Succede a volte che le serie televisive compiano un’elevazione ad un livello cinematografico, raggiungendo uno status non più di sudditanza, ma di convivenza paritaria rispetto alla Settima Arte. Non più soltanto uno spettacolo di intrattenimento, ma un intrattenimento con un contenuto concreto che si presta volentieri ad analisi e critiche.

Breaking Bad è una di queste serie televisive per le quali non è sufficiente dare una chiave di lettura letterale, ma si può tentare di procedere oltre, ad un livello morale che non è così comune a tutti gli attuali spettacoli televisivi.L’incessante evoluzione caratterologica dei personaggi di Breaking Bad, in particolare l’evoluzione del protagonista, Walter White, è in primis un’evoluzione sul piano etico. Sono due personaggi diversissimi, che sfiorano l’opposizione, quello che conosciamo all’inizio della serie e quello che conclude l’ultima stagione; accomunabili soltanto per il volto di Bryan Cranston, che comunque non è immune al mutamento.
La differenza, come dicevo, è una differenza che si esplicita innanzitutto sul piano morale. B.B. è in primo piano uno sguardo dentro all’evoluzione (o meglio all’involuzione) dell’eticità:
Se inizialmente Walt è un uomo pienamente immerso nell’ethos dei costumi morali, dedito alla famiglia, al lavoro, alla cura di sé e all’adesione incondizionata a quei principi universali assunti comeoggettivamente validi, perché frutto di una convenzione del vivere bene, di una moralità collettiva; ciò che ci vuol dire la serie di Vince Gilligan è che questa prospettiva di moralità collettiva, che si esplica nel reciproco e doveroso rispetto delle norme vigenti, è forse una prospettiva troppo ottimistica, che non tiene conto di un punto fondamentale, che è il confronto con la prospettiva della morte.
Nel momento in cui si viene posti innanzi alla morte, il rispetto dell’etica si fa difficile e ciò che sopraggiunge è l’egoismo, l’egocentrismo, che caratterizza in primis l’uomo. La difficoltà di accettare la sopravvivenza della morale a se stessi e dunque la difficoltà di impegnarsi e sacrificarsi per questa. Ciò che è più importante per l’uomo è la conservazione di sé e (in un primo momento) della propria cerchia famigliare, del proprio gruppo primario. Anche se questa conservazione dovesse portare ad infrangere le norme dell’ethos e del moral point of view.
Ricordandoci però che “l’egoismo etico approva l’egocentrismo, ma non accetta la follia”, nonostante Walt sia estremamente razionale, quella in cui si trascina è una spirale di ingiustizia e di immoralità che fa vedere come questo processo sia del tutto impraticabile, che finisce per attuare proprio l’opposto delle proprie intenzioni.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta