Sarà che le cose me le lego al dito e le tiro fuori al momento opportuno, sarà che questa storia non l'ho ancora digerita, sarà che tutta la stampa ad eccezione di Vincenzo Mollica del Tg1 (che confezionò un servizio ad hoc per l'occasione) non ha mai visto il film in questione, sarà che il premio farlocco (l'Action for Women) vinto a Venezia è stata una farsa internazionale, ma io non riesco a sorvolare sul fatto che la favola della povera bulgara Dragomira Michelle Bonev ha finalmente il suo lieto fine.
La 01 Distribution (ramo distributivo della Rai) affiderà a 80 sale, e sottolineo 80 quando a Martone ne ha riservate solo 40, il compito di trasmettere e diffondere l'impegno culturale di "Goodbye Mama". Ovviamente, lungi da me l'idea di farne un'analisi critica. Ad oggi, a parte l'accuratissimo sito messo in piedi per l'occasione e il pressbook ricchissimo di informazioni sulla regista, nessuno ha avuto l'onore di visionare la pellicola.
Gli unici spettatori risultano essere coloro che quel fatidico 3 settembre affollavano la sala Pasinetti del Lido, in cui si proiettava il capolavoro: Carlo Rossella, il ministro della Cultura di Sofia Vlady Rashidov, il nostro ministro per le Pari Opportunità Carfagna e l'allora presidente della Regione Veneto, oggi ministro per le Attività Culturali (che casualità e che tempismo, eh?), Galan, e altri 32 delegati bulgari. Spese folli tra alberghi e jet privati accompagnarono la proiezione, abbracci e baci corredavano i complimenti alla regista che avrebbe portato in alto a Hollywood il nome della Bulgaria, con il sogno dell'Oscar al miglior film straniero.
Peccato che nessuno lo abbia finora visto, in nessuna parte del mondo. Ma mai demordere: l'8 aprile è vicino e 80 sale sono tante. Vai, piccola bulgara nota in Italia. Nota? Per cosa? Che mi sfugge? Del resto, la Rai è sempre la nostra maggiore industria culturale...
SINOSSI:
GOODBYE MAMA racconta un intenso dramma familiare al femminile, la vita di quattro donne (una madre, due figlie, una nonna), i loro conflitti, le barriere sociali, l’abbandono degli anziani.
La storia di Maria, Teodora, Jana, Elena attraversa quattro decenni, dagli anni ‘60 ai giorni nostri. Ambientato in Bulgaria, il racconto ha inizio nell’inverno 2005. Teodora, 19 anni, riceve una telefonata dalla sorella Elena, 34 anni, che le chiede di andare a far visita alla nonna Maria, 81 anni, malata di Alzheimer, abbandonata dalla figlia Jana, 56 anni, in un ospizio statale.
Quando Teodora arriva a destinazione, inorridisce nel vedere come vengono trattati gli anziani. Da una ricerca fatta su Internet scopre che la nonna è ricoverata in uno degli istituti con più alta mortalità del paese. A Teodora ed Elena è subito chiaro che la madre Jana vuole liberarsi della nonna per impadronirsi della sua casa.
Scatta quindi l’operazione salvataggio. Dopo varie battaglie legali, Elena e Teodora, assistite dall’avvocato Virginia Kirova, che accetta il caso in nome della giustizia, riescono ad assumere la tutela della nonna Maria, la trasferiscono in un istituto privato di Sofia, salvandole la vita. Per comprendere le ragioni che muovono le quattro protagoniste si indaga nelle loro vite, tornando indietro nel tempo.
Con Jana si parte dagli anni ‘60, quando si frantumano i suoi sogni e c’è il distacco dalla sua famiglia. Espulsa dalla nazionale bulgara di pallavolo per cattiva condotta, cacciata di casa dal padre adottivo, lacerata dall’indifferenza della madre che non spende una sola parola in sua difesa, il cuore di Jana si indurisce fino a farla diventare una donna malvagia e senza scrupoli. Con Elena, invece, partiamo dagli ultimi anni del regime comunista, quando il Muro ancora divideva in due territori e coscienze. Martoriata dalla madre, sua grande antagonista, abbandonata dal padre, che amava tanto, a soli 17 anni tenterà il suicidio. Lascerà la Bulgaria per approdare in Italia, portando con sé solo l’amore profondo per la sorella di appena 4 anni. I soldi che riuscirà a mettere da parte, sono destinati a sua madre, affinché risparmi a Teodora ciò che lei ha sofferto da bambina. Nonostante i sacrifici di Elena, Teodora non resterà comunque immune dall’ira di sua madre.
L’amore che unisce le due sorelle darà loro la forza di sconfiggere i fantasmi del passato ed aprire i loro cuori ai sogni e alla speranza di una vita nuova.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta