Maghella come “Donna Letizia”, come “Natalia Aspesi” o meglio ancora come “Lady Eva” di Franca Valeri in “Piccola Posta” -1955- di Steno.
Cosa sarebbe successo se Jack Torrance (Shining), Cora (Il postino suona sempre due volte), Gilda (Gilda), il porfessor Humbert (Lolita) e tanti altri avessero avuto la possibilità di scrivere ad una piccola rubrica de “La posta del cuore”? Forse si sarebbero evitati molti finali tragici di tanti film. Nessun suicidio, nessun omicidio, forse solo qualche bisticcio domestico. Questa sarà la rubrica de “La posta del cuore di Maghella”, che risponderà a tutte le lettere dei nostri eroi cinematografici in crisi.
Cara Maghella,
Mi chiamo Jack Torrance, sono sposato con Wendy e abbiamo un bambino di 6 anni. Da qualche tempo sono senza lavoro e questo sta provocando non pochi dissidi tra me e Wendy. Sono uno scrittore e avrei bisogno di un po' di serenità per poter scrivere qualcosa, uno spazio tutto mio in cui non essere disturbato... ma immancabilmente mia moglie trova sempre il modo e la maniera per interrompere il mio flusso creativo. Ma quello che proprio mi fa incazzare è che mi sta mettendo contro mio figlio. Io lo vedo come mi guardano tutti e due: mi spiano e bisbigliano alle mie spalle, complottano. Mia moglie manda Danny -mio figlio- a boicottare il mio lavoro: scarabocchia i miei fogli, li butta in terra, mette disordine, gioca e fa rumore. Credo sinceramente che la soluzione migliore sia accettare la proposta di lavoro che mi è stata offerta da un grande albergo di lusso come custode per il periodo di chiusura. Penso che un periodo di isolamento non possa che farci bene. Non so quanto mia moglie e mio figlio siano d'accordo, ma è l'unica possibilità che ho per mettere ordine in questa fase della mia vita. Sarà mia moglie a mio fianco? Recupererò come figura paterna agli occhi di mio figlio?
Cordiali saluti, Jack Torrance.
Caro Jack,
la sua storia mi sembra di conoscerla, nel senso che non è la prima volta che un buon matrimonio va in crisi per colpa di motivi economici. Ma, le chiedo e mi chiedo, è veramente per colpa della sua momentanea disoccupazione che avvengono queste incomprensioni? Come mai lei cerca continuamente “l'isolamento” dai suoi affetti familiari? Ha parlato chiaramente con sua moglie dei suoi problemi? Molto spesso si cerca di attribuire agli altri la responsabilità dei propri fallimenti. Mi chiedo se l'isolamento da lei tanto cercato non possa diventare un ulteriore motivo di scontri tra lei e i suoi cari. La inviterei invece a cercare più dialogo con sua moglie e soprattutto con suo figlio. Chissà che quello che lei chiama “complotto”, in verità non sia altro che un segnale di ricerca di attenzione da parte di suo figlio. Parli di più con sua moglie, si tolga la maschera del “capofamiglia” e si mostri, a chi le vuole bene, con le sue fragilità. Per quanto riguarda la proposta di lavoro, solo lei la può valutare, ma si domandi bene prima di accettare: sono davvero disponibile a passare tanto tempo da solo? L'isolamento può essere un momento di liberazione dallo stress quotidiano, ma può presto diventare una prigione dalla quale è difficile uscire. Mi tenga informata.
Un saluto, Maghella.
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