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In Serie (23) : Fargo ( 2a stag. ) - p. 1 di 2 : Sisifo Felice.
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• I •  X-F...argo.

" It's just a flyin' saucer, Ed. We gotta go. "
Peggy Blumquist al marito.

Jeff Wayne – the Eve of the Worlds ( feat. Richard Burton ) – the War of the Worlds – 1978

  
1979. Qualcosa dev'essere fuggito dall'Area 51 perché Ronald Reagan questa volta sembra potercela fare.
Fargo, North Dakota. Il patriarca della famiglia criminale dei Gerhardt viene colpito da un ictus che lo rende totalmente invalido. Mentre la moglie e i due figli maggiori pensano a come spartirsi il potere si affaccia sulla scena una ben più potente organizzazione mafiosa di Kansas City con mire espansionistiche a nord : ci sarà un'incorporazione o una scorporazione?
Nel frattempo.
Luverne, Minnesota. L'ultimogenito dei Gerhardt, in trasferta, poco dopo aver compiuto una strage in una Casa delle Cialde durante uno scombinato tentativo di intimidire un giudice, finisce investito, distratto da alcune luci nel cielo, da un pirata della strada che se lo porta via ancora svenuto sul cofano (ma ben assicurato con la testa infilata nel parabrezza sfondato).
La polizia indaga mentre il cumulo dei morti cresce, una parrucchiera e un macellaio portano avanti il sogno americano, e i reduci dal Vietnam conducono la ''loro'' nativa guerra a casa.


“ The bad news is that if we do in fact get off the earth we will contaminate the rest of the universe with our moral insufficiency. ”
E.L.Doctorow - Homer & Langley - 2009

http://previously.tv/m/2015-10-12-fargo05.gif


Fargo è un luogo primariamente ''morale'' ( e ''mentale'' ) oltre che prettamente geografico.
La direttrice non è più (nord-)ovest-est(-sud) : Fargo-Bemidji-Duluth-St.Paul, ma (nord-)sud(-sud) : Fargo-Luverne/Sioux Falls-Kansas City.
La costruzione di una mitopoiesi propria, interna, eppure estesa nel tempo e nello spazio di un'intera nazione e di più generazioni è inarrestabile.


Un dollaro e ottantasette cents. Era tutto. E sessanta cents erano in pennies. Pennies risparmiati uno o due per volta, contesi al droghiere e al verduraio e al macellaio, finché, convinti di taccagneria da quelle puntigliose trattative, le guance vi si coprono di rossore. Tre volte Della contò il denaro. Un dollaro e ottantasette cents. E l’indomani era Natale. Era chiaro: non c’era altro da fare che lasciarsi cadere sul nudo lettino, e mettersi a urlare. E così appunto si comportò Della. E ciò vale a stimolare la riflessione morale che la vita è fatta di singhiozzi, sospiri e sorrisi, con una certa preponderanza di sospiri.
O. Henry ( William Sydney Porter ) - il Dono dei Magi [ “the Gift of the Magi”, 1905 ( in “the Four Million”, 1906 ) ] - Adelphi, 1980 ( in “Memorie di un Cane Giallo e Altri Racconti”, traduzione di Giorgio Manganelli ).


• II •  Stranger Than Fiction, or : This is a True, Great Story, Stupid !

Bisogna sapere “quand'è il momento di spostare il cinturino del cappello dalla nuca al mento”.
Stephen King – From a Buick 8 – 2002

1825-1980 : the HISTORY of TRUE CRIME in the Mid West.

F for Fargo : recitiamola ancora una volta, la pletora di cartelli iniziali esplicativi :
« This is a True Story. True.
I fatti qui rappresentati sono accaduti nel 1979 in Minnesota.
Su richiesta dei sopravvissuti, i nomi utilizzati sono stati cambiati e sostituiti da altri, fittizi.
Per rispetto alle vittime e ai deceduti il resto degli avvenimenti è stato riportato e raccontato esattamente così come è avvenuto nella realtà. »


Ancor più che nella 1a stagione, qui il creatore e showrunner Noah Hawley e gli stessi Coen bros., co-prod. esec., giocano non più solo scopertamente ma ancor più ulcerosamente con la mit(olog)ica e seminale didascalia iniziale ''Based on a True Story” ( I said : True! ) e compiono un passo ulteriore, andando a situarsi in quel pregevole contesto di postmoderno ultramassimalista composto da folli compartimentati che singolarmente, di volta in volta, vogliono non solo scrivere il Grande Romanzo ''Americano'' [ europeo ( inglese, francese, tedesco, spagnolo, italiano…), cinese, giapponese, indiano, russo, sudamericano, mediorientale, africano…] ma intendono da un lato Ri-Scriverlo ( da Philip Roth a Matthew Weiner, da Don DeLillo a Edgar Reitz, da Richard Powers a Bernardo Bertolucci, da Thomas Pynchon a Michael Cimino ) e dall'altro Documentarlo Fedelmente ( una delle due imprese, per forza di cose, è impossibile. Ma vale la pena tentare : August Sander docet : PlayList e Post ).


« Se il pubblico crede che una cosa sia basata su un evento reale, questo ti dà il permesso di fare cose che altrimenti la gente non potrebbe accettare. » - Joel ( & Ethan ) Coen.


• III •  Bisogna immaginare Sisifo felice.

" Sandy ", dice Curt.
Sandy gli rivolge un'occhiata : E adesso che c'è ?
" Quest'anno il mio ragazzo gioca a baseball nella divisione Legion, te l'avevo detto ? ".
" Soltanto una ventina di volte ".
" L'allenatore ha un bambino piccolo, avrà tre anni. Un giorno della scorsa settimana, quando sono andato in città a prendere Ned, ho visto mio figlio sul fuoricampo sinistro, un ginocchio a terra, che tirava la palla a quel bambino. E mi sono innamorato di lui un'altra volta, Sandy. L'ho amato come la prima volta che l'ho preso in braccio, avvolto in una coperta. Non è strano ? ".
Sandy non pensa affatto che sia strano. Pensa che sia forse tutta la verità che il mondo ha bisogno di sapere sugli uomini.
Stephen King - “ From a Buick 8 ” - 2002

"Accetta il Mistero", dice la Morte.
"Col cazzo", le risponde la Vita.
O l'incontrario.   

Il Rustin "Rust" Cohle del "True Detective-1" di Nic Pizzolatto ( e Thomas Ligotti ) avrebbe annuito scuotendo la testa. 

Il punto è un altro, forse. Ovvero bisogna capire quale sia il fulcro della frase, se "felice" oppure "immaginare"...   
 

https://nypdecider.files.wordpress.com/2015/12/2-stab.gif?w=618&h=412


Noreen : “ Camus dice : '' La consapevolezza della morte rende la nostra vita un'assurdità ''. ”
Betsy : “ Beh, non so chi sia questo Camus. Ma sono sicura che non ha una figlia di sei anni. Nessuno con un po' di sale in zucca direbbe mai una cosa tanto stupida [ bad foolish ]. Siamo venuti al mondo per portare a termine un lavoro, compiere una missione. E ognuno di noi ha a disposizione il tempo necessario per farcela. ”


Ne ''il Mito di Sisifo'' (1942-'47/'48-1957) di Albert Camus si tratta, tra l'altro, dell'incoerenza illogica della vita ( la morte è il rimedio alla malattia del vivere o la vita è un lapsus della morte ? ) : la disperante, annichilente, distruttiva, inquietante, logorante, definitiva, debilitante ed (in)esaur[i(bile)]ente scoperta e presa d'atto e di coscienza del fatto che alla resa dei conti il nostro viaggio - breve o lungo che sia, ricco o povero di speranze, sogni, desideri, bisogni, considerazioni, previsioni - viene ricondotto solamente al non-più-vivere, si riduce tutto al nulla, sfiorisce e si disvela nel niente e si risolve in questo : si tratta soltanto di morire. E il domani non è, mai, esistito, nemmeno per un baluginare d'attimo, per il rintocco d'un momento. Le residue spoglie immortali del futuro, un'imago martoriata e purulenta, in seguito a questa epifania ci diventano nemiche, straniere, lontane, estranee, incomprensibili : non più ideali, morale, libero arbitrio da domare e coltivare : tutto è profondamente inumano : un oggetto strano, il mondo, e un involucro vuoto, la mente, il corpo, la coscienza di sé. La gratuita ed insindacabile asimmetria del destino ( il banco vince, sempre ) è un orrore quotidiano : il risultato, un passo dopo l'altro del sole lungo la sua traiettoria in cielo, il suo arco d'orizzonte, è l'inutilità del vivere. La ragione fallisce...quando trova la risposta ultima : poi, più nulla, niente, basta, zero. E mai più. L'intelligenza collassa su sé stessa, si raggomitola e torna a ciucciarsi il pollice ( inutilmente opponibile ).


L'Oida ingloba il Primato della Percezione : la speranza kierkegaardiana collassa di fronte alla consapevolezza empirica, la trascendenza husserliana si accartoccia di fronte all'evidenza esperita.


“ I remember holding her in my arms and absolving God of meaninglessness. […] And so do people pass out of one's life and all you can remember of them is their humanity, a poor fitful thing of no dominion, like your own. ”
E.L.Doctorow - Homer & Langley - 2009


Betsy, abbracciando nel letto la figlioletta, interpreta senza saperlo il senso e la morale de “il Mito di Sisifo”, almeno in parte ( lei crede in Dio ) : la risposta che dà a Noreen non è altro che il finale del saggio di Camus, traslato (d)al buon senso :
“ Ma Sisifo insegna la fedeltà superiore che nega gli déi e solleva i macigni. Anch'egli giudica che tutto sia bene. Questo universo, ormai senza padrone, non gli appare sterile né futile. Ogni granello di quella pietra, ogni bagliore minerale di quella montagna, ammantata di notte, formano, da soli, un mondo. Anche la lotta verso la cima basta a riempire il cuore di un uomo. Bisogna immaginare Sisifo felice ”.


• IV •  La sola ragione del viaggio : esser pronti.

"...quella gioia singolare, capace di trasformare il tempo tra la conclusione dei preparativi e la partenza vera e propria nel periodo più felice di un lungo viaggio. Mai come in quel ''prima'' si è padroni del mondo. "
Fredrik Sjöberg - FlugFällan - 2004 (IperBorea)


E' quello che fa Peggy - parrucchiera, casalinga e moderna Artemide un poco ottusa, rintronata ma a tratti lucidissima, forse una semi-autistica morale, indefessamente chiusa allo stupore e al contempo serratamente diretta verso il Sogno Americano -, ma da ferma.
In attesa di una via d'uscita casuale, di una distrazione del destino, Peggy segna il passo e di questo American Dream reiterato a sottofondo sconfitto ne accatasta i ritagli integrali, le rigaglie patinate, gli avanzi pervasivi, le frattaglie polverose, i cascami pellucidi, accumulando pigne e mucchi di riviste femminili di moda e stile di vita in un labirinto compulsivo di carta straccia a forma sia di gabbia che di fondamenta.


« Radunare tutta la vita americana registrandola in una sola edizione : un eterno magazine costantemente aggiornato. »
E.L.Doctorow - Homer & Langley - 2009 (Mondadori)


Nell'intricato e pervasivo groviglio di carta patinata accatastata in cumuli di torri e muraglie sino a formare l'imago disposofobica di un sogno coltivato e rimandato ad libitum, Peggy si muove con agilità e destrezza : in questo dedalo in cui è precipitato il suo futuro facendosi passato strato dopo strato, in un eterno presente che segna il passo fermo sul posto, Peggy riesce a sconfiggere - a quale prezzo - il minotauro che aveva occupato abusivamente il suo labirinto a guisa di panic room (house).
Il finale la vedrà nuovamente in una cella (frigorifera), circondata dai fantasmi di un sogno di celluloide che le affumicano la mente, e poi diretta - trasportata in un abitacolo - verso un'altra camera di detenzione.


• V •  Cross-Reference.

E' difficile impugnare il proprio destino : lo faceva Molly nella stagione precedente, qui invece si agisce per dovere/lavoro, per pura reazione ad azioni casuali, o per inerzia.
A ritroso e in avanti nel tempo, il mondo non cambia, rimane sempre lo stesso, come una certa capanna nel bosco [ sempre più affollata : 1996(1987) : Peter Stormare-Steve Bushemi-Bruce Campbell, 2014(2006) : Billy Bob Thornton-Colin Hanks-Allison Tolman, 2015(1979) : Kirsten Dunst-Jesse Plemons-Patrick Wilson-Ted Danson-Jeffrey Donovan-Zahn McClarnon ]…


Partendo dal ri-uso in chiave anch'essa semi-grottesca ( e parlando del grottesco in senso più generale, esteso e permeante : il grottesco dato sul grottesco, a più mani e strati, paradossalmente non genera un grottesco pieno : da questo surplus scaturisce un contrasto che genera non altro che la realtà del quotidiano, palpabile oltre il sensibile ) e dis/non-funzionale dello split screen, i richiami (call-back) e i collegamenti-convergenze di segno pratico con “Fargo - il Film” e “Fargo - la Serie - 1a stag.” sono ovviamente molteplici e tutti sensati e significanti.


E' più ''stupefacente'' e lascia più esterrefatti ed interdetti la citazione che Mike Milligan trae dal “Jabberwocky” di Lewis Carroll contenuto in “Attraverso lo Specchio” facendola diventare un mini-monologo piuttosto che l'apparizione ufologica

{ la cui presenza concreta tutto sommato è stata preparata con tutta una rigogliosa caterva e una sfilza doviziosa di particolari, citazioni, rimandi, premesse, riferimenti, ammiccamenti ufologici a bizzeffe che paradossalmente possono risultare persino eccessivi [ la ''visione'' di Rye, il voice over dal musical ( Wells → Welles ), la battuta “come guardiani di uno zoo”, e poi adesivi, riviste, cartelli, segni...] : ma forse funzionano bene proprio in maniera...inversa : sono talmente tanti che alla fine uno pensa che ce la si caverà con un inserimento nel finale di stagione quanto più ambiguo, collaterale ed interpretabile possa essere. E invece : TOH! }

con tanto di close encounters del 3° tipo : come dice Peggy : “ È solo un U.F.O. ! ” ( tra l'altro, una delle rappresentazioni più realistiche mai viste : dall'astronave piove, trasuda e percola condensa. Solo in “District 9” tanto...realismo mainstream ). Ma quel momento-Milligan, allora e per l'appunto, cos'è ? Quella si ch'è una scena straniante e derivativa, più ancora che il manifestarsi tangibile della presenza aliena : utilizzare e citare il Tarantino Style

( ovvero il racconto-parabola virato al grottesco e ancor più al caricaturale, completamente slegato dal contesto, almeno all'apparenza : ma non è questo che conta : pur c'entrando con gli avvenimenti in essere è il modo innaturale ed irrealistico, persino se confrontato con una presenza extraterrestre, che lo definisce e caratterizza a stonare più di un'astronave )

in tempi in cui il primo a citare Tarantino è Tarantino stesso ( ec-citandosi addosso : “Django Unchained” è un ottimo film, ma rispetto a “Inglourious Basterds” è uno stop ) segna un po' il passo.


Ad ogni modo “Fargo – la Serie – 2a stag.” è uno splendido, magnifico, eccezionale, doloroso, entusiasmante, commovente, attraente mash-up che sembra un crash automobilistico tra "Mad Men" e "Breaking Bad", i Coen e Tarantino ( e quest'ultima, forse, come detto, è la parte più ''usurata'' ), è un eterogeneo melting pot che dissimula la realtà rendendola più vera del vero, è un crogiolo multiforme di stilemi e codici, generi e infrastrutture semantiche : gangster, poliziesco, noir, thriller, giallo, crime-drama, black-comedy, grottesco, fantascienza, esistenziale : insomma : Fargo.


• VI •  Altrove.

“ Good night, Mr. Solverson ” - “Good night, Mrs. Solverson, and all the ships at sea ”.

Con un anticlimax perpetuo e protratto per tutto il season finale, Fargo precipita, collassa e si accartoccia in un lieto fine sommesso e sfrontato.
In culo al destino, quasi nessun ''buono'' muore. Grazie, ne avevamo bisogno.
Fragili e fortissimi, malconci e sopravvissuti, comuni e ordinari, preziosi e bellissimi : gli appartenenti alla famiglia Solverson contemplano il presente e si affacciano al domani guardandos'in viso, oggi negli occhi un altro po' di futuro.


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La seconda parte del doppio post ( che contiene i punti : VII. Episodi – VIII. Cast & Crew – IX. Press Play – X. AlfaBeto / BurnOut ) la si trova qui : BurnOut.   

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