Stamani si parte in due, siamo solo io ed Eight a uscire di buon'ora per la prima visione mattutina. No, non abbiamo fatto fuori Spaggy dalla disperazione. Una piccola questione tecnica dovuta all'appartamento che dividiamo l'ha trattenuto a casa e ci raggiungerà più tardi. In verità i conti faranno tornare sempre come risultato 3. Al Lido stamani arriva Alan Smithee, che infatti ho modo di riabbracciare giusto dopo il primo caffè. Siamo quindi in 3 al primo film della giornata: "Looking forse Grace" di Sue Brooks. Film che mi ha molto divertita, e anche se non è il massimo dell'originalità per tipologia di racconto, l'ho trovato molto interessante, con dei dialoghi eccellenti che mi hanno strappato non poche risate. Su questa prima visione abbiamo avuto pareri discordanti.
Intanto che si aspetta il secondo film, arriva Spaggy, si compatta così la formazione di Filmtv.it al completo. La fila 5 della sala Darsena è praticamente -da 3 giorni- riservata a noi. Mi sono quasi affezionata a quella seconda poltroncina. Oggi in particolar modo, avendoci visto 4 film di seguito, ci ho sperimentato tutte le contorsioni possibili ammesse dalla decenza nello stare in pubblico.
Il secondo film è l'atteso "Spotlight" di Thomas Mc Charty. Film che mi è piaciuto anche se non entusiasmato. Una formula narrativa sperimentata più volte che non ha detto niente di nuovo. Un cast interessante.
Oggi siamo al completo, eppure la scelta dei titoli da vedere ci porta alla divisione. Così mentre Eight e Spaggy optano per la commedia francese di Julie Delpy:"Lolo"; io e Alan rimaniamo nella sala Darsena (alla nostra fila, al mio posto) per il film di Renato De Maria:"Italian gangster". Film documentario anomalo e ben congegnato. Una nuova formula narrativa che vede gli spezzoni dei miei adorati film gialli e poliziotteschi anni '70, utilizzati come repertorio storico e documentaristico per narrare le gesta dei banditi che tennero in pugno la malavita dagli anni '30 alla fine dei '60 in Italia . Mi sono molto divertita, dico la verità. In sala erano presenti il regista con il cast degli attori, tutta la banda al completo, con la quale ho scattato qualche foto e scambiato due parole. Ma il colpaccio l'ho fatto io, quando oramai rimasta sola (Alan era corso alla visione di "Neon Bull" di Gabriele Mascaro), sono riuscita a fare una bella foto insieme a Isabella Ferrari, che accompagnava il marito Renato De Maria per la proiezione.
Ebbene si, sono rimasta sola dopo il terzo film, e devo essere sincera, mi ha fatto effetto questa strana sensazione di solitudine affollata. Al Festival si respira un'aria confortevole, nonostante la stanchezza e l'abbiocco si faccia sentire. Raggiungo la sala stampa per poter scrivere subito del film appena visto, e mi godo il Lido e il briciolo di sole che ci regala.
E come per magia il gruppo si rincopatta dal nulla. Di nuovo alla sala Darsena, di nuovo alla fila 5 per l'appuntamento da non mancare: "Francofonia" il documentario di Aleksandr Sokurov. Sono sincera: sono arrivata a questo quarto appuntamento troppo stanca, poco lucida, per nulla pronta per una visione così impegnativa.
Le contorsioni sulla poltroncina sono diventate più complicate e -per colpa di qualcuno - è partita la "sbadiglialola". Alla fine ho bisogno urgentemente di ingerire dei carboidrati sotto forma di pizza. Io e Spaggy traviamo (subito al primo suo giorno di Festival) il buon Alan. Gli facciamo scegliere la più facile pizza alle 4 stagioni piuttosto che il documentario di Wiseman: "In Jackson Heights" (che recupererà domani), film al quale non si è sottratto il baldo e giovane (e tanto ma tanto volenteroso) Eight.
Dopo la pizza, una mezza discussione con la cameriera un "tantino acida", e un paio di caffè molto apprezzati, il terzetto Spaggy Maghella e Alan si avvia per l'ultima visione della giornata. Per quanto mi riguarda il mio quinto film, ed inizio ad avere qualche traballamento di gambe.
Questa volta è la piccola sala Volpi ad accoglierci per il film israeliano:"Mountain" di Yaelle Kayam, per la sezione Orizzonti. Film che non mi ha subito presa, ma che è cresciuto progressivamente fino ad un finale che ci ha decisamente svegliati.
Finisce così la mia (nostra) terza giornata al Festival. Anzi finisce la giornata al Lido, perché il viaggio di ritorno con il traghetto verso casa è diventato ormai una divertente consuetudine di scoperte e curiosità. Con Spaggy ci mettiamo fuori per farci sferzare dalla brezza notturna veneziana. L'aria è frizzante e cominciamo i nostri discorsi no-sense. Questa volta è il turno delle sigle e dei titoli dei programmi televisivi. È vero che questi non necessitano di trame e fotografie, ma la memoria di Spaggy mi frega nettamente. Anche su questi mi comincia a sciorinare titoli e personaggi che avevo rimosso (un programma con Lino Toffolo? Ma dove? Ma quando?).
Tocchiamo terra, si raggiunge casa, ci raggiunge anche Eight che necessita di zuccheri e mangia il cornetto al caffè. Che poi lui odia il caffè, beve solo the...ma il gelato al the per ora non l'hanno ancora inventato.
Ora siamo tutti qui, a scrivere recensioni e post. Sono le 2,00, è scattato il momento "patatine pai". A domani (per noi già oggi).
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