"Appunti veloci e primo impatto sul cinema che ci precede, su quello che ci sfiora, o addirittura ci evita; film che attendiamo da tempo, quelli che speriamo di riuscire a vedere presto, ma pure quelli che, temiamo, non riusciremo mai a goderci, almeno in sala."
Ancora molto, molto cinema d'autore e qualche succosa anteprima di film che potremmo vedere per fine estate: la Francia non si arrende ed approfitta dell'estate per far uscire tutto il meglio e tutte le sorprese d'autore che i principali festival internazionali hanno accolto in questo ultimo anno. Ma torna anche la Pixar, con un cartoon intelligente, spassoso e quasi geniale che riporta ai vertici e all'acume dei gioielli prodotti dalla stessa negli ultimi due decenni la celebre società di produzione specializzata in animazione. Ecco qui altri cinque bei film.
VICTORIA
Tre premi a Berlino (tra cui l'Orso d'Argento del pubblico), Gran Premio al Festival del Poliziesco di Baume (accidenti! Questo mi manca proprio!), Victoria e' un thriller in tempo reale che dura temporalmente le 2 ore e 14 minuti della sua reale durata, dalle 5 ella mattina alle 7,14 successive:il primo film girato completamente in tempo reale con una piccola camera (forse anche solo un cellulare) che riprende una vicenda che nasce dalla anale quotidianità , per sfociare nella fuga più concitata e disperata.
L'incontro casuale in una discoteca berlinese tra una giovane spagnola di nome appunto Victoria, ed una banda di scapestrati con un piano da portare avanti, getta adrenalina nella vita incerta e minata da traumi non meglio specificati in capo alla giovane, rendendola viva e vitale, catapultandola in una vicenda nella quale la donna assume poco a poco un ruolo centrale se non determinante. Un film orchestrato e pensato, provato nei minimi dettagli prima di arrivare ad una versione definitiva che senza stacchi filma una storia di vita reale o realistica, una vicenda che nasce dalla quotidianità per divenire una corsa contro il tempo, contro gli ostacoli e gli imprevisti che il piano criminoso si porta dietro. Un film che nasce con la calma e la routine banale e poco cinematografica della vita reale, trasformandosi poco a poco in un thriller concitato ed adrenalinico che si porta dietro la sua sanguinosa scia di morte e violenza, tirando fuori da una ragazza qualunque, forse un po' sola e sociopatica, una forza ed una determinazione da amazzone ed ape regina. Il film di Sebastian Schipper, che rende possibile il sogno di Hitchcock di realizzare un film completamente in tempo reale e senza stacchi (l'ottimo Nodo alla gola fu un tentativo glorioso e riuscito, seppur con ingegnosi inganni), e omaggiato da altri grandi registi spesso avvezzi a girare lunghe e concitate scene con una medesima ripresa (ricordo il memorabile inizio di Omicidio .... di Brian De Palma), e' un film che inizialmente lascia perplessi, ma che poi cattura pian piano fino al suo straziante concitato epilogo. VOTO****
INSIDE OUT “Vice versa” e' il titolo francese dell'ultima chicca della Pixar, approdata con entusiasmo all'ultimo Festival di Cannes 2015 Una entusiasmante e geniale, ma anche spassosa e tenerissima avventura incastonata all'interno del cervello di una ragazzina undicenne, dove i centri emozionali, i neuroni, i centri nevralgici che influenzano il nostro approccio emotivo alla vita, divengono protagonisti di una avventura a tratti comica, a tratti mozzafiato, che contribuisce a formare e far crescere interiormente una bambina portandola alle soglie dell'adolescenza.
Ecco che cinque esserini balordi e buffi, Gioia, Tristezza, Paura, Disgusto e Collera, divengono i protagonisti di una geniale avventura di sopravvivenza che accompagna la ragazzina dal trasferimento della sua famiglia dal paesino del Minnesota fino alla metropoli californiana di San Francisco: con tutti i problemi annessi e connessi di rifarsi amicizie, di contrastare isolamento e solitudine, di vincere la tendenza a chiudersi in tristezza ed arrendevolezza, grazie anche alla eroica determinazione di quell'esserino combattivo ed irriducibile della Gioia, che pare avere proprio la stoffa del leader, riuscendo ad amalgamare le altre controverse sensibilità, e riportando a galla mondi andati perduti in un buio periodo di crisi emotiva ed esistenziale che ha fatto seguito al subitaneo improvviso trasferimento della famiglia.
Dopo Up! E Nemo, dopo Toy Stories e Monster and Co. La Pixar punta in alto per intelligenza e acutezza di tematiche, sfidando con coraggio lo scoglio di trattare argomenti tutt'altro che da pubblico infantile: un cartoon adulto intelligente che sa essere geniale e spassoso e che ricorda un po' l'universo alleniano dei neuroni di Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso..ma non avreste mai osato chiedere”. Intelligenza e divertimento possono andare a braccetto e duettare con istintiva complicità; tenerezza ed esaltazione delle gioie della famiglia, dello stare insieme, uniti per una causa, per superare le difficoltà apparentemente insormontabili di un luna park colorato e fantasioso che delizia e fa stare bene, e che è il nostro contorto ma geniale, a volte persino prodigioso cervello. VOTO ****1/2
LOVE & MERCY Amore e pietà: questi i sentimenti che suscita, soprattutto nei confronti nell'angelo biondo-venditore di auto di lusso (la splendida e sfavillante Elizabeth Banks) che si materializza davanti senza preavviso alcuno, la figura contrastante, potente e fragile, ispirata e svuotata, di Brian Wilson, geniale musicista s autore di testi, leader della boy band dei Beach Boys che negli anni '60 fecero sfracelli con le loro hits semplici, di facile ascolto, trascinanti come devono esserlo le produzioni destinate ad un pubblico aperto, a folle oceaniche di coetanei adoranti.
Peccato che il vero Brian Wilson è una persona imprigionata dapprima da un padre-manager che lo priva di ogni personalità e lo spreme come e più di uno scaltro manager commerciale; il secondo, che sostituisce il primo, è la figura di un bieco terapeuta (il solito mefistofelico Paul Giamatti, qui gonfio di capelli e phonatissimo secondo i canoni estetici dell'epoca) che gli impedisce, come il padre-padrone dei decenni precedenti, di coltivare nuovi percorsi musicali e maturare esperienze anche meno commerciali ma più genuinamente ispirate, e lo sottopone per questo a cure con farmaci che minano in modo quasi irreversibile la personalità e la capacità di giudizio di una star ormai in declino, in grado tuttavia, in pieni anni '80, di sopravvivere, e far vivere nel lusso la persona in malafede che lo guida e gestisce. Il regista Bill Pohland, alla sua opera prima, ha la buona idea di dividere in due il film e fare interpretare il personaggio da due bravissimi attori, uno ventenne, in pieno successo (Paul Dano, perfetto), l'altro ormai quarantenne, in piena crisi creativa ed esistenziale (John Cusack, perfetto nello stesso ruolo ,ma da maturo e svuotato). Il film rispetta con estrema coerenza un'ambientazione che ci rimbalza a più riprese, ma senza mai infastidire, dagli spensierati anni '60 delle spiagge sabbiose e del surf, agli anni dell'entusiasmo e della magniloquenza sfrenata degli '80.
Love & Mercy è un biopic che riesce a non risultare melenso pur trattando di traumi e disturbi personali, della guerra di una avvenente ma onesta venditrice di Cadillac per conquistare l'uomo che la ama ma di cui in troppi vogliono approfittare svuotandolo. Il lieto fine arriva perché lo ha deciso la vita vera, quella del vero Brian Wilson, che compare nei titoli di coda durante uno dei suoi più recenti concerti, attorniato dalle poche persone che gli hanno voluto veramente bene, salvandolo dal baratro apparentemente senza uscita in cui pareva irrimediabilmente franato. VOTO ***1/2
THE BLUE HOUR Un'altra opera prima, thailandese stavolta, che porta la regia dell'interessante e difficilmente pronunciabile (succede quasi sempre con i soggetti thailandesi) Anucha Boonyawatana: un film che nasce queer nella sua accezione più consueta, ovvero incentrato sull'inquietudine ed il disagio sessuale di un timido adolescente che incontra, in un luogo abbandonato e deserto, un ragazzo poco più grande per consumare le prime esperienze sessuali, trovando appagamento, ed un miscuglio di altri sentimenti contrastanti che lo intimidiscono ed attraggono nello stesso momento. Una piscina fatiscente ed abbandonata all'interno di una struttura dimenticata dalla civiltà;
una discarica, un tempo terreno di proprietà della famiglia dell'altro ragazzo, ma poi confiscata da terzi potenti ed immischiati in clan molto potenti per farne un luogo di riciclaggio, di rifiuti, ma anche per l'occultamento di cadaveri. Intanto tra i due giovani l'affetto e l'attrazione cresce, ma il protagonista è anche assefiato dai sensi di colpa che una madre addolorata e sconfitta gli carica addosso, accusandolo di essere senza carattere e di non riuscire a guarire da quella che la donna crede una malattia. Ma poi il film vira alle atmosfere horror, quando macchie nere senza alcun dubbio di sembianze antropomorfe cominciano ad apparire tra i bordi e i muri della piscina, mezza svuotata d'acqua e quindi dalle pareti ben visibili. Nella adiacente lavanderia corpi di persone uccise cominciano a materializzarsi e poi a sparire, e storie di vecchie sparizioni e di fantasmi cominciano a circolare nei racconti che il ragazzo più grande fa al minore.
Sarà l'inizio di un viaggio allucinato dove l'omicidio e la morte violenta appariranno reali e tagibili, fino al momento in cui spariranno lasciando spazio al mistero e alla mancanza di indizi e fatti concreti. Il film ha molta ambizione, risulta potente per certe inquadrature affascinanti che partono dal primo piano sconsolato del bel viso del giovane protagonista per spaziare attorno ad una natura placida e inerte, o, al contrario tra le macerie di un strutture abbandonate da tempo, o discariche adibite a nascondere efferate violenze e regolamenti di conti. Forse un po' troppa ambizione, un po' troppa carne al fuoco, ma il regista ci piace ed è certamente da tenere d'occhio. VOTO ***1/2
MICROBE ET GASOIL
L'universo fantastico, sognante, tenero e fiabesco dei film che hanno caratterizzato l'avventura cinematografica originale e quasi sempre di ottimo livello ed originalità di Michael Gondry, hanno reso il regista francese un cineasta del mondo, per nulla classificabile e riducibile nel contesto, per lui davvero troppo angusto, del territorio francofono. Tuttavia ora, lasciate le ambientazioni d'oltreoceano (The we and the I, Be kind rewind, Se mi lasci ti cancello), lasciati i blockbuster, peraltro riadattati in modo esemplare secondo il proprio stile e carattere (The Green Hornet), lasciato il mondo delle favole reali o realistiche, territorio che sconfina nella fantascienza retrò propria di un passato immaginario (L'arte del sogno nel primo caso, Mood Indigo nel secondo), ecco che l'autore torna in patria per raccontarci una vicenda ispirata ad esperienze vissute personalmente in gioventù dallo stesso autore.
Troviamo dunque i due ragazzini del titolo che, all'avvio delle vacanze estive, stufi di essere messi da parte e trattati malamente o ancor peggio ignorati dai propri coetanei fighi, si alleano e grazie alle capacità inventive di Gasoil, costruiscono, col motore di un tagliaerba, un buffo veicolo che assomiglia ad un gallinaio a quattro ruote: un veicolo bizzarro per abbandonare il mondo dell'indifferenza, della prepotenza e della prevaricazione, e fuggire via. Una vicenda ambientata ai giorni nostri in cui si respira l'aria anni '70 in cui fu adolescente il regista e in un certo senso il film è una boccata d'aria fresca che getta sul cineasta un nuovo inedito aspetto, più intimista e tenero, che potrà amalgamarsi alle altre svariate caratteristiche e qualità per non smettere mai di sorprenderci e farsi apprezzare.
E allora via artifici barocchi e visioni fantastiche (l'umica stramberia è l'insolito automezzo costruito dai due amici) che rischierebbero di far pensare ad un rimasticamento di temi e situazioni, per tuffarsi all'interno di una storia di ribellione contagiosa ma educata, contenuta ma di sicuro effetto; senza eccessivi drammi, con la nturalezza e l'intensità di chi crede fermamente nei suoi protagonisti, li appoggi, li sostiene e li ifende come una chioccia con i suoi pulcini. VOTO ***1/2
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta