Alzi la mano chi non è corso prepotentemente al gabinetto dinnanzi all'ennesima replica dell'inframmezzo pubblicitario in cui GEORGE CLOONEY e JEAN DUJARDIN passeggiano in infradito e con irritante nonchalance per il giardino della lussureggiante dimora di Clooney sul lago di Como, mentre si scambiano con "arguzia" battute "sagaci" sui caffè. Riguardatevi lo spot e vediamo chi resiste...
Bene, l'avete alzata più o meno tutti. Che sollievo: almeno so di non essere l'unico ad averne piene le tasche!
Di che cosa? Ma è ovvio: della CARICA DEI PUBBLI-DIVI, ossia degli attori di Hollywood (e in generale di tutti i volti famosi e popolari del cinema nostrano e americano) che si prestano a pubblicizzare prodotti con cui non hanno niente a che spartire (che cosa può centrare Clooney col cappuccio e col macchiato?), non rendendosi conto che così facendo gettano cacca (perdonate il brusco termine, ma ci stava) non solo sulla loro luminosa bravura e onorata carriera, ma più in generale su tutto l'Universo Cinema.
Ma svisceriamo la cosa in maniera ordinata e razionale.
Gli unici due motivi per cui una star accetti di fare da testimonial per un prodotto sono in primis il compenso (che per gli spot promozionali, com'è noto, è ormai diventato faraonico e quindi mostruosamente appetibile), e poi la pubblicità che alla diva o al divo stesso viene fatta, secondo la legge non scritta del "più mi faccio vedere, più sono famoso". Infatti, che ci piaccia o no, la notorietà si basa principalmente sulla visibilità. Il problema è però che oramai, coi tempi duri che corrono, non importa quasi più se tale notorietà sia positiva o negativa. Quello che importa è solo l'apparire, il mettersi in mostra, a qualunque costo e a qualunque condizione.
Un esempio semplice semplice? Eccolo servito.
Quello che subito mi viene da pensare (e credo anche a voi) sia che ad ANTONIO BANDERAS non gliene freghi un fico secco dei tarallucci e delle macine. Lui ci mette la faccia solo per far vedere la propria faccia, e a maggior ragione ce la mette perché, a ripresa ultimata, lo ricopriranno di euro.
È alla fine lo stesso discorso che si potrebbe fare per CHRISTIAN DE SICA. Nel 2014 egli, come sapete, scaduto il suo contratto quinquennale con la Filmauro, ha dichiarato di aver chiuso coi cinepanettoni e di volersi dedicare pienamente a progetti più impegnati e meno frivoli. E quattro mesi dopo aver girato con Rocco Papaleo La scuola più bella del mondo (!), arriva puntuale la smentita: De Sica infatti rivela di essere già in trattativa con... Indovinate un po' chi? Neri Parenti! Per che cosa? Naturalmente per un cinepanettone, in coppia con Massimo Ghini e in uscita per il Natale 2015.
Plausibilmente, la verità non è che gli mancava il mondo dei cinepanettoni, è che gli mancavano i soldi.
E la conferma ce l'ha offerta De Sica stesso: altrimenti come si spiegherebbe il fatto che da due settimane a questa parte lo vediamo impegnato a scimmiottare se stesso in un TV spot di una nota marca di carne in scatola, nel quale ripropone una gag del suo recente successo Colpi di fortuna?
Non vorrei comunque che mi si fraintendesse: la colpa non è né di Clooney e Dujardin, né di Banderas e tantomeno di Parenti e di De Sica. La colpa è purtroppo dell'intero sistema dello show business, che vizia i propri pupilli e fa piovere sempre sul bagnato: i divi non fanno che adeguarvisi, semplicemente per non essere da meno, per non venire scalciati via da uno più ricco e famoso di loro. La crisi economica mondiale trova la sua origine anche in parte da questo, e i potenti continuano imperterriti a marciarci sopra perché in fondo fa comodo anche a loro. i grandi autori latini ci dicono che Roma cadde in rovina per l'inarrestabile bramosia di denaro; Dante ci dice che l'origine dei mali che affliggevano Firenze stava nell'avidità: vogliamo ricaderci di nuovo?
Chiudendo questa piccola parentesi, vorrei specificare che io non ce l'ho affatto con gli spot pubblicitari e i loro testimonial. Io ce l'ho con gli spot inutili e fatti male, con gli spot in cui è lapalissiano il fatto che il vip nella veste di testimonial sia lì sul set dello spot con l'unico scopo di farsi pagare, con gli spot che sembrano esistere a solo appannaggio di chi vi prende parte invece di servire al povero consumatore per poter fare una buona scelta su cosa comprare. Perché, se qualcuno se lo fosse dimenticato, il nobile fine per cui è nata la pubblicità sarebbe proprio questo.
E difatti, tra tanta spazzatura, spot girati e pensati con raziocinio ci sono: eccone un fresco esempio.
Oltre ad essere girato con indubbia professionalità, la pubblicità strappa un paio di risate, raggiunge il suo scopo (far piacere il prodotto allo spettatore mostrandone i pregi principali) e ci mostra OWEN WILSON come abbiamo imparato a conoscerlo, ovvero in chiave spiritosa e soprattutto autoironica. Perciò per Wilson è tutto riguadagnato (oltre a un buon compenso, si è fatto anche una sana pubblicità positiva), e anche per il consumatore, che al momento della scelta del prodotto si ricorderà del bello spot e comprerà l'aperitivo pubblicizzato.
Uno spot altrettanto riuscito è il seguente: lo metto nel post anche per omaggiare in maniera delicata e personale un grande uomo e grande attore.
In questa pubblicità del Natale 2012, ROBIN WILLIAMS ha messo tutto quello che lo ha contraddistinto sul grande schermo, facendo leva sul proprio istrionismo e sulla magia emanata dai propri personaggi cinematografici (lo vediamo all'inizio citare L'uomo bicentenario). Alla fine dello spot, lo spettatore ha il desiderio di comprare il decoder e vedere dei film interpretati dal mitico Robin: bersaglio centrato.
Per operare un tangibile confronto, ecco invece due spot molto famosi come i loro interpreti ma completamente toppati.
In essi c'è solo la sfacciataggine con cui PAOLO SORRENTINO e KEVIN COSTNER hanno sfilato come in una immaginaria passerella della vanità. E lo dico con tutta la stima e il rispetto che nutro per loro, e per Sorrentino in particolare. È un regista eccellente, un artista dalle rare capacità: perché deve abbassarsi a questo livello? Non gli bastano i milioni che ha preso con Youth e l'Oscar ottenuto con La grande bellezza? Strano, comunque, che un uomo intelligente come lui non abbia capito che l'autocelebrazione funziona come un boomerang. Su Costner è invece meglio chiudersi nel più dignitoso dei silenzi: pensare al Costner che Balla coi lupi e al Costner che taglia il tonno con un grissino mette solo tristezza. "Vendendosi" si è solo banalmente prostrato al malato motore della celebrità.
E voi, che cosa ne pensate in merito? Avete anche voi degli spot che odiate o che vi piacciono, o spot che trovate riusciti o non riusciti? Come giudicate i PUBBLI-DIVI e il loro mondo?
Il dibattito è aperto.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta