Sfogliavo oggi tranquillamente il nuovo numero di Film Tv cartaceo appena acquistato in edicola, sino ad arrivare alla consueta rubrica (“Cinerama”) con lo spazio dedicato alle recensioni dei film in sala e quasi prendevo un colpo.
"Le dernier coup de marteau" tra le schede dei film in uscita?? “Era ora!” ho pensato subito… Finalmente questo appetibile e sicuramente interessante lavoro presentato a Venezia ormai un anno e mezzo fa, e che speravo davvero di poter vedere prima o poi, ha trovato uno sbocco anche nelle nostre sale!
Eppure non faccio a tempo a leggere la recensione che scopro l’amara sorpresa: “dall’8 al 30 Gennaio al Cinema Massimo di Torino” e a seguire tutti gli altri dati tecnici del film, compresa la distribuzione: “Cineteca Italiana”.
Ma come? In una sola sala in tutta Italia si potrà godere di questo spettacolo? E’ un’anteprima o saranno gli unici fortunati a goderne? Provo a cercare in rete qualche informazione utile, ma non trovo molto. Il sito internet newsspettacolo.com riporta un comunicato dello stesso Cinema Massimo/fondazione che: “Continua nel nuovo anno il fortunato appuntamento mensile [Import], che si propone di portare in sala film recentissimi, che hanno ricevuto grandi consensi nei festival internazionali, ma che non hanno trovato distribuzione in Italia.” e i contatti della sala. Di più non trovo e nello stesso sito Internet del Cinema Massimo non c’è scritto molto altro (idem dicasi sulla distribuzione di “Cineteca Italiana”)…
Ora, non vorrei sembrare retorico o anacronistico: ma possibile che se per Checco Zalone si possono occupare più di 1.200 sale (!) per un film – sia pure certamente di “nicchia” e riservato a una fascia di mercato ristretta come questo – non si possa averne qualcuna in più di una?
Avevo dei dubbi sullo scrivere un post solo per evidenziare questa cosa (non è di certo la prima volta che alcuni film si vedono male o malissimo o non si vedano proprio, ovviamente) ma francamente mi pare l’ennesima conferma che ci sia qualcosa che non va nel nostro sistema distributivo… E’ vero: il pubblico di riferimento di certe opere si è impigrito, le piccole sale fanno fatica a sopravvivere con i film d’essai e chiudono e tutto quello che si vuole…. ma non possiamo limitare la visione di tali film spesso interessanti esclusivamente ai festival o ad altri sistemi di fruizione che non siano la sala…Il timore è che prima o poi per una corresponsabilità di fruitori e distribuzione si arriverà al dominio totale dei grandi colossi e dei soliti noti.
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