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La Piccola Posta di Maghella (4)
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Maghella come “Donna Letizia”, come “Natalia Aspesi” o meglio ancora come “Lady Eva” di Franca Valeri in “Piccola Posta” -1955- di Steno.

Cosa sarebbe successo se Jack Torrance (Shining), Cora (Il postino suona sempre due volte), Gilda (Gilda), il porfessor Humbert (Lolita) e tanti altri avessero avuto la possibilità di scrivere ad una piccola rubrica de “La posta del cuore”? Forse si sarebbero evitati molti finali tragici di tanti film. Nessun suicidio, nessun omicidio, forse solo qualche bisticcio domestico. Questa sarà la rubrica de “La posta del cuore di Maghella”, che risponderà a tutte le lettere dei nostri eroi cinematografici in crisi.

La lettera che pubblico oggi mi è stata recapitata direttamente da un utente di questo sito: Kutisonic. Kurtisonic ha accolto l'invito posto in questa rubrica e si è trasformato in un simpatico postino virtuale tra me e il dottor. Elliot, al quale la sottoscritta ha cercato (come meglio poteva) di rispondere. Grazie Kurtisonic hai “giocato” con me cogliendo perfettamente lo spirito di questa anomala rubrica

 

Gentilissima Maghella,

le scrivo dagli Stati Uniti, dove svolgo proficuamente il lavoro di psicanalista da diversi anni, sono il dottor Robert Elliot, ma gli amici mi chiamano Bobby. Le scrivo per parlarle di una mia cliente, che mi ha stupito molto, nonostante la conosca oramai da anni. Quando accettai di prenderla in cura le sottoposi il famigerato test di Rorschach, quello con quelle strane macchie da decifrare di getto. Davanti a quella più facile che ricorda a chiunque una farfalla, la paziente -una bionda avvenente di mezza età, insoddisfatta dal menage coniugale- rispose quello che solo io ho sempre saputo vedere: fragole schiacciate. Un segno del destino, non le pare? Da allora è diventata la mia paziente preferita , la mia protetta, l'adoro, la strapazzerei di coccole. Oggi mi ha chiesto inaspettatamente se avrei mai fatto l'amore con lei. Che dire? Certo! se non fosse per la mia rispettabilità e la mia posizione professionale che me lo impedisce. Finita la seduta, l'ho seguita fin dentro un museo dove c'è una mostra di quadri sublimi. La sorpresa è stata grande quanto il mio disgusto, per averla poi vista salire su un taxi, fra le braccia di uno sconosciuto che suppongo abbia sopperito al mio signorile rifiuto. Naturalmente lei non mi ha riconosciuto, anche se le sono stato molto vicino. Quando esco dal mio studio mi vesto da infermiera, forse con l'inconscio desiderio di aiutare materialmente le persone, anziché solo a parole. Pensa che ora il rapporto “medico-paziente” possa in qualche maniera essersi guastato? Mi conviene ancora seguirla o sperare che la memoria cancelli col tempo i suoi guasti? E soprattutto: le fragole schiacciate le metto sopra o sotto un bel po' di panna?

Con devozione assoluta, Robert Elliot.

 

Caro Robert... o Bobby,

la sua lettera è davvero molto personale e delicata. Mi stupisce che un professionista come lei sia cascato nella rete seduttiva di una signora di mezza età forse già abituata a simili “trucchetti”. Possibile che le fragole schiacciate siano state la chiave, il codice segreto, per iniziare un gioco tanto pericoloso? che noto l'ha turbata non poco. Fino al punto di seguire la signora. E se se ne fosse accorta? Cosa le avrebbe detto? Come ha fatto a non farsi riconoscere nonostante la vicinanza? Ho notato una punta di gelosia per il signore nel taxi, che col tempo potrebbe trasformarsi in frustrazione e rabbia incontrollabile.

Ho sentito dire che è frequente che nasca una sorta di innamoramento tra medico e paziente, ma da parte sua mi pare ci sia una componente ossessiva un “tantino” preoccupante. Le consiglio vivamente di non seguire più la signora, né fisicamente e tanto meno come paziente... anzi, forse è il caso che si prenda anche lei un periodo di pausa. Esca, veda gente, faccia compere, si dedichi del tempo per lei, per capire cosa vuole e cosa cerca. Si levi da dosso quel vestito da signore composto e serioso, indossi cose più semplici e alla mano, abiti comodi per fare cose che le piacciono. Non certo la divisa da infermiera (perché poi da “infermiera”?). Ha le idee confuse, caro Bobby, a partire dalle fragole, che vanno sotto la panna indubbiamente.

Ha bisogno di riposo, relax e di frequentare donne meno problematiche e più spensierate.

Le consiglio di evitare le infermiere, non mi sembra il caso visto la sua tendenza a mettersi le loro uniformi. Mi scriva quando si sentirà più lucido sui suoi sentimenti, mi tenga informata.

 

p.s. Non so per quale motivo mi viene anche da dirle di lasciar perdere le bionde... almeno per un po'.

Chiunque può scrivere a “La piccola posta del cuore di Maghella” presso la casella dei messaggi di Maghella.

 

 

 

 

 

 

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