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Recensione: Turning Point
di AndreaVenuti
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Turning Point è un film del 2009 diretto dal veterano di Hong Kong Herman Yau (nonostante sia solamente un classe 1961); la pellicola è quasi sconosciuta al pubblico italiano (io ho reperito la versione in lingua originale sottotitolata in inglese) e rappresenta il prequel della serie tv E.U (Emergency Unit), molto nota ad Hong Kong, dell'emittente TVB.

Yau per non sbagliare ha deciso di collaborare ancora una volta con il suo attore feticcio Antony Wong; anche se probabilmente è corretto scrivere di sodalizo artistico dal momento che Yau deve gran parte della sua fortuna proprio al mitico Wong, inoltre troviamo altri 4 grandi nomi del cinema di  Hong Kong ossia Francis Ng, Anthony Wong, Eric Tsang,  Yuen Biao infine Michael Tse (molto famoso in ambito televisivo).

Eric Tsang

Spia per caso (2001): Eric Tsang

Turning Point dimostra ancora una volta la duttilità di Yau, un regista che non ama fossilizzarsi (per sua stessa ammissione) in un solo genere; qui ripropone il filone dell'udercover cop (il poliziotto sotto copertura) sfruttando ancora l'onda dell'immenso Infernal Affairs (canto del cigno di Hong Kong).

Herman yau offre una versione sociale dell'infiltrato, concentrandosi e riflettendo molto  sulla vita degli agenti sotto copertura (a tal proposito è meraviglioso il primissimo flashback su Anthony Wong), il tutto si amalgama alla perfezione con inseguimenti, sparatorie e tanti anzi tantissimi doppi giochi, inoltre ritroviamo un elemento imprescindibile per il cinema di Hong Kong ossia l'Yichi , la fedeltà personale o fratellanza tra Tse e Wong (all'inizio), oppure tra Francis Ng e sua sorella 

 

L'intreccio con l'avanzare dei minuti diventa sempre più complicato quindi il regista per non far confondere troppo lo spettatore propone tantissimi flashback  utili per lo spettatore inoltre funzionali per caratterizzare al meglio i protagonisti.

In origine il protagonista doveva anzi è Michael tse tuttavia la bravura di Wong oscura la performance di Tse (fantastico anche Francis Ng e Eric Tsang); il look di Anthony Wong è pazzesco, «in versione glam da fare invidia a Brian Molko» (s. Locati, E. Sacchi, il nuovo Cinema di Hong Kong,Bietti editore,Milano,2014.p. 224).

 

La regia è di livello, la mdp non è mai ferma ma questo non significa inquadrature rapide e montaggio frenetico anzi ci sono tantissimi movimenti di macchina molto lenti (sono molte anche le carellate ottiche) in particolare modo ho notato svariate panoramiche a 180 durante le scene di conversazione inoltre seganlo una carrellata orizzontale (veso la fin del film, uno degli ultimi dialoghi tra Wong e tse) molto bella, infine notevole il mexican standoff finale caratterizzato da un flashback in bianco e nero che testimonia ancora una volta quanto sia imporante la fedeltà ma in alcuni casi estremi si è costretti .........

 

Turning Point pur non rappresentando un prodotto del tutto innovativo non sfigura se paragonato con altri film del genere anzì ci troviamo di fronte ad un buon prodotto diretto estremamente bene con un cast sempre all'altezza (gradevole anche la colonna sonora): voto 7.5

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