Giro di boa al 69° Festival di Cannes e domenica all'insegna delle donne. Chi ha stilato il programma ha pensato bene di relegare al fine settimana le opere dirette dalle registe donne. Così dopo Maren Ade ieri (candidatissima al momento alla Palma, dopo le recensioni positive al suo Toni Erdman) oggi tocca ad Andrea Arnold e a Nicole Garcia, rispettivamente con American Honey e From the Land of the Moon, un road movie con un cast quasi tutto di esordienti e un classico che più classico non si può. L'opera della Garcia inoltre ha qualcosa che ci appartiene: è tratta infatti da Mal di pietre, romanzo della nostra Milena Agus.
Entrambi i titoli approderanno nelle nostre sale.
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American Honey
Scritto e diretto da Andrea Arnold, American Honey racconta la storia di Star, una adolescente che abbandona la disfunzionale famiglia per unirsi a un gruppo di venditori di abbonamenti a riviste che percorre il Midwest americano andando di porta in porta. Immediatamente a suo agio in mezzo alla banda di giovani rappresentanti, tra i quali spicca Jake, Star adotta i fretta il loro stile di vita, scandito da sere all'insegna dell'alcol, piccoli misfatti e amori.
Con la direzione della fotografia di Robbie Ryan, le scenografie di Kelly McGehee e i costumi di Alex Bovaird, American Honey è il primo film girato negli Stati Uniti dalla regista, che ha scelto di proporre una storia radicata nella realtà e basata sulla sua stessa esperienza di viaggiatrice per gli States. Al centro del racconto vi è Star, una giovane che lascia casa per prendere la strada della ricerca dell'indipendenza e vivere le prime esperienze amorose con Jake, il leader del team. La Arnold ha tratto ispirazione da un articolo apparso nel 2007 sul New York Times sui venditori porta a porta, costretti a lunghi giorni di lavoro e a magre ricompense, scritto da Ian Urbina. Realtà ancora esistente negli Stati Uniti, i venditori di riviste porta a porta sono spesso impiegati in maniera non regolare dalle loro società e sfruttati. Affascinata dalla loro sottocultura, la Arnold ha deciso di seguire da vicino un gruppo di rappresentanti condividendo con loro ogni esperienza e accorgendosi come questi più che colleghi di lavoro siano come componenti della stessa famiglia adottiva.
Accanto ai due nomi affermati di Shia LaBeouf e Riley Keough, la regista ha voluto un cast di esordienti, rintracciati in giro per l'America. La stessa protagonista Sasha Lane, studentessa del Texas al primo anno di università, è stata individuata durante un giro di perlustrazione in Florida, a Panama City Beach, durante le note vacanze di primavera.
Le riprese di American Honey si sono svolte nell'arco di 56 giorni e per conferire realismo al lavoro la Arnold ha scelto di girare attraverso gli States con cast e troupe, chiamati ad affrontare un vero viaggio on the road al ritmo di musica country e trap.
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From the Land of the Moon
Diretto da Nicole Garcia e sceneggiato dalla regista con Jacques Fieschi, From the Land of the Moonsi basa sul romanzo Mal di pietre di Milena Agus e racconta la storia di Gabrielle, una giovane donna che vive in un piccolo villaggio nel sud della Francia in un momento storico il cui il suo sogno di vivere il vero amore è considerato scandaloso e addirittura folle. Contro la sua volontà, i genitori la danno in sposa a José, un contadino spagnolo onesto e amorevole che credono possa fare di Gabrielle una donna rispettabile. Costretta però dalle pietre ai reni a curarsi tra le Alpi, Gabrielle fa però la conoscenza di André, un ferito veterano della guerra in Indocina, che riaccende la passione sepolta in lei. Con l'amore ritrovato, Gabrielle desidera fuggire e svincolarsi da un matrimonio che la imprigiona, mostrandosi determinata a perseguire il suo sogno senza dover rinunciare come in precedenza.
Con la direzione della fotografia di Christophe Beaucarne, le scenografie di Arnaud de Moleron, i costumi di Catherine Leterrier e le musiche di Daniel Pemberton, From the Land of the Moon vede gli attori Marion Cotillard, Alex Brendemühl e Louis Garrel, portare in scena i personaggi di Gabrielle, José e André. A spiegare meglio le intenzioni del film sono le parole della stessa regista: «Il romanzo di Milena Agus mi ha suggerito l'idea di quanto potente possa essere il destino di una donna. Ma un libro richiede interpretazione e reinvenzione. Al fine di rendere mia la storia, ho dovuto appropriarmene liberamente: ciò mi ha consentito di deviare dal testo originale senza tradirlo. Con Fieschi abbiamo modificato la storia, l'abbiamo sviluppata e ne abbiamo inventato nuove parti, senza perdere mai di vista ciò che mi aveva profondamente colpita e il motivo per cui mi era piaciuta.
Il destino di Gabrielle è caratterizzato dalla forza di cui tutti siamo capaci quando i nostri desideri e i nostri sentimenti ci guidano ad andare oltre i nostri stessi limiti, al di là di noi stessi. Sin da quando è molto giovane, Gabrielle è accompagnata da un forte desiderio carnale che lei chiama "la cosa principale", una dolce fuga di desiderio e amore, un ardore animale. Tale passione, che interessa tutta la sua persona, finisce con lo scontrarsi brutalmente con l'uomo che vuole soffocarla (l'insegnante del villaggio) e con la condanna della sua famiglia e della società tutta degli anni Cinquanta. Nonostante la sua volontà, Gabrielle viene data in sposa a qualcuno che non ama ma nei 17 anni che verranno non perde mai niente di quella forza pulsante che le fa considerare il mondo intorno mediocre. E quando finalmente sperimenta il grande amore, quel momento estatico che potrebbe dare un nuovo senso alla sua vita ma che il destino rischia di rubarle, Gabrielle dimostra di cosa può essere capace la sua grande passione.
Gabrielle vive al crocevia di un mondo tradizionalista e di un tempo di maggiori speranze e libertà. Mi interessano i personaggi femminili che hanno una dimensione agitata e poetica. C'è qualcosa nella follia delle donne che mi attrae soprattutto quando queste nascondono una forte fragilità interiore, potenzialmente in grado di esplodere e provocare una catastrofe. Di From the Land of the Moon mi piacciono anche i due personaggi maschili, il marito José e l'amante André. Apprezzo la loro modestia, il loro coraggio e i loro silenzi. Una delle caratteristiche di questa storia è che i personaggi non ristagnano e non sono prigionieri delle situazioni».
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