Dal momento che abbiamo appena oltrepassato il giro di boa della 69° edizione del festival, provo a fare una classifica, ovviamente provvisoria, che attribuisca i premi previsti sui film visti fino a quel momento. Sarà sempre una classifica oltre che strettamente personale, anche parziale, considerato che già in partenza noi del Cannes Cinéphiles abbiamo 4 film in concorso in meno da poter vedere (ogni anno capita ciò, non si sa bene per quale preciso motivo) e precisamente rimarremo orfani di Sean Penn, Nicole Garcia, Jeff Nichols, Asghar Farhadi, e senza contare che ad oggi già il film di Ken Loach non è stato possibile visionarlo a causa della fitta affluenza in sala, che ha automaticamente escluso chi, come me, era già in sala per il film immediatamente precedente.
Tutti i premi che assegnerei:
PALMA D'ORO - Maren Aden, con il film Toni Erdmann
MIGLIOR REGIA - Il regista Park Chan Wook per Madmoiselle (Agassi).
MIGLIOR ATTRICE - Sandra Huller per Toni Erdmann.
MIGLIOR SCENEGGIATURA - Jim Jarmush per Paterson.
PREMIO DELLA GIURIA - Bruno Dumont per Ma Loute .
MIGLIOR ATTORE - Adam Driver per Paterson.
CAMERA D'OR - Dogs di Bodgan Mirica.
GRAND PRIX SPECIALE DELLA GIURIA - Cristi Puiu per Sieranevada
Ecco cosa è successo oggi in quel di Cannes La Bocca: (i titoli in rosso sono quelli per cui esiste già una mia recensione a cui si può accedere cliccando; per gli altri seguirà, al più presto)
di Karim Dridi
SEANCE SPECIALE
Quando gli ammazzano a tradimento il fratello, al giovane Sofiane non resta che scoprirne i responsabili. Per questo motivo verrà invischiato in una storia di droga che lo trascinerà in una scia di sangue e regolamento di conti. Il clan dei marsigliesi si aggiorna alle banlieue dei nostri giorni in un film teso, sovraeccitato, ma un po' confuso.
VOTO ***
L'EFFET AQUATIQUE, di Solveig Anspach
QUINZAINE DES REALISATEURS
Coproduzione franco-islandese a cura della brillante e piacevole regista Solveig Anspach, una favoletta leggera e surreale, purtroppo un po' eccessivamente dolciastra nel suo epilogo cartolinesco islandese (ma l'Islanda resta uno dei miei posto mito ove andare prima possibile) che parla della storia d''amore tra un buffo muratore di nome Samir e la bella insegnante di nuoto Agathe.
Un amore “bagnato” dall'acqua della piscina presso la quale l'uomo si iscrive per allenarsi a nuotare, poi fingendo all'ultimo di non saper stare a galla per essere assistito (e manipolato) dalle manine fatate della bella e solitaria maestra. Facce carine e surreali, soprattutto del protagonista maschile, per una storiella così leggera da sfiorare l'inconsistenza, che tuttavia si rovina solo nel secondo tempo con l'approdo, sdolcinato e gaglioffo, nella meravigliosa isola ai limiti della zona artica. Peccato, dalla Anspach eravamo abituati alla leggerezza, ma non alla eccessiva sdolcinatezza.
VOTO **
MIMOSAS, di Oliver Laxe
SENAINE DE LA CRITIQUE
Coproduzione franco-iberico-marocchina girata proprio in Marocco, lungo i crinali desertici e impervi della catena montuosa dell'Atlante.
Un anziano sceicco morente compie con la giovane moglie quello che sarà il suo ultimo viaggio per essere seppellito nella città della sua famiglia. Deceduto poco dopo, la consorte insiste perchè il cadavere venga comunque portato a destinazione. Ma gli altri viaggiatori si oppongono e solo due ladruncoli si offriranno di caricare sul cavallo il deceduto. Sarà un viaggio impervio e formativo, per le coscienze e per permettere ai due volontari di trovare la via del riscatto. Ritmi lenti e paesaggi dall'alto potere suggestivo e suggestionante, in un film che tiene da parte quasi sempre l'elemento narrativo a favore di uno studio delle coscienze e dei comportamenti discriminatori dell'uomo in mezzo ad una comunità. Più suggestivo che riuscito e compiuto.
VOTO **1/2
BEYOND THE MOUNTAINS AND HILLS, di Eran Kolirin
UN CERTAIN REGARD
Commedia israeliana a sfondo drammatico, incentrata su una famiglia sulla quale si accaniscono tutta una serie di problematiche più o meno complesse, imbarazzanti, ed apparentemente senza soluzione.
Un capo famiglia viene congedato dall'esercito e trascorre le sue giornate in apatia in casa, salvo iscriversi ad un corso motivazionale che lo lascia alquanto perplesso. La moglie, professoressa ancora molto attraente, trascurata dal marito, finisce per innamorarsi di un allievo, corrisposta e tradita sui social, mentre la figlia si innamora di un dissidente e finisce per essere utilizzata da questo per alcuni traffici loschi ed illeciti.
Sarà l'inizio della fine, o così sembrerebbe. Un po' caotico nel sovrapporre azioni e misfatti tutti uno dietro l'altro, il film va più visto a livello simbolico per il valore che sa attribuire alla famiglia come unico elemento in grado di far fronte ai mille attacchi a sorpresa che sopraggiungono ai suoi membri dall'esterno ostile e malfidato. Non male, grazie più ai validi interpreti che ad una regia un po' disordinata e dispersiva.
VOTO ***
PATERSON, di JIM JARMUSCH
CONCORSO
Paterson vive e lavora a Paterson: fa l'autista di bus ma sogna la poesia;anzi la scrive,provando di questa passione le emozioni che la sua vita ordinaria non potrà mai dargli.Jarmusch sembra scherzare, ma lancia messaggi universali nascosti dietro la quiete ordinaria della vita di tutti i giorni. E ci fa stare bene in due ore di bizzarra tenerezza.
VOTO ****
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