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Venezia 2015 - occhi di gatto in laguna raccontano (2)
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-Secondo giorno-

Non è la stessa cosa svegliarsi alle 6,00 se non si deve andare a lavorare. Inutile Spaggy che mi chiami, tanto io appena sveglia non parlo per almeno 30 minuti...forse qualche grugnito per far capire  che "si ci sono, ora scendo!".

"Devo ricordarmi di far firmare a questi due baldi giovani una moratoria per cui sono costretti al silenzio sul mio aspetto appena sveglia".

Le informazioni sugli orari di traghetti e altri tipi di trasporti le delego sempre ai miei baldi, che quando parlano di "mezzi e linee da prendere" utilizzano un gergo a me ancora sconosciuto, pari a equazioni matematiche:"5+1...., V, 2 o 6...".

Al Lido sono già  in grado al secondo giorno di riconoscere la fermata. E qui il mio cammino festivaliero si divide da quello dei miei  compagni, che optano per il film di apertura 3D "Everest", mentre io preferisco ancora un film italiano "La prima luce" di Vincenzo Marra, per la giornata degli autori. Speravo di poterne scrivere subito una recensione, ma prima di entrare fanno firmare un foglio di embargo che ne vieta ogni scritto fino alla data di uscita del film (10 settembre). La cosa mi prende di sorpresa, ma nello stesso tempo mi atteggio moltissimo.

locandina

La prima luce (2015): locandina

Finito il film raggiungo velocemente Spaggy per la seconda visione del giorno:"Un mostro del mill capeza". Eight intanto si è avviato a vedere i 280 minuti di Shumin Liu "Jia" (The family). Roba che io nemmeno ci provo.

I 75 minuti del film messicano di Rodrigo Pla' mi devastano. Un film adrenalinico, una dose intensa di emozioni che a stento trattengo, infatti verso copiosamente le prime vere lacrime del festival.

Jana Raluy

Un monstruo de mil cabezas (2015): Jana Raluy

Mandare giù il panino del pranzo con ancora il magone in gola è dura, ma ancora più dura è non farsi prendere dall'abbiocco pomeridiano. Per quello ci facciamo il terzo caffè del giorno e saliamo in sala stampa per scrivere e buttare giù le prime  cose.

Per me è tutto nuovo, ma mi rendo conto  che spesso diamo per scontato  (soprattutto in Italia) le cose belle. La,sala stampa presente al terzo piano della sala Perla è davvero bella.

Ancora qualche chiacchiera, un mezzo appuntamento telefonico con Spopola, al quale purtroppo io non ci sarò perché decido di andare a vedere "El desconocido", il thriller spagnolo  per la giornata degli autori. La fila è  lunghissima, ovviamente trovo da chiacchierare anche con compagni occasionali di attesa. La sala è  pienissima,  sarà presente alla proiezione il regista Daniele De La Torre e i protagonisti LuisTosar e Goya Toledo. Purtroppo  il film comincia con mezz'ora di ritardo per uno spiacevole incidente. Una ragazzina sulla sedia a rotelle rimane bloccata sulla pedana di trasporto per dislivello. Nel 2015, al Festival di Venezia, 9 semplici scalini possono diventare un ostacolo insormontabile che necessita l'intervento  dei vigili del fuoco.  Dopo questo momento di palpabile nervosismo, comincia il film....che tralascio di commentare e rimando  alla mia recensione notturna (comunque non mi è  piaciuto per nulla).

locandina

El desconocido (2015): locandina

Finito il film mi rimangono pochi minuti per raggiungere i miei amici alla sala della Darsena per vedere "Beast of No Nation" di Cary Fukunaga. Sinceramente  arrivo a questa visione con poca convinzione, più  per passare con i miei compagni un paio di ore che altro. Invece, come spesso capita quando si parte senza troppe aspettative, il film mi piace molto...e anche qui riutilizzo il fazzoletto  della mattina per asciugare copiose lacrime.

Idris Elba, Abraham Attah

Beasts of No Nation (2015): Idris Elba, Abraham Attah

 

Il film è molto bello, ma lungo, e con Spaggy  ed Eight ci dividiamo i film di seconda serata. Eight opta per un documentario ucraino "Winter on fire" (e sinceramente  non so come abbia tenuto botta dopo i 280 minuti cinesi del pomeriggio). Io e Spaggy  ci volgiamo  verso il francese "Lolo". Ma la fila per questo ultimo film è  davvero lunga, la sala piccola e -anche se occupiamo poco posto- rimaniamo fuori. Ci guardiamo in faccia e ci ricordiamo che non abbiamo  mangiato da oggi a mezzogiorno...forse è il caso di finire qui con un bel panino.

Ma come per la sera precedente, la parte più interessante si dimostra sempre nel viaggio in traghetto per il ritorno a casa. Spaggy  (così  dal nulla) comincia  a sciorinarmi tutta una serie di titoli di cartoni animati della mia e sua "epoca". Ovviamente per deformazione professionale ogni titolo è accompagnato da trama e sigla cantata. L'ora è  tarda, io comincio ad essere stordita per la giornata pesante, ci controllano pure il biglietto, si torna a casa e si mette fine a questa seconda serata.  Io mi addormentero' con in testa la sigla di "Occhi di gatto".

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