Premessa: Masaki Kobayashi dopo una decade di film quasi sconosciuti, entra negli Anni '60 con quest'immenso capolavoro. E' un'opera che tratta la seconda guerra mondiale dal punto di vista del Giappone. Kobayashi sceglie di suddividere il lunghissimo materiale filmato in 3 film usciti consecutivamente nel 1959, 1960, e 1961, con un complessivo di 9 ore (circa 3 ore ciascuno).
"La condizione umana" (titolo della trilogia) è un termine che mette mano nello studio di tante discipline della scienza: sociologia, psicologia, filosofia, antropologia ecc... comporta quindi una visione olistica di tutte le problematiche che si aggirano attorno all'esistenzialismo.
Kobayashi sceglie di cominciare qui, la sua carriera da regista pacifista, antimilitarista e socialista, mettendo mano negli ideali più profondi e spirituali della sua cultura e dell'umanità in generalei. Usa come mezzo la Seconda Grande Guerra per parlare dell'Uomo in generale, della sua posizione e condizione all'interno di una società in continua evoluzione e colmo di ingiustizie e assurdità.
Kobayashi ci racconta la Seconda Guerra Mondiale dagli occhi dei giapponesi durante l'occupazione imperialista in Manchuria, per combattere contro i comunisti sovietici e quelli cinesi. Tatsuya Nakadai compie una prestazione indelebile nella sua carriera cinematografica come protagonista simbolo della lotta per i diritti del proletariato, contro la diseguaglianza fra razze differenti.
Divisione dell'opera: I - No greater love (1959)
Kaji è un uomo innamorato di una donna meravigliosa di nome Michiko e vuole sposarla. Nel frattempo scoppia la guerra, e il Giappone decide di parteggiare con i nazisti per il solo scopo di lottare con un buon espediente contro i cinesi, antichi rivali dei giapponesi. Quindi decide di fare la guerra per seguire dei fantasmi del passato, con l'Impero pronto a mettere a disposizione uomini da sacrificare per quella che era definita dall'Imperatore Hirohito, una buona causa.
Così, Kaji riceve la lettera di arruolamento, ed è costretto a lasciare per un periodo Michiko e partire per la Manchuria. Una volta lì assiste più volte a maltrattamenti violenti e inumani da parte di soldati giapponesi nei confronti di prigionieri di guerra cinesi. Lì, in un campo di concentramento sottoposto a lavori forzati, Kaji, dopo un periodo di arruolamento come soldato semplice, viene scelto come guardia di un gruppo di detenuti e diventa anche consigliere del Gruppo dei Colonnelli. In questa situazione Kaji, comincerà a mostrare ai suoi superiori il suo idealismo e buon cuore nel cercare di mettere in pratica quell'umanismo e socialismo che alla Cina ed al Giappone all'epoca mancava totalmente nella cultura.
Kaji si mette dalla parte dei più deboli, subisce al posto degli altri e si sacrifica moralmente per cercare di guadagnare ammirazione e consapevolezza nelle menti dei Generali e Colonnelli di idea completamente opposta alla sua. Passano i mesi e Kaji finalmente può rivedere Michiko che si è trasferita in Manchuria per poterli stare accanto."Quando sto fra le sue braccia, il tempo si ferma e nasce la pace"
In quel campo di concentramento, viene indetta da un Ufficiale la possibilità dei detenuti di vedere delle prostitute in cambio di un servizio nelle miniere extra all'orario ordinario di lavoro. Questa situazione nacque da un discorso moralista che Kaji ha cercato di esporre ai superiori dicendo che la cosa più desiderata dai detenuti è la libertà, mentre gli Ufficiali gli risposero che invece ciò che desideravano di più sono le donne...
Ogni qual volta c'era la pausa-prostituta, venivano aperti i cancelli con filo spinato eletrizzato a 6000 V per farle entrare.
Questa situazione ha fatto partorire l'idea in alcuni detenuti di scappare... e così avvenne...
Ciò causa un'aumento della violenza da parte degli ufficiali e quindi anche un aumento delle ore di lavoro, diminuendo quelle di "libertà". Fra i prigionieri un cinese, si innamora di una di quelle prostitute e le promette di fuggire con lui alal fine del conflitto per sposarla, lei acconsente e trovano il modo di vedersi di nascosto grazie all'aiuto di altri suoi compagni...
Kaji saputa la notizia, fa di tutto per mantenerla segreta e nel frattempo lotta anche con i denti, per diminuire gli atti di violenza sui detenuti.
Alla fine, la furia degli ufficiali cinesi accomunati a quelli giapponesi ha fatto si che sia decisa un'esecuzione per tutti quei prigionieri che tentavano di fuggire......
Questo finchè Kaji ed altri ricevono la lettera di trasferimento in una caserma per prepararsi alla guerra, cosa che lui voleva evitare a tutti i costi per potersi sposare con Michiko che vedeva sempre più di rado.
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II - Road to eternity (1960)
Kaji riceve ordine di andare in Guerra e di essere il comandante di un battaglione, data la sua tenacia e capacità di oratoria nel trattare con i suoi superiori, i quali nonostante il disappunto verso gli ideali umanistici, lo ammirano.
Una volta arrivato alla caserma a Nord della Cina in concomitanza con i confini russi, conosce alcuni militari nel suo settore che poi diverranno suoi amici fidati.
Lì continua a vedere maltrattamenti dei detenuti e situazioni inumane, irrispettose e umilianti, come schiaffi continui e violenti da parte dei superiori per il solo gusto di darli a tutti i primini... ridicolizzazioni dei difetti fisici, razzismi esagerati fra giapponesi, cinesi e koreani, in conflitto costante. I superiori di origini nipponiche dimnostrano il loro disprezzo per quelle che definiscono "civiltà inferiori e inette" sputandoli in faccia e chiamandoli "feccia", "cani", "maiali".
Da qui partirà una lunga e dura preparazione alla guerra contro i Soviet, nella quale molti militari scappano per diserzione, altri in tentata fuga vengono amazzati ed altri ancora vengono uccisi dai maltrattamenti e violenze fisiche.
Kaji continua la lotta esapsperata per i diritti dei lavoratori suscitando non poche riflessioni ai superiori.
Pian piano cambieranno le cose... ma intanto comincia la guerra e Kaji viene inviato come capo del gruppo di perlustrazione sulla parte più avanzata del terreno di battaglia, allo scopo di attendere i Soviet e di mandare un messaggero a dare l'informazione del loro arrivo, mentre lui con gli altri, intrattiene le prime pattuglie Rosse usando i fucili da cecchino, cannoni anticarro e granate contro i carroarmati e le milizie di fanteria.
Sul fronte, moriranno gran parte dei suoi compagni e Kaji sarà costretto anche a uccidere per salvarsi la pelle o per salvarla a qualche suo compagno. Quest'esperienza causerà una crisi di coscienza ed una tristezza infinita nel suo cuore, tale da fargli credere che se raccontasse quanto è successo a Michiko, lei non lo vorrà più sposare.
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III - A soldier's prayer
La guerra è finita ed ora ci sarà il lungo ritorno a casa, attraverso la giungla, montagne, e colline piene di militari russi in attesa di "musi gialli nipponici" per annientarli.
Il ritorno sarà lungo e faticoso, e ad intralciare il cammino ci sarà una milizia russa. Kaji dopo aver tentato di aiutare dei cinesi in difficoltà, verrà fatto prigioniero e sottomesso. I russi li tratteranno con rispetto, seppur obbligandoli ai lavori forzati, ma senza maltrattarli, rientrandi negli ideali bolscevichi: ogni lavoratore merita rispetto, perchè compie un servigio per l'intero Paese.
Qui Kaji continuerà imperterrito, stanco e infelice, a lottare per i diritti e per l'umanità nei confronti di quelli che non sono oggetti ma "ESSERI SENZIENTI E UMANI, in grado anche di fare la Pace, l'Amore e il Bene".
I russi non gli danno ascolto e lo ridicolizzano, fino a che non lo mandano in Siberia, dove navigando fra lande desolate, neve e vento, comincia un soliloquio lungo ed esasperante fino a sfociare in un stato allucinatorio ...
Conclusione:
Kobayashi ci vuole far capire, come fece altrettanto per il suoi capolavori "Harakiri/ Seppuku" e "Samurai Rebellion - Jôi-uchi: Hairyô tsuma shimatsu" che nella nostra società, dal punto di vista storico i meritevoli, quelli che lottano per l'Amore con l'Amore, non ricevono mai il loro compenso, ma invece vengono soppressi da una civiltà corrotta e malata, che preferisce pensare a sè, piuttosto che preoccuparsi del prossimo, così da causare conseguenze inaudite e negative nelle vite di tutti quelli che ci stanno vicino.
La regia e la sceneggiatura sono davvero incommensurabili e fantastiche. La storia è cinica, realista, racconta bene ciò che è successo in quel periodo e ciò che su quella matrice avviene da secoli.
Kobayashi nei suoi film s'è sempre schierato politicamente contro le usanze e contro le tradizioni inumane degli orientali, cercando di far riflettere le nuove generazioni dal dopoguerra a cercare di cambiare questo mondo marcio ed esasperante.
E' il capolavoro di Masaki Kobayashi e fra i più grandi film della storia del cinema in generale e di guerra. Secondo molti critici è addirittura reputato il miglior film mai fatto. Istruttivo, garbato, intelettuale, rivoluzionario e moralista. Secondo i critici giapponesi, invece, è una delle più grandi opere mai dirette nel loro paese, e la stima va soprattutto al protagonista Tatsuya Nakadai, che dopo anni come commesso in un negozio di vestiti, viene scoperto da Kobayashi e diventa la più grande leggenda cinematografica del Sol Levante, il quale nella carriera oltre ad essere protagonista di alcuni fra i migliori film di Kurosawa come "Ran" e "Kagemusha" è stato spesso messo in coppia a un'altro simbolo del loro cinema, ovvero Toshiro Mifune, in mitici film come "Yojimbo - La sfida del samurai", "Sanjuro", "I sette samurai", "Anataomia di un rapimento" e altri...
Chapeau. Voto all'opera: 10 cum laude.
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