INTRO
Diritti civili e scontri razziali, Martin Luther King e Robert “Bobby” Kennedy, VietNam e Guerra Fredda, Nixon presidente e Everybody Loves an Astronaut !
“Qualcosa” ho già scritto a proposito di “Mad Men”, nei due post precedenti a questo, relativi alla 6a stagione, e nella serie di playlist e post che trattano delle prime 5 annate : qui mi prendo una vacanza e mi limito a...“qualcosa” : la fredda, nuda e cruda cronaca : brani, lacerti di dialogo, intercettazioni, umile A. W. Merrick in quel di DeadWood-Manhattan
[ o W. W .Beauchamp al seguito di English Bob in “Unforgiven”, o John Ford che triangola le traiettorie di MdP e proiettile posizionando John Wayne a contendere la spigolosità di un'ombra che ritorna presto a comporre una figura con paesagggio fuori dalla stanza, sull'assito della veranda, dopo aver scalzato dal dubbio della colpa e del rimorso James Stewart arrivando una frazione di una frazione di secondo prima al cuore di Lee Marvin : perché si, la Violenza permea “Mad Men”, ne costituisce la cifra fondativa, essuda d'ogn'inquadratura, dialogo, scena, sequenza : soppianta ogni punto di fuga verso l'ipocrita massificazione, il perbenismo conformista e la caduta nella conveniente convenzionalità dell'appiattimento moralista e assolutorio con uno scatto di realtà protratto e mantenuto sulla crudeltà insi(sti)ta in ogni rapporto sociale, che smuove, pervade, conduce e consente ogni rapporto sociale.
“Mad Men” trasuda, essuda violenza. E' la frontiera del backyard, dell'ascensore, delle porte girevoli, della sosta alla macchina fotocopiatrice. E Matthew Weiner ne è il suo cantore. La sostanza, il cosa, la riconosciamo sin da subito come nostra ( sono quelle consuetudini che hanno conformato il presente che tutti abitiamo ), ed è la forma, il come viene messa in scena questa idea di docile, comune, assuefante sopraffazione quotidiana ad essere fenomenale : se molte serie tv sono caratterizzate dalla loro ''respingenza'', dalla loro ''scomodità'', dalla loro violenza esplicita ( penso a "Breaking Bad", a "BoardWalk Empire", a "the Sopranos" ) - mentre altre ''giocano'' lo stesso ruolo ma virandolo alla comedy ( agra, drammatica : "the Office", "Weeds"...) -, "Mad Men" si basa senz'altro sull'attenuazione, sul ''soffocamento'', sul non detto ( ma manifesto, e, ripeto, Violento ) del Conflitto tra le parti costituenti il Rapporto Sociale : da questo PdV forse la controparte migliore alla serie, quella che risulta possedere il legame più forte, è l'antinomica e divergente “the Wire” ( e “Six Feet Under” ]
che scribacchia frettolosamente sul suo taccuino avanzando nel fango tra le pareti componibili degli uffici SCDP tra il 37° e il 38° piano del Life-Time Building cercando di stare dietro alla storia senza esserne travolto, calpestato e dato in pasto ai maiali e stando attento a non prendere qualche zoccolata in fronte da un cavallo scalciante ( o da una motofalciatrice di passaggio ), pronto a comporre una fresca prima pagina del mattino che si sedimenterà in Cronaca, poi Storia e infine Leggenda, disponendo i caratteri mobili sulla lastra di supporto e inchiostrandola per bene, pronto a – girato l'angolo di una catapecchia oppure strafatto di speed circumnavigato un isolotto di uffici – fare un salto di quasi un secolo e tramutatomi nella new girl battere a macchina, for immediate release :
“New York City, 17 Maggio 1968, for immediate release...”.
♦♦♦ 04 (69) " To Have and to Hold ", diretto da Michael Uppendahl e scritto da Erin Levy.
La segretaria di colore all'amica di colore : “ Tutti lì dentro hanno paura. Le donne che vanno a piangere in bagno. Gli uomini che lo fanno in ascensore. Sembra capodanno quando svuotano i cestini tanto son pieni di bottiglie vuote. E ti ho parlato di quel pover'uomo che si è impiccato nel suo ufficio ? ” : beh, messa giù così...è proprio vero...
Per fortuna poi che ogni tanto ci sono anche i vecchietti che spiegazzano il NYT :
Bert Cooper – " Beh, guerra o non guerra, Nixon non pensa di essere in corsa contro Johnson. Pensa di correre contro il fantasma di Kennedy ".
Roger Sterling – " Anche Johnson ".
Ma è Don che, come al solito, passando da Karl Marx ( ciliegie e fragole anche d'inverno, dall'ordine del bisogno a quello del desiderio, le relazioni tra gli individui condizionate dalla produzione del superfluo : e non v'è riscatto, non più, nemmeno la probabilità di una possibilità, semplicemente perché non sappiamo nemmeno che cosa abbiamo perso, non ci rammentiamo di cosa i nostri genitori e nonni hanno conquistato per noi lottando ) a Jacques Lacan
[ Don non è lo specchio per gli altri ( lo è per Peggy, e viceversa ), in cui riconoscersi, Don è l'argilla, con la quale modellarsi e ''migliorarsi'' : Don è l'Avversario, è una Sindrome di Stoccolma deambulante, Don è l'Uomo Ontologico eviscerato : l'unico specchio, ovviamente, la trasparenza che tutto avvolge e ottunde, è la Pubblicità : lei ci guarda, e si riconosce : la “Mancanza ad Essere” viene colmata da un surplus eterogeneo di nient'e nulla : il principio del non lasciare che gli altri pensino per te viene risucchiato dal vuoto spinto creato da un bombardamento massivo e massiccio di solleticamenti erogeni che ti soddisfano nell'immediato placando il desiderio - da essi stessi creatoti - sul momento, ma conducendoti verso una spirale di falsi, finti ''bisogni'' sempre più vorticosa e inarrestabile ],
definisce l'ossatura di quel che “Mad Men” è, dicendo al rampante pre-yuppie della Heinz (ketchup) : “ La cosa che gioca più a vostro vantaggio non è la foto che scattate o il quadro che dipingete. E' l'immaginazione del consumatore. Non hanno un budget. Non hanno un limite di tempo. E se riuscite ad entrare in quello spazio...la vostra pubblicità può essere trasmessa tutto il giorno ”.
Cristo di dio.
Poi, subentra anche l'iconicità ( fattore che la serie ''gemella'' della AMC, “Breaking Bad”, possiede ed esprime come elemento costitutivo e fondamentale ) dei gesti, la ''semplificazione'' che distilla un precipitato di mondo-mondo : lei (Linda Cardellini), che lascia Don spostarle il crocifisso appeso alla catenina che porta al collo dal centro del petto a dietro la schiena, un gesto ur-iconico e contro-didascalico, che con la sua retoricità stempera l'apicale accademicità dei sentimenti del dialogo tra amanti sui massimi sistemi immediatamente precedente che a quel gesto ha portato.
“Bella Addormentata” [ in cui è Lei ( e non Lui ) a spostar(l)e il crocifisso - che porta appeso al collo agganciato a una catenina - dietro alla schiena per stornare lo sguardo di Gesù non dal tradimento extra-coniugale ( vedi sopra ) ma dal peccato pre-matrimoniale ] è uno degli ultimi esempi.
Mentre “Hadewijch” - per rimanere al presente - è un esempio inevitabile-titillante ma più facile, per forza di cose.
Bonus Track : a proposito di regole, convenzioni e simboli (ex-voto), ovvero :
se solo lo Stato (reazionario) potesse renderebbe legale il suicidio.
Cantiere Monastero.
Prendiamo la Bibbia. Fatto ? Allora ( premesso che, sinceramente, non posso parlarne con una cognizione di causa vagamente sufficiente : ho abbandonato la lettura del libro a pagina 150 ) : in verità vi dico che ( l'Antico Testamento così come il Nuovo Testamento così come i Vangeli così come gli Atti degli Apostoli ) questo grande long-best seller non contiene né una scrittura sopraffina ( vuoi per le varie traduzioni, tradimenti, interpretazioni, riscritture, censure cui è andato in contro nei secoli dei secoli ) né una poetica suprema ( da questo PdV sono molto meglio Omero e Vladimir Nabokov di Signor Dio ) : il vero punto forte della Bibbia sono i suoi Mitici personaggi da Favola : ogni frase ed ogni descrizione d'azione compiuta assumono – tra un elenco di "e visse" e di "e generò" - un ulteriore Significato ed un Valore superiore che ne aumentano la portata morale e poetica per via di chi le pronuncia e compie. Addirittura, per contro, alcune fra le frasi migliori sono tali proprio per la loro forza utopica e satirica, Fuori dal Mondo : ad esempio questa :
" Beati gli ultimi, poiché saranno i primi...”,
pronunciata da Gesù di Nazareth, e riportata dai Vangeli, oltre ad essere palesemente falsa, prosegue con un aggiuntivo sberleffo finale :
"...a entrare nel Regno dei Cieli ".
In Dumont, al contrario che in Dio, invece, le parole ( così come i gesti, e i segni ) sono importanti ( oltre la didascalicità ) :
Ritrovare il Mondo :
è questa la Missione che le monache affidano a forza alla ragazza protagonista che – novizia in attesa ( gestante, insomma : altro problema è che si nasce morti e si muore vivi...) di prendere i voti – si fortifica mortificandosi ( divenendo ed incarnando ''la caricatura di una religiosa'' ) : pensano così che - contrapponendo all'amor proprio ( in grazia di dio ) e alla mancanza d'umiltà ( non c'è posto in lei per essa, è una qualità che mai ha conosciuto o saputo di possedere ) della ragazza le occasioni di vita che non si sono scelte, quegli Avvenimenti ( "les Anges du Péché"/"Mouchette"-Bresson, "BadLands"-Malick, "Lourdes"-Hausner, "Dupa Dealuri"-Mungiu, su su, giù giù, svolta a sinistra, poi in fondo a destra, fino a Maya, l'American Sniper, e Hayat Boumedienne ) che solo fuori le mura dell'istituto religioso potrà trovare, ritornando al mondo e alla pratica della quotidianità, in attesa – ancora – che la sua vera vita, i suoi veri desideri e il suo vero io le vengano ''rivelati'' - potrà trovare la giusta strada verso il fine ultimo :
" Non è necessario...per approciarsi a dio...che si distacchi dal mondo ".
A volte per l'appunto invece basta 'trascendere' in esso, tipo con un gran botto, ed ecco che, si, “la mistica accede ad un'altra dimensione” ( sic!/cit. ) : il buio pesto, il vuoto assoluto, l'eco sorda del silenzio che risuona, e miccia corta.
Nel frattempo il Seggio all'Ex Voto è stato Chiuso. Ma intanto si sa che vince sempre l'amore, fosse pure, acciecato dalla cattiveria e blindato dalla malvagità --- entrambe risultanze e non per forza fautrici dell'ignoranza, spesso stimolata a crescere e rifiorire e costretta all'involuzione autosostentante dalle strette maglie ottundenti e inibitorie dell'idiozia di fondo, della stupidità generale, della scemenza corrente, queste a loro volta alimentate da una crudeltà arcaica ed archetipica e da una ferina ferocia epigenetica, che non fanno che implementare nell'essere umano nuove subroutine, scevre da informazioni e pregne di ordinanze, che pretendono fresca novella inesperienza e nuova ulteriore innocenza ( da immolare sull'altare del profitto : religioso, pubblicitario, politico : tutti sinonimi di potere e controllo ) per girare al meglio e svolgere la funzione per cui sono state create : compensare un egoistico surplus immotivato di necessità di riscatto preventivo, attutire il vuoto lasciato da una irrealizzazione protratta e reiterata dell'appagamento dal bisogno di ambizioni meschine e colmare il prurito che il desiderio di un'identità che sia tutto fuorché noi il triangolante coacervo d'interazioni suddette stimola e inscena : e quando non si è si odia, proprio come quando non si ha ---, composto da solo e puro odio.
♦♦♦ 05 (70) " The Flood ", diretto da Christopher Manley e scritto da Tom Smuts e Matthew Weiner.
Ep. capolavoro diretto dal direttore della fotografia Christopher Manley ( che con Robert Aschmann ( the L Word ), Larry Reibman ( Medium ) e Romeo Tirone ( Dexter ) è senz'altro il direttore della fotografia con lo stile più riconoscibile e personale di questi anni nel campo seriale : caratteristica che non prevarica in alcun modo le altre varie componenti dell'opera, ma che si amalgama eterogeneamente in esse, riuscendo al contempo col portare a casa il non facile risultato di mantenere una propria forza narrativa e significante, dando un'impronta immediatamente identificabile alla serie ma in nessun modo prevaricante ), che per l'occasione è ''costretto'' a lasciare il controllo delle luci – almeno nominalmente – a Don Devine ( ottima resa finale, vedasi per esempio la scena conclusiva in terrazza tra le mille luci di NY ).
Megan a Don su suo padre : “ Dice che approva l'aumento della decadenza. Sono stufa marcia di queste stronzate marxiste ”.
Più tardi, a Don : “ Tu non hai Marx, hai una bottiglia ”.
-- Vuoi vederlo di nuovo ?
-- Possiamo ?!?
Originale ( uno youtuber che riprende dal televisore ( sommo artigianato casalingo : ma che non ce l'hai un dvr ??!! ) una scena della serie tv in questione ambientata in un teatro cinematografico ) : https://www.youtube.com/watch?v=yy_U-PeRY1k
Versione rimaneggiata 1 : https://www.youtube.com/watch?v=ROYWhW9HoaA
Versione rimaneggiata 2 ( heilà, chi si rivede, Mr. White ! E occhio al megaspoilerone su "Game of Thrones" 3...) : https://www.youtube.com/watch?v=RNI86h2XiYk
Prima che Don confessi l'amore per i figli, quel sentimento fino ad allora solo imitato e simulato - come suo padre prima di lui verso di lui -, ma che adesso s'è palesato inverandosi in un gesto comune compiuto dal suo di figlio : “ Li vediamo fare un qualcosa e...proviamo quel...sentimento che facevamo finta di avere “.
Da ricordare il siparietto ( a sé stante ) comico-semidestabilizzante che vede protagonista l'Ethan di “Lost”, William Mapother ( Born on the 4th July, Magnolia, Almost Famous, In the Bedroom, Vanilla Sky, Minority Report, WTC, Another Earth, I Origins, BlackHat ), senza svelare alcunché ( anche perché ben poco c'è da svelare, ma solo da godere : godere di una performance che depone un ulteriore tassello a comporre il grande mosaico che rappresenta il Fuori di Testa - e le ombre di Scientology mai smentite non fanno che cortocircuitare ancor di più il tutto ).
♦♦♦ 06 (71) " For Immediate Release ", diretto da Jennifer Getzinger e scritto da Matthew Weiner.
Se ne parlava già nel 2° post dedicato a questa 6a stagione di Mad Men, ed ora la reazione di Joan al tentativo ( collaterale, come “vittima”-beneficiaria delle buone-azioni-disinteressate di Don ) di salvarle-lavarle l'onore da parte di Don si manifesta di-chiara-ta-mente : “ Onestamente, Don, se riuscivo a sopportarlo io, potevi sopportarlo anche tu. E ora cosa è rimasto ? Ho passato tutto quello per niente ? “.
Ancora un parziale Bresson, per la Chevy :
“ Lo trasmetti per una settimana, e alla fine fai vedere l'auto “ :
parole sante.
17 maggio 1968 : fusione. Incorporazione. Meno di tre settimane alla fine del mondo.
Fine del mondo [ di un mo(n)do di vivere ] che arriverà al termine del prossimo episodio.
♦♦♦ 07 (72) " Man with a Plan ", diretto da John Slattery e scritto da Semi Chellas e Matthew Weiner.
" I have no place to go ", dice Bob Benson a Joan in una delle scene magistrali della stagione, al pronto soccorso di un ospedale : in un campo - stacco - e nel "controcampo" di ritorno sempre su Joan si può scorgere tutto il gran lavoro di scrittura, regia e recitazione : dalla sorpresa stizzita all'ammirazione imbarazzata, dal moto represso di disappunto a...l'amore ( ''impossibile'', ma amore ) : oramai è chiaro : è Bob Benson l'uomo che magari non ha un posto dove andare ( un/il doppelgänger in minore di Don/Dick ) ma di certo ha un piano in mente, foss'anche ''solo'' quello di seminare il suo passaggio-percorso alla SCDP-CGC di buone azioni, ché alla fine nessuna buona azione ( tra tornaconti e contropartite ) rimarrà impunita :
Nel frattempo, la Morte impera.
E a tal proposito, molto belle le due scene finali, il cui contenuto sarebbe scorretto rivelare, che dialogano tra loro a distanza di qualche quartiere/isolato, da un sobborgo ad un upper side, e di qualche ora, da un albeggiare liminale ad un pieno mattino, e a vicinanza collimante di soggetto trattato
[ per tornare a quanto già detto nel primo di questa serie di post dedicati alla 6a stagione di "Mad Men" : quella che forse tra tutte le 7 (8) annate che compongono la serie risulta essere la più ''ingenua'' dal PdV della retorica filmica ( rapporti di causa-effetto, ammiccamenti s-velati ), ma per un semplice motivo, azzarderei a dire dato di fatto, ovverossia : è lo spettatore ( ''comune'', e assiduo ) ad essere diventato, col tempo, come dire...per usare un termine tecnico...sgamato, riuscendo così a cogliere al volo piccoli riferimenti psicologici tra i personaggi, e quelli socioculturali, politici, artistici, e più specificatamente da un lato i riferimenti autoreferenziali interni alla serie e dall'altro le fiammate sensoriali di pura grammatica cinematografica ] :
fotografia, inserimento e utilizzo della colonna sonora ( musiche e rumori ambientali, diegetici ed extra diegetici ) e montaggio : grande cinema.
Però c'è sempre tempo per integrare la reading list : tocca a Linda Cardellini - Sylvia Rosen e a "the Last Picture Show" di Larry Mc Murtry ( 3 anni più tardi sarà la volta di Peter Bogdanovich ) :
Quindi, verrà la guerra. O forse no. Ché di fatto già c'è. Si, ma lontano da qui.
OUTRO
Ok, la vacanza che auspicavo all'inizio è stata interrotta dalle notizie dal fronte, la cronaca s'è trasformata in biografia, ogni buon proposito di didascalizzare la narrazione del mondo-mondo di M. Weiner è andato a farsi benedire. Mad Men mi ucciderà.
Dal notiziario della sera : Valle Giulia ancora / brilla la Luna... Camionette affossate sul pianoro e corpi esposti a monte sulla scalinata ad affrontarsi, da sinistra a destra : disposti con un'Architettura di falangi, manipoli, coorti... E un dare fiato alle trombe del buon senso : ...Avete facce di figli di papà / Vi odio come odio i vostri papà... M. L. King ucciso ( 4 Aprile '68 ). Nanterre e Sorbona al Quartiere Latino della Ville Lumière, a menarsi con quelli che "vengono da subtopie, contadine o urbane che siano", e De Gaulle in prepensionamento posticipato. Sommosse a tutto spiano in ogni città (...'67-'68-'69...). La Columbia University occupata [ fragole e sangue, mirtilli e sperma, dalla costa est (New York) alla ovest (San Francisco) per forza di cose...]. Resurrection City ( qui e qui ) sul National Mall di Washington ( 21 Maggio '68 ). Valerie Solanas spara ad Andy Warhol senza tirare in ballo “the Catcher in the Rye”. Bobby Kennedy ucciso ( 6 Giugno '68 ). La Primavera di Praga sfiorisce sotto i cingolati di un pallido agosto, Dubcek viene normalizzato e spedito a spostare tronchi in una foresta primaria, in attesa del velluto. Tlatelolco, Macelleria Messicana, "perché i poliziotti sono figli di poveri", ma non per questo non hanno una buona mira. E Tommie Smith, e John Carlos, e Vera Cáslavská. E buon anno : ciao 2001, ciao 1969.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta