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Vogliamo tornare negli anni '90?
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Vogliamo tornare negli anni '90?”... Chissà quante volte ci siamo posti questa domanda. Magari in riferimento all'economia (crescita dei profitti e in pensione giovanissimi), al modo di vivere, alla musica (pensiamo in questo caso alla dance anni '90 da moltissimi oggi rimpianta). Perciò, riprendendo anche il titolo di una canzone del 2014, firmata da “Dj Matrix”, “Voglio tornare negli anni '90”, mi sono chiesto: la nostalgia degli anni '90 riguarda anche il cinema? Vogliamo ritornare in quegli anni?

Dico fin da subito che, vedendo i film anni '90, un po' di nostalgia mi è venuta... e il perchè è semplice: le pellicole del secolo scorso erano meglio! Certo, oggi possiamo contare su più effetti multimediali, più effetti speciali, inseguimenti rocamboleschi ma, in tutta sincerità, se vi mettessi a confronto un film come “Heat – la sfida” con un action/thriller dei giorni nostri, quale scegliereste? Dobbiamo capire che il cinema non è solo una questione di tecnologia e denaro (molto presenti nei film di oggi), ma di idee, di originalità, di spirito di iniziativa. Non so voi, ma a me personalmente le pellicole che più sono piaciute negli ultimi anni sono i film indipendenti, siano esse degli anni '90 o del nuovo millennio. Gli stessi registi nelle loro scene riprendono vecchi film, e il fatto che molti produttori anziché cimentarsi in nuove storie e idee originali fanno remake, sta a significare che siamo in difficoltà. Prendiamo come esempio i film degli ultimi tempi: per cercare di riempire i cinema di tutto il Mondo, si è continuato un capitolo di “Jurassic Park”, oppure (sempre per quanto riguarda la fantascienza), si è prodotto un nuovo sequel di Star Wars. Negli altri generi le cose vanno ancora peggio: i film di animazione di adesso non reggono nemmeno lontanamente il confronto con i classici Disney, così come i film comici di adesso non riescono ad essere all'altezza di pellicole come “Una pallottola spuntata”, e per quanto riguarda i film di azione va detto che sono ricchi di tecnologia ma poveri di idee. Tutto ciò che significa dunque? Io lo interpreto come il fatto che il cinema 2.0 in fin dei conti non piace. Certo, si è introdotto il 3D, ora il 5D, ma la sostanza, ripeto, rimane sempre la stessa: poche idee, poca fantasia (o in alcuni casi eccessiva) e nessuna storia interessante da presentare. Basta anche solo analizzare un paio di Playlist che ho realizzato nelle settimane scorse, grazie al contributo di diversi utenti disponibili e gentili di film.tv, per capire che le cose in fin dei conti stanno come dico io: nella Playlist dedicata al film horror preferito, sono pochissimi i film dal 2000 in poi, così come nella PlaylistQual è il film che più vi ha fatto ridere"?. In quest'ultima, sono comparse pellicole come “Il grande Lebowski” del 1998, “Bowfinger”(film con Steve Martin e Eddie Murphy) del 1999, “L'aereo più pazzo del Mondo” del 1980... tutto ciò a dimostrare che il cinema di oggi fatica a raggiungere quei livelli.

All'inizio del post parlavo di nostalgia degli anni '90: infatti così è, almeno per me. Ho provato questa sensazione più volte recentemente guardando diverse pellicole di quegli anni. Vi faccio subito degli esempi. “Demolition Man” del 1993 con Sylvester Stallone, Wesley Snipes e Sandra Bullock, è veramente una pellicola ben realizzata, i vari “Heat – la sfida”, “Ronin”, “Insider – Dietro la verità”, credo che, ora come ora, siano inavvicinabili. Lo dimostra il fatto che vengono trasmessi periodicamente in tv e, nonostante quasi tutti ormai almeno una volta li abbiamo visti, continuiamo a guardarli. Tutto perduto allora? Beh, no non tutto. Per fortuna c'è sempre tempo di rimediare. Registi bravi, che non temono di mettersi in gioco, di rischiare, che cercano di studiare una storia, una situazione, più che lasciar fare ad un Personal Computer ci sono.. pochi ma ci sono. Uno tra tutti è Alex Van Warmerdam

Alex Van Warmerdam

Borgman (2013): Alex Van Warmerdam

A molti questo nome non dirà nulla ma è un regista, attore e sceneggiatore olandese che apprezzo molto. Di recente ho avuto modo di guardare “Schneider vs. Bax” da lui diretto ed interpretato: pellicola veramente molto bella (e che è piaciuta anche agli utenti di film.tv dato che la sua valutazione media è 7.3) che si pone in controtendenza rispetto ai film di sole sparatorie in cui i protagonisti sono gli effetti speciali, distinguendosi per il suo stile semplice, ma perfetto, e per la sua precisione. Del mio stesso avviso è un altro utente di film.tvnickoftime” il quale dice che “considerato che nel cinema non c'è più nulla di inventare e, che, nel bene e nel male, sullo schermo è passato praticamente di tutto, non si può non rimanere piacevolmente sorpresi quando capita di imbattersi in un film come "Schneider vs Bax" dell'olandese Alex Van Warmerdam, capace di rinfrescare un genere depresso come la commedia, innestandolo su una struttura apertamente sbilanciata sul versante del thriller.” Non posso che essere d'accordo con lui. Altra pellicola di Alex Van Warmerdam di livello ancor più superiore è “Borgman”, film del 2013, sempre da lui diretto ed interpretato. Sicuramente, secondo un mio modestissimo parere, Alex Van Warmerdam, in una mia ipotetica classifica di registi originali e che si discostano dalla massa, occupa una posizione di primo piano. Giusto per citarne ancora un paio di registi (e relativi film) che mi hanno sorpreso di recente, segnalo “The Gift – regali da uno sconosciuto”, diretto, scritto ed interpretato dall'australiano Joel Edgerton, che spero ci delizierà con altre pellicole simili. Altro regista poco conosciuto ma che produce thriller di buon livello (io mi riferisco soprattutto al film “The Loft”) è Erik Van Looy: un buon intenditore di gialli e misteri, mai banali le sue produzioni. Infine, non può non essere ricordato l'intramontabile Michael Mann, che riesce sempre ad introdurre qualche elemento caratteristico nei suoi film finendo con il risultare quasi mai noioso: insieme a Scorsese è, infatti, il mio regista preferito.

 

George Clooney

Money Monster - L'altra faccia del denaro (2016): George Clooney

 

Non solo una questione di soldi..

Come ho già avuto modo di affermare finora, il problema del cinema di oggi non è la mancanza di denaro, ma è l'assenza di idee e di originalità. Non a caso, i film che più ho apprezzato (e che hanno avuto un buon successo in tutto il Mondo), sono quelli che derivano dal cosiddetto “cinema indipendente”. Un film indipendente si caratterizza sia per i bassi costi sostenuti per realizzare la pellicola, sia sul fatto che punta tutto sulla originalità, sulla creatività di sceneggiatori e registi: questi, infatti, cercano di staccarsi dagli standard del “grande cinema”, il quale ultimamente ha puntato solo su effetti multimediali rocamboleschi, scopiazzando qua e là dal nostro amato cinema anni '90, finendo però con l'essere inferiore. Per dirla con le parole di Vincent (interpretato da Tom Cruise) in Collateral: “io la vedo così”. I film che ultimamente mi sono piaciuti, infatti, sono stati prodotti e distribuiti da “indipendenti”. In Italia ho molto apprezzato i lavori delle società di produzione come Cattleya, Lucky Red e Mikado, che hanno saputo realizzare prodotti cinematografici veramente interessanti e originali. Tornando alla scarsità di idee, una cosa che personalmente trovo veramente fastidiosa, sono i remake. Che senso ha rifare un'opera famosa che già tutti conoscono e, per l'aggiunta, farla peggio? Gli ultimi remake lo dimostrano: “L'ultima casa a sinistra” del 2009 a mio dire non ha proprio nulla di bello rispetto all'omonimo film diretto dal grande Wes Craven nel 1972; così come “Cani di paglia” del 2011, che è di livello assolutamente inferiore rispetto all'omonimo film di Sam Peckinpah del 1971; per non parlare dei vari remake di “Non aprite quella porta”, nessuno in grado di competere, qualitativamente parlando, con il film (guarda caso) indipendente diretto da Tobe Hooper nel 1974. Potrei continuare ad elencarne altri, ma credo di aver reso l'idea. L'unico remake che mi è piaciuto è stato quello di “Funny Games” del 2007, distribuito in Italia dalla Lucky Red, nel quale gli attori (primi fra tutti Michael Pitt e Naomi Watts) hanno dato prova di una grande interpretazione. Perciò ora mi chiedo: qual è l'unico motivo, se non l'unico scopo, oltre a quello di far cassa, di realizzare un remake? I film che si vogliono “rifare” molto spesso sono pellicole uniche che non potranno mai essere raggiunte, se non provando a mettere in scena qualcosa di meglio e di nuovo!. Non mi piace vivere di ricordi, o dover sempre esultare quando in tv ridanno un film vecchio, già visto e rivisto, perché non ci sono altre pellicole trasmesse che sono all'altezza. Film come “Analisi di un delitto”, “Ipotesi di reato”, “Il collezionista di ossa”, non sono inavvicinabili: alcune pellicole (come alcune che ho citato più su) raggiungono quasi quel livello, ma sono casi sporadici... si può fare ben di meglio.

 

 

Vogliamo tornare negli anni '90?

Da un certo punto di vista, per tutti i motivi sopra elencati, la tentazione è forte, però io sono convinto che ogni epoca ha il suo tempo. Necessario è fare delle scelte, perciò. I produttori dovrebbero riflettere più sulle opere, magari metterci anche qualche tempo in più – io sono dell'idea che è meglio un eccellente film rispetto a cinque pellicole mediocri -, però si sa che tra il dire e il fare ci sono di mezzo i soldi, e le esigenze di mercato, la pubblicità, preferiscono puntare più sulla quantità e su un prodotto sicuro (anche se completamente non innovativo) più che sulla qualità. Perciò, più che rimpiangere e provare nostalgia per i bei tempi andati, mi auguro che una maggiore attenzione possa essere riservata alle pellicole dei nostri giorni, con magari un pizzico di intraprendenza e originalità in più, per non chiedere troppo. Anche se so già per certo, che tra vedere un film anni '90 e un film di adesso sceglierai il primo....... vero boychick?

Grazie per chi ha avuto la forza di arrivare fino in fondo. A tutti auguro un buon cinema e un buon proseguimento!

 

 

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