La più politica American Crime Story: The People v. O.J. Simpson di Scott Alexander e Larry Karaszewski - FoxCrime

Opera di due sceneggiatori specializzati in biopic come Larry Flint - Oltre lo scandalo, Ed Wood e Man on the Moon, la serie è prodotta dalla coppia di American Horror Story, Ryan Murphy e Brad Falchuk, di cui replica il formato antologico stagionale. Messa in cantiere ben prima che scoppiasse la moda del "True Crime" ma andata in onda sulla scia dei successi di The Jinx e Making a Murderer, American Crime Story rivisita in questa prima stagione il "processo del secolo" a O.J. Simpson.

Dieci episodi fittissimi nella scrittura, graziati dalle interpretazioni di Sarah Paulson, John Travolta, Cuba Gooding Jr. e Courtney B. Vance. Il tutto diretto dallo stesso Murphy e da Anthony Hemingway, con un episodio firmato da John Singleton e intitolato significativamente The Race Card. Infatti la forza della serie è nella sua rilevanza e attualità politica, dove il rapporto tra la giustizia americana e la popolazione nera (oggi al centro del movimento #BlackLivesMatter) è un elemento chiave del processo a O.J. Simpson.



La più clinica: The Girlfriend Experience di Amy Seimetz e Lodge Kerrigan - Infinity

Tratta dall'omonimo film del 2009 di Steven Soderbergh, qui in veste di produttore, la prima stagione della serie di Starz è stata resa disponibile in blocco online (e allo stesso modo è arrivata su Infinity). A differenza del film con Sasha Grey, dove la protagonista era già nel mondo delle escort, qui vediamo l'ingresso in questo universo da parte della studentessa di legge Christine Reade, interpretata da Riley Keough (già vista tra le belle in pericolo di Mad Max: Fury Road).

La storia di Christine è raccontata come in un vetrino da laboratorio dagli autori e registi. Questo distacco e la scelta di lasciare ampi buchi nel racconto rendono spesso impenetrabile Christine, allo stesso modo il rarefatto commento musicale (di Shane Carruth) è poco presente, in una strategia estetica che allontana ogni voyeurismo. Non si tratta quindi di una serie sexy e ammiccante, bensì di un duro studio del personaggio: la vita di Christine è naturalmente ricca di avventure e complicata dagli incontri segreti, ma la serie rifiuta di abbracciare il thriller o il mélo e mantiene invece la sua radicale lucidità di sguardo. Per molti versi del tutto antitelevisiva, The Girlfriend Experience è proprio per questo una serie originalissima e preziosa.



 

Infine una menzione d'onore ad alcune altre serie partite in questi primi mesi del 2016: la lussuosa e briosa nuova versione di War and Peace con Paul Dano; l'1% più ricco del mondo raccontato in Billions con Paul Giamatti e Damian Lewis; la spiazzante e tristissima comicità del depresso clown interpretato da Zach Galifianakis in Baskets (prodotta da Louis C.K.); l'adattamento dalla serie di romanzi di Joe Lansdale Hap and Leonard; la fuga verso il Nord degli schiavi neri di Underground; le truffe tra uno split screen e l'altro di The Catch prodotto da Shonda Rhimes e infine l'inquietante setta "scientologica" al centro di The Path con Aaron Paul e Hugh Dancy. Ci sarebbero infine altre novità recentissime, come Dov'è Mario e Preacher, che riceveranno presto articoli dedicati.

Qui tutti gli altri articoli della rubrica CoseSerie.

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