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Cannes 2015: Standing Tall di Emmanuelle Bercot
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Prende ufficialmente stasera il via il Festival di Cannes 2015 con il film d'apertura, fuori concorso, Standing Tall di Emmanuelle Bercot. Lanciata come regista proprio da Cannes nel 1997 con Les Vacances, Emmanuelle Bercot ha il compito di aprire le danze della rassegna prima di ritornare in veste di attrice protagonista del film in concorso Mon roi, diretto da Maiwenn.

Standing Tall (2015): Trailer originale | Cannes 2015

Diretto da Emmanuelle Bercot e scritto dalla regista con Marcia RomanoStanding Tall racconta la storia di Malony, un bambino che, dopo essere stato abbandonato dalla madre all'età di sei anni, conosce presto l'ambiente del tribunale dei minori. Attorno a lui, si forma una sorta di nuova famiglia che si preoccupa del suo futuro e che comprende Florence, un giudice per i minori prossimo al pensionamento, e Yann, un assistente sociale con al passato un'infanzia molto difficile. Nel tentativo di salvarlo da un futuro sempre più incerto, Malony finisce in un severo centro educativo, dove conosce la giovanissima Tess, una ragazza speciale che gli farà nascere nuove speranze.

Con la direzione della fotografia di Guillaume Schiffman, le scenografie di Éric Barboza, i costumi di Pascaline Chavanne e le musiche di Éric NeveuxStanding Tall conta sull'interpretazione del giovane esordiente Rod Paradot, a cui è affidato il ruolo di Malony. Lo affiancano Catherine Deneuve (è il giudice Florence), Benoît Magimel (Yann), Sara Forestier (la madre di Malony) e Diane Rouxel (Tess). 

Rod Paradot

Standing Tall (2015): Rod Paradot

«In un primo momento desideravo realizzare un film sul sistema di sostegno e assistenza che ruota intorno a un bambino abbandonato. Mi sono però subito resa conto che ne sapevo poco di quell'ambiente. Negli anni di ricerche per i miei film precedenti ho potuto notare quanto chi lavora nel settore viva situazioni molto tesa, quanta abnegazione abbiano nei confronti del proprio compito, quanta pazienza e quanta determinazione nel non mollare. A ispirarmi è stata anche la figura di mio zio, consigliere per i giovani che gestisce un centro per giovani delinquenti in Bretagna. Un'estate, quando ero ancora bambina, mi sono recata in visita al centro e sono rimasta colpita da un piccolo criminale, dalla sua insolenza e dalla sua ribellione contro le autorità e le convenzioni sociali. Tra le cose che si insegnavano ai ragazzi, le più importanti erano l'amore e il rispetto per gli altri e per se stessi. Sono rimasta talmente impressionata che sognavo allora di diventare una giudice per i minori da grande. Non ho mai dimenticato quella circostanza, tanto da volerne realizzare un film», spiega la regista.

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3 domande a Catherine Deneuve

Lei è tornata a lavorare con Emmanuelle Bearcot ancor prima che il precedente film fatto insieme, On My Way, uscisse nelle sale. Sorpresa?

Si, sorpresa perché non sapevo assolutamente come terminasse Standing Tall quando me lo ha proposto. Ma, memore della fantastica esperienza sul set di On My Way, ho accettato: ho molto rispetto e ammirazione per lei, mi piace il modo in cui si relazione con la gente e in cui si comporta sia dentro sia fuori dal set. Apprezzo il suo lavorare sodo, la sua intensità e la sua semplicità.

Come si è trovata a interpretare il personaggio di un giudice compassionevole?

In realtà, interpreto un giudice ma un giudice... che nei fatti non è un giudice! Un giudice che ascolta, che si prefigura il meglio per il ragazzino solo che sta di fronte a lei. Questo è l'aspetto che mi ha particolarmente colpito nel frequentare le vere corti dei tribunali per i minori: la perseveranza, l'indulgenza e l'nfinita compassione che questi giudici e consiglieri hanno nel trattare i casi dei bambini meno fortunati.

Lei ha fama di usare l'immaginazione per i personaggi che interpreta e non di ispirarsi a persone realmente esistenti. Come mai si è recata in una vera corte?

Emmanuelle e io credevamo sin dall'inizio che fosse una buona idea quella di osservare come funzionavano veramente le cose. Non era tanto una questione di ricerca: si trattava semmai di sentire l'aria che si respira in certi ambienti, i toni di voce che si usano, come si parla e come ci si esprime. Quando interpreti un giudice, c'è il rischio di illustrare la funzione che è chiamato a svolgere e non la sua vera personalità, il suo essere prima di tutto un individuo.

Catherine Deneuve

Standing Tall (2015): Catherine Deneuve

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