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Intervista a Pasquale Scimeca
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Pasquale Scimeca

Convitto Falcone. La mia partita (2012): Pasquale Scimeca

Nell'ambito dell'anteprima del Laceno d'oro, lo storico festival del cinema di Avellino giunto quest'anno alla 40^ edizione, ho scambiato qualche piacevole parola con il regista Pasquale Scimeca, un artista con cui non smetteresti mai di chiacchierare, di grande carisma ed infinita disponibilità. Ma soprattutto un uomo senza peli sulla lingua.

 

Fin dagli esordi il Suo è un cinema che fa dell’appartenenza al territorio un punto fermo. Cosa rappresenta la Sicilia per Lei?

Tutto e niente. Tutto perché è la terra che mi ha visto nascere, che mi ha cresciuto, perché è la terra dove sono sepolti i miei genitori, perché i suoi confini sono il mare, e quello che c’è al di là del mare puoi solo immaginarlo, e l’immaginazione stimola il desiderio, e il desiderio la conoscenza, e la conoscenza ha bisogno di essere raccontata. Niente, perché non c’è più nulla da dire. Il vento ha spazzato via millenni di storia. L’emigrazione si è portato via il suo popolo, la cultura mafiosa e quella servile ci ha trasformato tutti in piccoli borghesi stupidi e ciechi, ignoranti e presuntuosi.

 

I rinomati Verga, Rizzotto, Borsellino e Falcone, ma anche lo sconosciuto ma non meno interessante Biagio, il protagonista del Suo ultimo film. Sarà ancora un siciliano il protagonista del suo prossimo progetto?

No. Non sarà un siciliano. Mi piace però che lei abbia messo insieme Verga e Rizzotto, Falcone, Borsellino e fratello Biagio. Perché in questi nomi (metaforicamente, e non solo metaforicamente) c’è tutto: la ribellione, la giustizia, l’amore per i poveri e gli oppressi, la sublime bellezza del “racconto”.

 

Nell’89 Lei ha fondato la cooperativa di produzione indipendente Arbash Film. Da allora come è cambiato il concetto di “cinema indipendente”, non solo in Italia?

Non saprei rispondere a questa domanda. Anzi, ad essere sinceri, non voglio rispondere alla sua domanda. Quello che posso dirle è che per me, l’indipendenza nel fare cinema è fondamentale, perché è sinonimo di libertà.

 

Qual è lo stato attuale del cinema italiano?

Lo chieda ai critici, ai produttori, ai distributori, ai miei colleghi, a tutti quei farisei che imbiancano i sepolcri e si riempiono la bocca di belle parole e di falsi sospiri nei convegni, nei seminari, nelle tavole rotonde, quadrate o rettangolari, che finiscono tutte allo stesso modo: un ricco Buffet e un fiume di maldicenze.

 

Nel libro “Lo stato delle cose. Vizi privati, pubbliche virtù nel cinema italiano” Lei analizza il flusso e la logica dei finanziamenti alle opere cinematografiche italiane. Quali sono i dati che l’hanno colpita di più?

Quel libro l’abbiamo scritto in diversi, ma la ricerca vera e propria l’ha fatta un giovane economista che ha lavorato per anni su queste cose, Salvatore Pecoraro. Quello che più mi ha colpito in questo studio, ripeto fatto da un’economista laureato alla Bocconi, è la conferma alle mie intuizioni pragmatiche: che il cinema è uno dei settori dove l’investimento dello Stato rende di più in termini di occupazione e di lavoro qualificato, rispetto a ogni altro settore dell’economia.

 

Avendole studiate certe dinamiche, una domanda è d’obbligo: quale logica spinge a finanziare (con la dicitura “Opera di interesse culturale”) commediole talvolta pedestri, e poi lascia fuori dai giochi un film come il Suo Rosso Malpelo, dall’alto valore storico e pedagogico?

Premesso che per “Rosso Malpelo” noi non abbiamo chiesto i finanziamenti al Mibac, per il resto la domanda è pertinente, ma la mia risposta, purtroppo, è altrettanto semplice: “Non lo so”. E mi creda mi piacerebbe molto saperlo.

 

A proposito, sul canale VOD di FilmTV prossimamente sarà disponibile proprio Rosso Malpelo, un film che ha visto una distribuzione a dir poco complicata. Cosa pensa dei nuovi canali di Video On Demand che stanno cambiando il concetto di distribuzione?

Si, il mio film uscirà sul canale VOD di FilmTv, penso alla fine di ottobre, e avremo modo di parlarne ancora. Per il resto sono d’accordo con lei. FINALMENTE. E’ una cosa bella poter vedere un film per meno di 3 euro. Questo elimina la scocciatura di dover scaricare i film gratis, perdendo tempo ed energia (elettrica), oltre alla paura di essere denunciati. I nuovi canali di Video On Demand sono l’unica risposta seria che siamo riusciti a trovare contro la “pirateria”.

 

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