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Lucca Film Festival. Incontro con Ruggero Deodato e il cast di "Ballad in Blood"
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Ieri, 5 aprile, al Lucca Film Festival, è stato presentato in anteprima mondiale il nuovo film di Ruggero Deodato: “Ballad in Blood”. Non potevo mancare all'appuntamento. Il ritorno dietro alla macchina da presa di uno tra i nomi più discussi nel panorama cinematografico italiano, era un boccone troppo ghiotto che non potevo  perdere. “Ballad in Blood” è un thriller italiano ispirato ad un fatto di cronaca realmente accaduto, l'omicidio di Meredith Kercher, la studentessa inglese assassinata a Perugia il 1° novembre del 2007. Non sapevo cosa aspettarmi da questo film, il trailer non mi aveva convinto del tutto e avevo paura che la mano del regista di Cannibal Holocaust si fosse arrugginita per via dei troppi anni passati lontano da un set. Mi sono dovuta ricredere.

Prima di passare alla cronaca della serata, e condividere con voi la simpatia che Ruggero Deodato (e i 3 protagonisti del film, insieme a Claudio Simonetti, presenti con lui all'anteprima) ci ha donato, ci tengo a precisare che Deodato in tutti questi anni è stato solo apparentemente in silenzio: ha partecipato come attore in alcuni film di suoi amici, scrive puntualmente sulla rivista “Nocturno” per la quale ha una simpatica e interessante rubrica, è in constante contatto con molti registi stranieri che non nascondono il fatto di ispirarsi a lui per il loro lavoro (Eli Roth e il suo “The Green Inferno” su tutti), è quindi stato un ritrovare Deodato, piuttosto che vederlo tornare...ed è stato un vero piacere.

Ruggero Deodato, Carlotta Morelli, Gabriele Rossi, Noemi Smorra e Claudio Simonetti hanno visto anche loro per la prima volta con gli spettatori del cinema Centrale, “Ballad in Blood”. Alla fine della proiezione il cast al completo si è messo a disposizione per raccontarsi e per rispondere alle domande degli spettatori. Deodato è stato un fiume in piena.

Curioso è stato il racconto che il regista ha fatto per dirci come sia riuscito ad avere i punteggi necessari per ottenere il contributo statale e quindi un budget migliore per fare il film.

...io non avevo punteggi: non ho mai preso l'Oscar, mai un Nastro D'Argento, nemmeno un David di Donatello. Non ho mai ricevuto niente. Ho 'solo' la mia carriera. Ho cominciato a fare l'elenco dei lavori che ho girato: 40 film, 15 serie, 1550 spot pubblicitari, documentari...sono 56 anni di carriera, non servono a nulla. Sono andato via, mi hanno detto: “ma sei matto a trattare così la commissione?”, ma che ci potevo fare? Non avevo punteggio. Dopo una settimana mi richiamano e mi dicono di tornare dopo un mese, ma che potevo fare in un mese? Vincere il David di Donatello? Un Nastro d'Argento? La soluzione è stata di prendere Ernesto Mehieux che aveva vinto un David di Donatello e questo mi ha dato il punteggio necessario per ottenere il contributo. Scrivere una parte per lui mi è servito per uscire dalla dimensione casa, trovare la pretesa per uscire all'eterno.”

Il racconto del regista prosegue rivelandoci alcune chicche riguardanti una scena cult, quella “della vecchia”.

...poi mi sono inventato delle cose: la vecchia! Delle soluzioni alla Tarantino, delle Tarantinate...delle c...zate in sostanza. Funzionava davvero la cosa, anche se sono stato criticato da tutti i miei collaboratori: “ma che ce stai a mette? Fai morì la vecchia?”...ma che vuoi che gliene freghi alla gente della vecchia...ce metto na barbona...” il tutto invece è stato perfetto perché poi di seguito alla vecchia ci stanno delle gag improvvisate che sono molto esilaranti.”

Deodato continua elogiando i suoi giovani attori, e ci confessa la sua paura ad affrontare nuovamente un set cinematografico.

Erano anni che io facevo solo c...zate: spot, fiction,“Incantesimo” e mi presentavano come “' regista dei Ragazzi del muretto'...ma io ero quello che aveva fatto “Cannibal Holocaust”. Avevo il terrore a fare un nuovo film, avevo girato il mondo, avevo quasi rischiato la vita, e tutti mi chiedevano di fare un altro film come Cannibal Holocaust, e quindi il primo giorno è stato duro per loro (riferendosi agli attori accanto), ma anche per me. Tutti che mi chiedevano: 'ma ora questo come lo girerai? Come lo farai?... io credo di averlo ben girato e ben recitato, e credo di averlo fatto alla mia maniera, alla Deodato: normale!”

Girando in poco tempo, potevo girare solo l'essenziale: buona la prima, al massimo buona la seconda, e questo è stato il mio tormento...la notte non ci dormivo... ora che l'ho visto realizzato, mi dico: beh...è venuto bene.”

A questo punto interviene Claudio Simonetti, che ci tiene a precisare come lui abbia collaborato con molti registi italiani quali Dario Argento, Lamberto Bava, Lucio Fulci... tutti registi che (come lui stesso d'altronde), non hanno mai ricevuto un premio dalla “casta” cinematografica. Nonostante questo sono conosciuti ed amati in tutto il mondo.

Deodato asserisce che oramai il cinema di genere in Italia è finito. Non esiste più il film del racconto, i film fatti con le mani.

...il mio film è fatto con le mani tutto è fatto artigianalmente, anche la distruzione dei mobili, si sono distrutti solo i mobili che non erano di proprietà della produzione”.

Anche gli attori raccontano, molto emozionati, la loro esperienza. Affrontare il primo lavoro con un regista come Deodato è stato di forte impatto per tutti, soprattutto per Carlotta Morelli che interpreta Lenka e non si risparmia nelle scene molto forti.

io ho fatto il provino 3 anni prima che cominciassero le riprese...e uno pensa 'avrò tempo per prepararmi'...beh non è così...”

Deodato interviene “per 3 anni le dico ' guarda che questo personaggio è una zozzona, una porcona, una che è pronta a tutto...dovrai essere abituata a spogliarti, a fare le peggio cose, a fare la pipì davanti a tutti'... io ero più preoccupato per il ragazzo di colore che non aveva mai fatto niente come attore, non per lei che me la stavo tirando su da 3 anni Beh...lei che ti fa? Appena arrivata mi dice 'io non faccio più di 3 pose nuda'....io manco l'ho più guardata quel giorno....”

...è vero- continua la Morelli- non mi ha rivolto più la parola, mi mandava a dire da altri quello che dovevo fare. Dopo una notte insonne, la mattina dopo sono andata da lui...e gli ho detto che avrei fatto tutto quello che mi avrebbe chiesto. E ho fatto bene, è stata una esperienza fantastica. Quello che ha convinto tutti a fare tutto sul set, è stato proprio la presenza di Deodato...per la bella persona che è oltre che per la sua carriera.”

Il clima in sala si riscalda, si ride molto, si scambiano battute tra i componenti del cast e il pubblico. Una bella atmosfera familiare, dovuta anche alla presenza di alcuni famigliari dei protagonisti.

Gli aneddoti di Deodato sono molti, moltissimi...e per gli appassionati come me è come stare in una pasticceria piena di leccornie.

Cominciano le domande da parte del pubblico. Riconosco il primo ragazzo che si propone, è uno degli utenti storici del nostro sito, che da qualche tempo non scrive più ma che rimane comunque molto seguito: Superficie 213. Anche questo incontro per me risulta davvero inaspettato e simpatico, i festival servono anche a questo.

Deodato confessa infine che lui non si considera regista horror, ma realista, perché si è sempre ispirato ai fatti di cronaca, ed è questo che in fondo interessa alla gente e che crea il cinema di genere..il resto (come dice lui) sono pippe mentali. “i registi di genere sono Lizzani, Petri, Monicelli...tutti registi che hanno fatto film di genere come si intendeva allora...il genere nasce dalla cronaca. Invece di farla raccontare ai talk show, ci facessero i film, ci sarebbe ancora il cinema di genere vero”.

Finalmente tocca a me fare una domanda. Sono emozionata lo confesso a lui (e nel cuore a me).

Gli chiedo quanto gli è mancato stare sul set e come abbia fatto a rimanerne lontano per tanto tempo.

...non mi è mancato proprio per nulla. La mia vita è pienissima anche lontano dal cinema. Io ho conosciuto la Bergman...lei era la Bergman quando andava a lavorare, a casa era tutta un'altra cosa: aveva i bambini, i suoi animali. Io sono la stessa cosa. Ho 7 fratelli che ci litigo dalla mattina alla sera e non hanno mai visto un mio film...stasera ne ho costretto uno (è presente in sala un fratello di Deodato). Uno lo hanno visto perché avevano messo il mio nome in fondo ai titoli di coda, si chiamava “L'ultimo sapore dell'aria”, hanno pianto per tutto il film. Quando hanno visto che era un mio film...mi hanno detto 'ci hai fregato...abbiamo visto un tuo film'. Io quindi ho una vita davvero piena, ho una figlia piccola, con le sue amiche sempre a casa. Ho la campagna, vado a more, faccio le marmellate, pure di lamponi.

Allora come le è venuto in mente di farne uno nuovo? -gli chiedo subito-

...perché questo fatto mi era piaciuto molto. Sai quante sceneggiature ho a casa che non sono riuscito a realizzare? Un film sui cinesi a Roma, un film bellissimo, forse il più bello che abbia mai scritto. Non sono uno che perseguita il produttore. Chiamo una volta, se mi dice che è in riunione non sto poi a richiamare... non sono uno che perseguita col copione, non insisto. Non perdo tempo con film che non mi va di fare. Se faccio un film lo devo fare sulla mia veste, vestito Deodato, se non è vestito Deodato non mi interessa. Voglio essere criticato, però su un film che mi appartiene, se non mi appartiene non mi interessa davvero.”

La serata prosegue ancora come in una riunione tra amici, quando si volge alla conclusione Deodato si presta – come si conviene ai grandi – agli autografi e alle fotografie. L'occasione è ancora buona per lo scambio a faccia a faccia per qualche battuta. Così quando mi avvicino Deodato mi domanda “ma allora ti è piaciuto il mio film? O no?”, presa così allo sprovvisto prende il sopravvento la mia toscanaggine e gli rispondo di botto: “mi è garbato parecchio!”

garbato parecchio? - comincia a ridere Deodato - “e che vuol dire 'garbato'? È una cosa positiva?” imperterrita col mio toscano continuo: “certo...è proprio ganzo...”. Si ride tutti insieme e Deodato, una volta “rassicurato” dal pubblico che “garbato” significa “piaciuto”, mi saluta calorosamente.

Una bella serata vicino al cinema che più mi piace, anzi...che mi garba parecchio.

 

 

 

 

 

 

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