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Venezia 2015: Giorno 6 - Caligari, la danza di Ralph Fiennes e i due titoli in concorso
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Giro di boa al festival di Venezia 2015. Inizia la seconda settimana di proiezioni ed è il turno in concorso di Amos Gitai e del suo Rabin, the Last Day, film dedicato alla figura del primo ministro Yitzhak Rabin e al suo assassinio avvenuto la sera del sabato 4 novembre 1995 al termine di un grande comizio politico organizzato nel centro di Tel Aviv. Sulla carta, il titolo si presta già a mille polemiche, nonostante siano trascorsi già vent’anni dall’episodio, come ricorda Gitai: «Ero interessato ad analizzare i fattori che hanno portato all’assassinio di Rabin. Sono passati vent’anni. Le prospettive della pace sono svanite con i sogni di normalità degli anni novanta. Ma gli uomini che resero possibile l’omicidio del nostro primo ministro sono ancora a piede libero. Alcuni di loro flirtano oggi con il potere. Sono allarmato dalla crescente diffusione di una violenza di matrice religiosa nel cuore della società laica israeliana. È una malattia che potrebbe tranquillamente distruggere l’idea democratica su cui è stato fondato Israele. A mio avviso, alle sue origini Israele era un’impresa politica, non religiosa, una conclusione politica di una lunga storia di sofferenza vissuta dal popolo ebraico».

scena

Rabin, the Last Day (2015): scena

 

Sebbene non sia in competizione ma fuori concorso grande è l’attesa per Non essere cattivo, terza opera di Claudio Caligari, recentemente scomparso. La storia ha inizio nel 1995 a Ostia, dove Vittorio e Cesare hanno poco più di vent’anni e non sono solo amici da sempre: sono “fratelli di vita”. Una vita di eccessi: notti in discoteca, macchine potenti, alcool, droghe sintetiche e spaccio di cocaina. Vivono in simbiosi ma hanno anime diverse, entrambi alla ricerca di una loro affermazione. L’iniziazione all’esistenza per loro ha un costo altissimo e vittorio col tempo inizia a desiderare una vita diversa: incontra Linda e per salvarsi prende le distanze da Cesare, che invece sprofonda inesorabilmente. Si ritrovano qualche tempo dopo e Vittorio cerca di coinvolgere l’amico nel lavoro. Cesare, dopo qualche resistenza, accetta: sembra finalmente intenzionato a cambiare vita, frequenta Viviana (una ex di Vittorio) e sogna di costruire una famiglia insieme a lei. Ancora una volta però il richiamo della strada avrà la meglio sui suoi propositi. Nonostante le continue cadute dell’amico – e anche a dispetto delle discussioni che deve affrontare con linda su questo punto – Vittorio non abbandonerà mai veramente Cesare, in virtu` del legame fortissimo che li unisce e nella speranza di poter guardare al futuro con occhi nuovi. Insieme.

«Dopo Amore tossico sulla colonizzazione delle borgate pasoliniane a opera dell’eroina, Non essere cattivo racconta il mutato consumo e commercio di stupefacenti. Non è un semplice spaccato fenomenologico del nuovo mondo tossico, ma, più ambiziosamente, la fotografia dell’esito finale del mondo pasoliniano: oggi Accattone va in discoteca, consuma e spaccia cocaina e pastiglie... La ricerca sul campo è stata fondamentale e ha portato alla luce una miniera di fatti e racconti di vita: un quadro antropologico impressionante per quantità e verità, da cui, più che un nuovo Accattone o un nuovo Amore tossico, potrebbe forse uscirne un nuovo Mean Streets», assicurava il regista nelle note di intenzione del progetto.

Non essere cattivo (2015): Trailer ufficiale

 

La presentazione ieri in concorso di A bigger splash di Luca Guadagnino ha portato colore sul red carpet, dove hanno sfilato Tilda Swinton, Dakota Johnson, Ralph Fiennes e Matthias Schoenaerts. Per loro dietro le transenne vi era un’immensa folla non solo di fan ma anche di giornalisti. Le speranze non sono state vane: senza precedenti, Tilda Swinton ha rotto ogni protocollo sfidando la sicurezza e facendosi fotografare con tutti coloro che erano in fila, regalandosi un bagno di popolarità che difficilmente si dimenticherà al Lido. L’ha seguita a ruota Ralph Fiennes, che non pago ha deliziato i presenti ripetendo parte della scena del ballo solista presente all’interno del film. Grazie a Pietro Sofia, giovanissimo di Vicenza, possiamo mostrarvi il breve video che dimostra come la grandezza di un attore passi anche per il desiderio di non scontentare gli ammiratori. 

Difficile, invece, riuscire ad avvicinare i membri della giuria del Concorso, che vincolati dalle rigide regole della rassegna rimangono isolati durante le proiezioni. È accaduto ad esempio che ci si ritrovasse a due passi da Alfonso Cuaron, Diane Kruger e Pawel Pawlikowski senza poter neanche dire loro ‘ciao’.

 

 

Mentre tra gli addetti ai ‘livori’ comincia a serpeggiare il malcontento per un’edizione della Mostra non certo memorabile, il sesto giorno del Concorso offre anche il turco Frenzy di Emin Alper, in cui in una Istanbul nella morsa della violenza politica Hamza, un alto funzionario di polizia offre a Kadir la libertà condizionale. Per essere libero, Kadir deve accettare di lavorare nella nuova unità di spionaggio composta da raccoglitori di rifiuti. Kadir accetta e inizia a raccogliere spazzatura nei sobborghi più disagiati, verificando se tra rifiuti si rinvengono materiali utilizzati per la fabbricazione di bombe. Kadir ritrova il fratello minore Ahmet in uno di questi quartieri. Ahmet lavora per il comune, come agente di una squadra incaricata dell'eliminazione dei cani randagi. La riluttanza di Ahmet a legare come fratello con Kadir, nonostante l'insistenza di quest'ultimo, conduce Kadir a tessere una teoria del complotto atta a giustificare il distacco di Ahmet. Spiega il regista: «Frenzy, si svolge in una città che sta scivolando nel caos politico. Lo stato centrale combatte disperatamente contro i terroristi che hanno base nei quartieri disagiati. Quando le tecniche di isolamento e segregazione di questi quartieri non funzionano, il governo adotta nuove strategie. Frenzy è la storia di due fratelli che cercano di sopravvivere in uno di questi quartieri. Racconta di come il sistema politico trasforma “piccoli uomini” in parti del suo meccanismo di violenza, fornendo loro autorità e strumenti di violenza, che alla fine si rivoltano contro di loro e li conducono alla distruzione.

In Frenzy punto lo sguardo su “piccoli uomini” che sono al contempo strumenti e vittime di una violenza sistematica. Kadir è un informatore che ha il potere di porre termine ad una vita attraverso le 'informazioni' che fornisce. Ahmet è uno sterminatore di cane randagi, metafora e immagine speculare del cacciatore di terroristi. Che le loro pratiche di violenza siano dirette verso cani randagi o terroristi, questi uomini seguono ordini – vuoi al fine di avverare i propri sogni o giusto per guadagnarsi da vivere. Sono indifferenti agli effetti causati dai loro strumenti. Ciononostante, non possono sfuggire agli effetti soffocanti del clima politico. La violenza che li circonda e le pressioni dalle autorità li rendono sempre più paranoici. L'esito di questa paranoia è letale, a causa proprio delle armi che hanno a disposizione.

Quel che innesca gli eventi nel film è il disordine emotivo che i due fratelli vivono a causa di alcune svolte narrative. Queste svolte consistono principalmente nel divenire amico da parte di un nemico, nel caso di

Ahmet, e del divenire nemici da parte di amici, nel caso di Kadir. In Frenzy, vediamo come un nemico può essere un caro amico, mentre un caro amico può diventare un nemico. Vedo questa distinzione quasi come una coincidenza. La necessità di guadagnarsi da vivere ha portato Ahmet a divenire un killer di cani. Il sogno di Kadir di ricreare una vitta di famiglia lo porta a divenire informatore. E poi all'improvviso, la crudele solitudine di Ahmet crea un amico intimo nel nemico cane, mentre un amico di Kadir e il suo oggetto del desiderio divengono per lui nemici mortali. La solida logica della violenza distrugge tutti i legami intimi tra queste persone e crea avversari politici alienati. Le linee di demarcazione tra nemici e amici possono essere determinate da coincidenze, ma sono molto forti. È per questo che Kadir e Ahmet non riescono a far fronte alla situazione quando altri personaggi transitano da un fronte all'altro».

 

Tra le altre proiezioni di cui cercheremo di darvi conto vi sono anche Interruption di Yorgos Zois, Why Hast Thou Forsaken Me di Hadar Morag, Tanna di Bentley Dean e Martin Butler, e Innocence of Memories di Grant Gee.

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Nuove recensioni

- The Clan

- A Bigger Splash

- The Endless River

- Man Down

- Underground Fragrance

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Incontri del giorno

Alfonso Cuaron e Pawel Pawlikowski

 

Dito Montiel e Shia LaBeouf

 

Il cast di 'A Bigger Splash'

 

Ralph Fiennes

 

Tilda Swinton

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