Questa è l'ultima pagina del diario veneziano. La Maghella è alla stazione e sta aspettando il treno per tornarsene in toscana, a casa sua.
Questi 5 giorni del festival sono volati, eppure sembrano durati una eternità. Anche stamattina la sveglia ha suonato presto, e con la valigia pronta mi sono recata per l'ultima volta con i miei compagni di viaggio verso il Lido per la prima proiezione della giornata (che per la Maghella sarebbe stata anche l'ultima ).
"L'attesa" di Piero Messina è il film che tanto veniva atteso da me, e non solo, con un po' di paura a dire la verità. Prima opera anche questa di un giovane regista siciliano. "L'attesa" uno dei 3 titoli italiani in concorso, è stato caricato di molte aspettative (perdonate il gioco di parole) da chi vi scrive. Inoltre Piero Messina è al suo primo lungometraggio ma non è l'ultimo arrivato. Ha alle spalle un ottimo curriculum come aiuto regista di Paolo Sorrentino, ed era forse questo l'aspetto che più mi preoccupava...non amando particolarmente le ultime cose del premio Oscar napoletano.
Un po' malinconica faccio con i miei compagni la fila per entrare in Sala Grande. La sala più prestigiosa e bella, quella dove si svolgono le premiazioni, sono felice di vederla prima della mia partenza. Un modo speciale e "ufficioso" di salutare questo Festival.
Il film mi piace, soprattutto la storia mi prende molto e mi fa sorvolare su alcune scelte registiche che non mi convincono del tutto. Sicuramente non è un regista che "scimmiotta" il suo maestro più famoso, e questo mi fa pensare ad un futuro promettente. È un film che pretende molto e forse qualcosa la riesce ad ottenere.
Al termine del film, come spesso è accaduto in questi giorni, i nostri pareri sono disaccordi oppure molto incerti. Sono curiosa di leggere la recensione, non so ancora chi la scriverà dei 3 rimasti. Quando stasera, a casa mia la leggerò, sarò una utente come tanti, e non mi ritroverò al tavolino ad ore improbabili insieme a loro.
Lo confesso, cerco di salutare tutti e 3 in maniera frettolosa. Non mi piacciono i saluti, soprattutto quando so che alcuni di loro li rivedrò chissà quando.
Ovviamente ho qualche imprevisto con il traghetto per arrivare alla stazione, ma riesco a non perdermi e ad arrivare con molto anticipo alla partenza.
Ho preso questa avventura festivaliera come un gioco, come una piccola vacanza che mi sono voluta regalare. Mi sono stancata e divertita moltissimo. Il festival di Venezia è un luogo senza tempo, in cui le ore sono scandite solo dalla durata dei film. Il tempo è gestito in base al programma cinematografico della giornata, in cui si cerca di incastrare tutto. Si fanno tante file, si conoscono persone, incrociano volti famosi. Io ho fatto del mio meglio per stare al passo con gli altri, ma non è stato sempre facile.
Ringrazio la redazione di Filmtv.It che mi ha dato fiducia e questa possibilità.
Ringrazio i miei 3 compagni: Spaggy (Pietro) con il quale ho passato più tempo, condiviso più file, diviso una pizza, cantato sul traghetto ad ore improbabili, che mi ha dato le dritte per muovermi all'interno del Festival...e che mi ha accompagnato fino a qui.
Ringrazio Eight and half (Marco): mai visto prima non ha avuto problemi a dividere una casa con una vecchia chiacchierona come me. Rimango ancora stupita di come riesca a scegliere di vedersi film di oltre 180 minuti, uscire come nulla fosse, e scriverci immediatamente una recensione. Eight ha solo 19 anni.
Ringrazio anche Alan (Fabio) che ho incontrato solo per un paio di giorni e che non si lascia mai mancare queste maratone festivaliere. Se non fossi sta in buona compagnia non avrei avuto pagine da scrivere.
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