Film.tv si apre alle serie: è oramai noto che dal 2016 la community potrà inserire anche commenti e recensioni alla fiction seriale e che per l'appunto alle stesse sarà destinata un'apposita sezione. Nello spazio apposito, ciascuno potrà dire la sua su come gestire questa importante novità editoriale. Qui, invece, il sottoscritto si propone di rilanciare il dibattito pro o contro le puntate televisive.
Da troppo tempo sostengo che il cinema e la televisione non possono interlocuire e che una serie tv non ha la stessa forza visiva di un film. Tuttavia, molti sostenitori della fiction propendono per un'uguaglianza tra le due cose, affermando, in senso lato, che le serie e il cinema hanno "pari dignità". Resta, però, innegabile il concetto di serie: intrattenimento commerciale, che poco si sposa con l'idea dell'arte, in fondo alla base (ancora adesso) della macchina cinema.
Prendo ora una piccola scena tratta da "Mad Men", l'episodio finale della prima stagione e lo posto qui di seguito
Analizziamo la scena: un uomo parla, senza mai essere interrotto dagli altri. La televisione non permette una "cacofonia" audiofonica, come potrebbe esse4re nel cinema e ciò quindi tradisce la matrice teatrale della scena stessa. Nell'arco di quasi quattro minuti, non ci sono "immagini", solo uomini che parlano tra loro, in un unico ambiente e rievocano attraverso le parole di uno dei protagonisti il concetto di nostalgia. La scena non dà nessuna emozione; la macchina da presa può muoversi poco; non succede in pratica nulla.
Questo è solitamente quanto accade in una serie: nulla. Ci sono persone che parlano in un interno; che spiegano i fatti; che raccontano quanto non si è visto. In questo ambito "visivo" così piccino, non posso immedesimarmi nei personaggi; se non ho seguito la serie non posso condividere nulla.
Confronto ora quanto appena visto nella noia totale con una scena della quasi identica durata di un film qualsiasi:
Non a caso ho scelto per il confronto un film cerebrale ("L'ora di religione") ma avrei potuto trovarne un altro. Si osservi come, in fondo, pur se non si è visti il film si è catapultati da subito nell'universo onirico del protagonista: tutto appare chiaro da subito; le sequenze si succedono con rtegolarità; le voci si alternano ai suoni; le musiche accompagnano ora l'uno o l'altro sfidante. Gli interni sono ripresi da altre angolazioni; non più solo a servizio del protagonista (come nella serie sopra esposta: un ufficio che, in fondo, è solo un ufficio) ma in grado di trasferire sin da subito, al loro apparire una significanza che elevi l'arredo al rango di necessarietà della narrrazione.
Non mi basta: prelevo un altro frammento di serie tv.
Durante un intero minuto e mezzo due attori parlano e straparlano dell'amore. Non si sfiorano; non accade nulla. Lo scenario non partecipa di quanto accade intorno; la struttura è statica e i contorni restano definiti.
Voglio confrontare questo frammento con un qualsiasi pezzo simile nell'ambito di un film qualsiasi.
Osservo come i protagonisti, più o meno nelle stesse posizioni dei due attori precedentemente mostrati abbiano un dialogo in fondo similare. Siamo al cinema: i contorni sono definiti. I suoni ed i rumori sono integrati nella scena; non distraggono dall'ascolto. Mentre nella scena precedente non accade niente, qui un intero locale è sconvolto dalla dichiarazione della giovane donna. Al cinema, ogni scena non può essere interlocutoria: deve auto-concludersi scoprendo una parte della storia stessa. In una fiction, invece, la scena può essere inutile: serve ad introdurre un nuovo attore (non un protagonista: si badi bene. Esigenze commerciali impongono nuovi volti, nuovi scenari - fermo restando che le serie sono chiuse negli interni - perché il pubblico sia interessato ad esse), ad aspettare la pubblicità, ad attendere che la massaia abbia preparato con cura la cucina. Al cinema, invece, ogni scena scopre un pezzo della storia stessa.
La serie tv è qualcosa che spetta al "fruitore" televisivo; il cinema è più adatto allo "spettatore" . Possono essere raffrontati questi due diversi animali ghiotti d'immagine ? Secondo me, no.
Un film non è semplicemente ciò che osservo recandomi in sala: è la condivisione di quanto vedo con gli altri spettatori; il parlarne in tempi relativamente adeguati. La serie invece è scambio di battute comprensibili solo dagli affezionati. Tendenzialmente, ci si approccia alla serie con tre macchine da presa simultaneamente: gli attori sanno che si fanno contemporaneamente inqyuadrature strette e inquadrature larghe. La loro recitazione, come ebbe a ricordare Caterina Vertova, attrice italiana di serie, non è paragonabile al film: non si può sbagliare in eccsso; devono presentare il prodotto (perché di solo prodotto si tratta) in tempi precisi. Un regista non può permettersi di perdere tempo o di lavorare sugli attori. Si limita a dirigere il traffico. Sa che le scene d'azione non ci saranno (e nei casi rarissimi in cui sono presenti saranno limitate dalla durata della puntata stessa) e che non può mettere le mani sulla sceneggiatura. Tu che guardi la serie non sei mai in compagnia di una moltitudine, al massimo ci saranno cinque-sei amici davanti ad un piccolo schermo. Invece, il cinema è momento emozionale; esperienza visiva e sensoriale, soprattutto sogno di paragone.
Facciamo caso al seguente episodio di un'altra serie televisiva americana:
Tale frammento può essere fruibile solo grande schermo: se lo proiettassimo al cinema, lo spettatore finirebbe con l'uscire con il mal di testa! Infatti, il continuo abuso di campo e controcampo non tiene conto della necessità di adeguarsi all'occhio dello spettatore, piuttosto della necessità di conferire "aria" ad un dialogo movimentandolo con il cambio di campo! E ciò non è nella logica di una ripresa, piuttosto nel diktat di una televisione.
Il fatto, e qui citerò Costanzo, il regista, è che persino una serie come "In Treatment" partecipa allo spirito del "cinema nella forma , non nella sostanza" (MicroMega, 9/2014). Perché, aggiunge, se "il cinema ha un valore profondamente intellettuale e artistico, il contenuto di "In Treatment" è profondamente volgare. Attraverso le immagini, il cinema può cambiare il punto di vista dello spettatore: la tv, no. " (ivi, ndr). La tv, viene ribadito nella stessa intervista, è come il giornale, che il giorno dopo non ci sta più: con il giornale ci si ncarta il pesce e così, "della televisione non resta niente". Nonostante appaiano oggi come luoghi imprescindibili dell'immaginario contemporaneo, persino, come sostiene qualcuno, più "cinema del cinema stesso", non resteranno nemmeno le serie di siccesso, quali "True Detective" o "Lost". Ci sono due buone ragioni, al riguardo: secondo lo stesso Costanzo, infatti, "ci si mette tanto, troppo tempo a rivederle. I film, anche quando non bellissimi, si riguardano e si scopre qualcosa che c'era sfuggito la volta precedente. " Ma la verità è che le serie televisive non hanno vera profondità: "in una parola, non riescono a diventare immagine. Mai". In fondo, si segue la puntata per sapere esclusivamente "quel personaggio, quella storia". Noi vogliamo solo sapere coma va a finire a quel dato personaggio: non ce ne importa davvero delle immagini!
Posto qui sotto una nuova serie: "The Walking Dead". Si osservi come, in poco più di 5 minuti si riassumono ben 5 stagioni! La serie in oggetto è tra quelle che più si segnalano per successione di sequenze d'azione, spazi esterni (comunque girati all'interno degli studios), dialoghi laconici e non detti.
Ed ecco la domanda: il protagonista, Rick, potrebbe mai morire dopo qualche episodio ? In un sol colpo, la serie stessa perde di efficaia; di drammaticità; di pathos. In un film non sai mai davvero cosa può accadere al protagonista; non sai se davvero può morire o vivere. Persino alla fine del film ti chiedi "che fine farà?". Ciò, per una serie non accade.
Una serie, così come un film è "questione di linguaggio". Qualche anno addietro, Giorgio Capitani, regista di lungo corso, interrogato su teatro, cinema e fiction, ebbe a dichiarare: "Ho praticato tutti e tre. Il Teatro, estremizzando, è il regno del drammaturgo; la Televisione, quello del produttore. Il Cinema, invece, è il regno del regsita". E qui sta il punto: come un regista costruisce un film ? Intanto, dalla post - produzione, e non solo dal set. Un film si avvale del montaggio ellittico, quasi sempre e perfino nei cine-cult di bassa lega; in televisione, il montaggio è sempre e solo sequenziale.
Nel trailer qui di seguito, ad esempio, si pone in evidenza come l'unica nota drammatica venga dalla faccia (e soprattutto dalle parole) del protagonista. Non c'è una sparatoria, non c'è uno schiaffo; non c'è un'esplosione, non c'è una scena di sesso. Tutto ciò che si vede è un uomo che ripete frasi che in contesti tradizionali avrebbero pocoi senso. Cos apuò fare il regista ? Nulla: qui si limita a "muovere un po'" la macchina da presa. E la presunta arte va a farsi benedire:
Serie come "House of Cards"; "Mad Men"; "In Treatment"; "Il trono di spade" (che già nella sua traduzione non significa nulla: chi dovrebbe sedere su delle spade ?...) sono prodotti pensati esclusivamente per un pubblico televisivo. Non è un caso che un regista straordinario come Quentin Tarantino resti un mero esecutore quando si presta a fare una fiction :
Nel 1990 la serie "Twin Peaks" sembrò aprire un varco per il cinema in tv: oggi quell'esperimento appare (oltre che anacronistico) un caso isolato: fu, in ogni caso, girata come una serie . David Lynch, che ne fu l'ideatore scrisse solo qualche episodio; ne diresse qualche altro. E la struttura prese una piega metafisica che deluse i più:
Certo, resta un valido apripista per i prodotti odierni. Ma, a studiarlo bene, appare noioso (come lo definì Susanna Agnelli su un celebre settimanale) e non dissimile dalla filmografia del regista. Non so (non ho dati a riguardo) se sia mai stato proiettato in qualche sala; certo se ciò avverrebbe l'opera si minizzerebbe. Perché i campi/controcampi sono frequenti; la parola supplisce all'immagine spesso e volentieri; la sceneggiatura fa acqua da tutte le parti (come ebbe a dimostrare l'oprea cinematografica da esso tratta: "Fuoco cammina con me"); soprattutto rispetta i tempi per la distribuzione pubblicitaria tra una scena e l'altra.
In linea di massima, va notato che gli addetti ai lavori tendono a considerare il cinema come "un salto superiore" rispetto al cinema (ne è prova Cary Fukunaga, ma anche Michael Mann)
Il post resta aperto ai contributi di tutti coloro che vorranno argomentare la propria posizione: io, personalmente, ritengo che immagine è comunque atmosfera, principalmente. E per ottenerla occorre la sala buia. La televisione non ne ha necessità: per dirla con Fellini, in fondo resta un elettrodomestico.
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L'altro giorno stavo guardando quella schifezza di Gone Girl di Fincher, e mi è tornata in mente la discussione di questo post. E' un film senza respiro, due ore e mezza di chiacchiere, un mind-game-movie senza pietà per lo spettatore; un film dove il significato del racconto viene capovolto ad ogni nuova sequenza, dove ogni inquadratura è puramente funzionale all'accumulo di informazioni per complicare la matassa senza alcuna ragione; non c'è un solo fotogramma che sia lasciato all'espressione genuina di un sentimento. Un film di un'arida freddezza, cerebrale senza essere intelligente. Hitchcock e Lynch deprivati del loro cuore fiammeggiante.
Allora, dico io: ma un plot del genere, anzichè essere stipato in un tour de force di parole e colpi di scena da spaccarsi la testa (e anche qualcos'altro...), per di più condotto con un tono ironico e "decantato" che lo rende ancora più indigesto, non avrebbe goduto di una miglior sorte se fosse stato articolato nelle tempistiche televisive? Una mini-serie di 4 o 5 episodi da 50 minuti sarebbe stata l'ideale, per dare tempo ai personaggi di "vivere" e allo spettatore di...sopravvivere :-)
Niente, resto sempre più convinto che la TV nei prossimi anni sarà chiamata (ma già lo sta facendo, credo) a fare quello che Hollywood non è più in grado di fare.
avrebbero potuto risparmiarci così Ben Affleck ahah!
eh no! te lo saresti dovuto sorbire per 4 o 5 episodi :-DDD
ma non ha mai recitato in una serie tv!
Concordo, "Gone Girl" è un film pasticciato e a tratti senza senso. Come ho scritto prima, c'è davvero tanta, tanta fuffa al cinema oggi, che mi sembra assurda la presa di posizione di Maurri63 contro le serie televisive che, paradossalmente, non sono mai state tanto interessanti e girate bene come negli ultimi 10/15 anni.
concordo su tutto, cioféca Gone Girl compresa...;-) oramai da parecchi anni alcune serie tv sono veramente di altissimo livello...basti guardare, solo per fare un esempio, la serie caustico/brillante Louie per rendersene conto...
la consapevole "sporcizia" apparentemente semi-improvvisativa che il creatore/attore/regista ci ha messo sarebbe degna di un Cassavetes.
Ho letto che Tornatore avrebbe dichiarato di non aver mai visto una serie tv: giudicando i suoi ultimi film, forse non ne sarei tanto orgogliosa.
Maurri, hai fatto un'analisi della madonna del 'problema' film vs serie TV, e te ne ringrazio (e mi spiace che ti abbiano attaccato in tanti e appoggiato in pochissimi). E' questa una discussione che va ormai avanti da diversi anni e anch'io nel mio piccolo, con (contro?) i miei amici amanti delle serie TV, ho sempre sostenuto tesi molto simili alle tue, seppur non supportate dal medesimo bagaglio tecnico. Certo non sono d'accordo con tutto quello che hai scritto nel corso del lunghissimo (son due ore che leggo e guardo spezzoni...) dibattito che hai scatenato, cito ad esempio la seguente affermazione: "Le serie si fanno solo per soldi, I film si fanno per urgenza". Verissima la prima parte, ma la seconda? Mi viene difficile pensare che -metti tu- Michael Bay abbia scritto e girato "Transformers 4" spinto da afflato poetico, disinteressandosi per completo di ogni considerazione di carattere economico. Eppure anche quello è cinema (ahinoi!).
E per quel che riguarda la presenza di una nuova sezione dedicata a tali serie qui su FTV, personalmente vedo la cosa di buon occhio, nel senso che pur non seguendone nessuna esattamente come te (e tanti altri, manco a dirlo), non credo che negargli uno spazio darebbe al sito maggior 'dignità' né tanto meno che il concedergliela sarebbe causa di retrocessione culturale dello stesso.
Un saluto, Marco
Maurri63 sembra misteriosamente sparito. Mi pare che non abbia argomenti a supporto delle sue balzane (permettetemi) tesi.
Ho scritto il post. Dopo, la parola è lasciata ai lettori: mi sembra scorretto ribadire le mie posizioni. D'altra parte, ho sempre letto i commenti: se li scorriamo, non mi sembra siano pochi coloro che stanno contro le serie. A meno di non rivolgersi al passato, come dice Inside Man, mi pare, vivaddio, che i cinema continuino a riempirsi, nonostante Gone girl!. Ancora. E che le mie tesi, chissà poi perché, siano molto più resistenti delle argomentazioni contrarie. Ma come spesso osservo: tutto sta nel "come" si legge, non nel "cosa" si legge. Poi, magari, ci ritroviamo a commentare la prossima serie di "The Revenant"....Un caro saluto, Teresa che hai quasi i miei anni!
Maurri63: le tue tesi partono da un assunto completamente errato, ovvero che cinema e serie televisive siano la stessa cosa. Sono due cose DIVERSE, non possono avere lo stesso linguaggio e, pertanto, non possono essere paragonate.
Ciò non significa che uno sia meglio delle altre; anzi, a volte ci sono film orrendi o insignificanti, e serie televisive di grande valore artistico.
p.s. infine, mi piacerebbe sapere che cosa diamine c'entra la mia età, in tutto questo. Mistero.
....salutavo una quasi coetanea. L'hai detto tu, che siamo vicini d'età! Grazie, comunque: dopo attenta, lunga, certa discussione ho compreso che il mio assunto è completamente errato. E, giustissimamente, il tuo è perfetto. Dunque, come in matematica si parla di assiomi, anche qui, udite udite, ce n'è uno: serie e cinema sono DUE cose diverse. Da ora in poi, qui, parleremo in maniera differente, amici cari: invitiamo pertanto film.tv a creare uno spazio apposito per la letteratura, ché anche libri e cinema sono due cose diverse. E anche pittura, letteratura e cinema....da oggi nel nostro nuovo dizionario posso cospargermi di cenere e riconoscere che c'è l'assioma Vispa(siano)Teresa: serie e cinema sono cose diverse. Ai miei allievi di cinema e produzione seriale (se ti va, quando pensi di avere tempo, magari, e sei dalle mie parti, puoi frequentare le mie lezioni all'università. Tranquilla, l'esame non te lo faccio fare) oggi - la mia lezione il mercoledì si svolge dalle 15 alle 17 - spiegherò questo nuova assioma. Un abbraccio. Ps nel cinema di famiglia, ieri ho proposto di lasciar perdere la pellicola: infatti, pensavo che abbonando gli spettatori alla serie da proiettare si potesse certamente guadagnare di più. Ps ti offro il biglietto (gratis, dai, vieni) per il mio prossimo film: fammi sapere la città che preferisci. Magari ci accordiamo per girare insieme una web-series....Un caro saluto. E ogni tanto, prendila ironicamente: bisogna saper ridere, di questi tempi..
"Caro" Maurri, ma che gioco di parole intelligente: "Vispa(siano)Teresa"!! Davvero arguto!! Vedo che sei a corto di argomenti...... che eleganza!! Io non ho offeso nessuno.
Per il resto, l'università l'ho già frequentata a tempo debito, ti ringrazio, ma non credo che sarei interessata alle tue lezioni. Cari saluti.
Offesa ? Non mi pare: ho parlato ironicamente. E l'ho pure scritto. Magari, chissà, è offesa ben maggiore dire ad uno (uno qualsiasi, per carità) che le sue tesi sono completamente errate. Che, sai, è un modo diverso (ma altrettanto efficace) per dire "non hai capito un c..". Chi sarebbe l'offeso, in tal caso ?
Gentile Sig. Maurri, sono e resto convinta del fatto che non si possano paragonare due generi diversi. Sarebbe come dire che le lasagne sono meglio del tiramisù. Ha senso? No, perché sono due cose diverse. Allo stesso modo, non possiamo dire che il cinema sia migliore delle serie tv, a maggior ragione vista l'eccellente qualità delle serie tv americane degli ultimi anni. Cari saluti (again!).
Ben tornato Maurizio! Volevo solo dirti questo.
cherubino (che compie oggi un anno su Film tv ed è uno dei tanti tuoi amici sconosciuti di questo sito che fanno il tifo per te con l'augurio di un 2016 fortunato)
Grazie, Franco: amici. Sconosciuti, no: ciò che scriviamo vale più di ogni altra cosa a farci conoscere. Raccolgo l'augurio e te ne formulo uno altrettanto pieno. Buon 2016 anche a te.
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