Capita...
Capita che è il 10 novembre e che sei bello carico, euforico, per l'imminente 33° Torino Film Festival (o TFF 33 in breve). Capita anche che con un caro amico ti vedi un bellissimo film (Station to Station di Doug Aitken, ci ritorneremo su presto) prima della conferenza stampa e che poi sei ancora più felice, perché ti pare che sulla carta questa possa essere un'edizione ancora più bella e ghiotta della scorsa e quindi ti dici, e siamo già nel nuovo giorno, che devi subito scrivere qualcosa, farne partecipi i lettori, gli utenti, gli amici di FilmTV.
Poi però non ci riesci, preso da mille altre cose e rimandi all'indomani 12 novembre, ma neppure lì ce la fai e il giorno seguente nemmeno e la sera, purtroppo, accade quel che sappiamo. E tutto ti sembra non avere più un senso di fronte a cose che è davvero complicato anche solo immaginare, pensa poi a viverle. E oltretutto maledici questo periodo, che per te una volta era lieto, lietissimo, ma che purtroppo ora è diventato uno dei peggiori dell'anno.
Un periodo che ti ricorda cose che vorresti dimenticare o anzi no, ricordare, perché erano belle, ma che purtroppo ti fanno star male, perché sai non potrai mai più ripeterle e sono state il crollo del tuo mondo, un tempo gioioso e felice che d'improvviso ti sei visto svanire inaspettatamente, sciolto come neve al sole. Un periodo nero e cupo che però coincide col TFF, e che forse quindi può essere visto e vissuto da un'ottica più positiva. E quindi ti chiedi se ha ancora un senso pubblicare questo post a poche ore dall'apertura del festival di domani? Alla fine ti dici di si, nonostante tutto.
Perché sai che il cinema è una passione gioiosa, positiva, capace di farti provare emozioni forti e contrastanti, a volte divertenti e a volte drammatiche, come la vita stessa. Inoltre da qualche anno ormai il TFF per te è anche l'occasione per rivedere cari amici o conoscerne di nuovi e quindi, per questi nove intensissimi giorni, sai bene che sarà un doveroso piacere condividere con tantissimi altri appassionati quest'avventura e tuffartici a capofitto con loro, vivendo (quasi) solo di (e nei) cinema.
D'altronde, di chi ne ha viste e passate di molto brutte, o ancora ne passa, purtroppo è pieno il mondo. Il TFF lo sa bene, ce ne ha già raccontato e lo farà anche quest'anno, sempre senza piangersi addosso, anzi infondendo grintosa positività a partire proprio da chi quei drammi li vive sulla sua pelle. E non è un caso se una delle sezioni del festival, curata dal guest director Julien Temple che coadiuva il direttore Emanuela Martini, si chiama "Questioni di vita e di morte".
Nella mini rassegna del regista inglese legato a doppio filo al mondo della musica (firma i videoclip di artisti come David Bowie e tra i suoi film citiamo almeno quelli sui Sex Pistols e Joe Strummer, qui le recensioni di sasso67 e cheftony) la parte del leone la fa il suo nuovo film: The Ecstasy of Wilko Johnson. Il racconto del leader dei Dr. Feelgood, cui poco tempo fa diagnosticarono un terribile tumore. Era spacciato e gli restava pochissimo da vivere, questo il tragico responso. Ma lui lottando più che tenacemente ed in barba ad ogni nefasta previsione, canta, recita (in Game of Thrones, interpretando proprio la parte del boia Ser Ilin Payne), insomma vive.
Ma oltre a questo ed al suo precedente lavoro Oil City Confidential, ideale compendio dato che narra la storia dei Dr. Feelgood, ci sarà spazio anche per classici senza tempo scelti da Temple quali Il Settimo Sigillo di Ingmar Bergman (recensioni di alfatocoferolo e Viola96) e Scala al Paradiso di Michael Powell ed Emeric Pressburger (recensioni di angelina e lucarocks).
Restando in tema classici impossibile non citare Orson Welles: nel centenario della nascita e nel trentennale dalla morte il TFF lo omaggia fin dal manifesto e con tre suoi classici: la copia restaurata del suo fulminante esordio Quarto Potere (recensioni di Marcello del Campo e supadany), Rapporto Confidenziale (recensioni di hallorann e Marcello del Campo), L'Infernale Quinlan (recensioni di Marcello del Campo e Eric Draven e playlist di billykwan, Isin89 e mck).
La retrospettiva "Cose che verranno" è invece suddivisa in due anni (come le due precedenti edizioni dedicate alla "New Hollywood") e si concluderà nel 2016: dedicata alle distopie fantascientifiche sarà qui l'occasione per (ri)vedere autentici cult come Blade Runner di Scott (in versione originale del 1982 e nella Final Cut), Il Dottor Stranamore e Arancia Meccanica di Kubrick, Mad Max di Miller, Il Pianeta delle Scimmie di F. J. Shaffner, Strange Days della Bigelow, Akira di Otomo, Brazil di Gilliam, The Time Machine di Pal e molti altri.
Ma si possono anche (ri)scoprire perle misconosciute come Privilege e The War Game (Oscar per il miglior documentario 1966) , entrambi di Peter Watkins (recensioni di Corinzio e di spopola), Wild in the Streets (Quattordici o Guerra) di Barry Shear o It Happened Here di Kevin Brownlow e Andrew Mollo.
Se poi siete fans di James G. Ballard non potete perdere Crash di Cronenberg o il nuovissimo High-Rise di Ben Wheatley (Kill List) con Tom Hiddleston, Jeremy Irons e Sienna Miller. Inoltre, direttamente dal set del suo nuovo film The Neon Demon, sarà presente Nicolas Winding Refn (il TFF gli dedicò la retrospettiva completa nel 2009) per presentare uno dei suoi film del cuore: Terrore nello Spazio, del grande Mario Bava (qui la recensione di George Smiley), piccolo grande cult della SF nostrana che ispirerà Alien, di Ridley Scott.
E molto, moltissimo spazio (come sempre) all'horror: tantissime anteprime nella sezione After Hours e una Notte Horror, a partire dalle 0,15 di sabato 21, con tre film al prezzo di un solo biglietto. Eh si, e diciamolo che il TFF è stato grande anche nella scelta di non ritoccare i prezzi lasciando quelli del 2014, aumentando le convenzioni che danno diritto a riduzioni e aggiungendo le tre sale del ritrovato Lux a quelle del Massimo e del Reposi, portandole ad 11 totali. Un festival anche economico quindi, il che non guasta mai, che ad es. con soli 12€ al giorno ti consente di vedere 4 film: davvero niente male.
E le sorprese e le anteprime proseguono nelle sezioni Festa Mobile e Onde: tornano al festival, tra gli altri, tre aficionados come Eugene Green con Faire la Parole e Sion Sono (iperattivo con 5 film girati nel 2015, di cui al TFF se ne vedranno tre e alla recente Festa del Cinema di Roma del suo The Whispering Star ci han detto molto bene Alan Smithee e pazuzu) e Miguel Gomes, che dopo l'affascinante Tabu (visto qui nel 2012) torna con un trittico di storie, che i "bene informati" dicono imperdibile, sul tessuto politico e sociale del suo Portogallo, ispirato a Le Mille e Una Notte.
E il Jolly? L'oggetto inafferrabile di quest'anno? Nel 2014 fu senza dubbio Giulio Questi, che stupì me e molti amici e compagni di visioni con i suoi anarchici film. Purtroppo ci lasciò inaspettattamente proprio pochi giorni dopo la fine del TFF. Gli dedicammo un omaggio a più voci che potete leggere qui. Quest'anno lo "strano oggetto inclassificabile" pare essere il cinema di Augusto Tretti: curiosi e onnivori siete avvisati! Qui potete leggere le recensioni di La Legge della Tromba e Il Potere, entrambe di mm40.
Ma anche nelle sezioni TorinoFilmLab, Spazio Torino, Italiana.Corti e TFFDoc, la scelta è ampia: ci saranno film come Tikkun (Pardo d'argento a Locarno, qui le recensioni di gaiart e Alan Smithee) o come il tristemente attuale Où Est La Guerre, di cui la sinossi (presa dal programma) e le dichiarazioni della regista (dal sito del TFF: http://www.torinofilmfest.org) lasciano senza parole:
"Ci vuole la giusta distanza per vedere dove sta andando un Paese. Carmit Harash è israeliana, vive a Parigi da anni e nel mese di maggio di tre anni fa ha cominciato a pensare che la Francia fosse in assetto da guerra. Ha preso la videocamera e cominciato a cercarne gli indizi nelle strade della città. Un'idea apparentemente assurda, quasi comica, ma che con l'attacco al giornale satirico Charlie Hebdo, questa folle idea si è trasformata in realtà."
«Dietro la facciata parigina di monumenti storici, attrazioni turistiche e immagini romantiche, la terra sta bruciando. [...] Una situazione esplosiva ignorata dalla maggior parte dei francesi, che preferisce guardare altrove piuttosto che concentrarsi sui problemi che lacerano la società. Questo film fa appello a un cambiamento in Francia. Esorta i francesi a lasciarsi alle spalle le vecchie tradizioni, a guardare i concittadini che non vogliono vedere e ad accettarli finalmente come parte della società. Où est la guerre è un film preveggente: anche se termina con l’attacco a “Charlie Hebdo”, non è uno sguardo a ritroso su quegli eventi. Avevo già iniziato a girare nel maggio del 2012, tre anni prima degli attacchi che hanno sorpreso la Francia e il mondo intero. Questa è la prima parte di una trilogia, che proseguirà con Attack, a cui sto già lavorando, e con Christelle, che sarà girato nel 2017».
Ed infine la sezione principale del Concorso: 15 opere in gara da tutto il mondo, di registi esordienti o quasi e con ben 4 film italiani (un record): personalmente sono molto curioso di vedere I Racconti dell'Orso di Samuele Sestieri e Olmo Amato (un film che pare molto inusuale e finanziato grazie al crowdfunding) e Mia Madre fa l'Attrice, di Mario Balsamo, che torna al TFF dopo il Gran Premio della Giuria al TFF 2012 con Noi Non Siamo Come James Bond (film cui sono molto affezionato e di cui ho raccontato qui ( mentre qui trovate le recensioni di spopola e di maso)
C'è poi il Premio Cipputi alla carriera a Francesca Comencini e mille altre le cose che ho scordato od omesso, perché impossibile citare tutto e tutti.
Per chi fosse curioso sotto c'è la conferenza di presentazione direttamente dalla voce del direttore Emanuela Martini e dei suoi collaboratori. Concludo col mio Grazie enorme a tutti coloro che rendono possibile il festival, a chi lo fa e chi vi partecipa, autori o spettatori che siano, a chi verrà e a chi non è potuto venire e che spero seguirà anche da distante ciò su cui io e i molti amici di FilmTV che parteciperanno, cercheremo di tenervi aggiornati. A voi tutti dico: "Benvenuti a Torino!"
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