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In Serie (16) - un Mash-Up/ReCap : « " It's Munich ! ", ovvero : A Bob Benson Film » : “Mad Men” - stag. 6 ( p.2 : ep.3 ).
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Come dicevo nel post precedente, il primo di una piccola serie dedicata alla sesta stagione della creatura di Matthew Weiner, se qualcuno volesse affrontare con un minimo di criterio "Mad Men", dovrebbe scrivere una monografia su ogni singolo episodio. Non era questo il mio intento all'inizio della stesura di questi post, e non lo è ora, ma ammetto che il progetto si è un pochino allargato “da sé”...


03 (68) "Collaborators", diretto da Jon Hamm e scritto da Jonathan Igla e Matthew Weiner.
Come sempre : Fotografia - Christopher Manley. Musiche - David Carbonara. 


In cui Don Draper (Jon Hamm) - poco, poco aziendalista - mette in scena - con un atto di “coraggio” pari solo al suo successivo ( a fine stagione ) tentativo (riuscito) di salvare ( su richiesta dell'interessato ) Ted Chaough (Kevin Rahm) da un problema con un cliente, ''sacrificando'' però, nel portare a termine il compito, il lavoro di Peggy Olson (Elisabeth Moss), la sua ( di Ted ) platonica-freudiana amante [ in questo gioco delle parti si potrebbero identificare e riconoscere i componenti del triangolo come abitanti e visitatori di Hamelin : Ted è il sindaco, Don è il Pifferaio e Peggy ( la new-new-new girl {*} ) rappresenta i bambini - probabilmente i topi sono i clienti...o i consumatori...] - l'azione suicida ( omicida ) più scaltra che si sia mai vista, rivolta contro l'uomo che chiese una ripassata con Joan Holloway (Christina Hendricks) in cambio della firma di un contratto ( Jaguar ), quando la SCDP ne aveva bisogno : lo fa per orgoglio personale, per stizza, per sana antipatia verso il tizio, per vanagloria, e in parte utilizza Joan stessa come scudo per ''difendersi'' agli occhi di Pete Campbell ( Vincent Kartheiser) - il new-new boy...? - [ mentre a Roger Sterling (John Slattery) importa ben poco dell'intera faccenda...anche solo per il fatto che quello ad andarci veramente di mezzo è Campbell, e...beh...perché nulla sa del contratto carnale stipulato tra Joan e il tipo, Herb Rennet (Gary Basaraba), un italo-americano rivenditore locale autorizzato di auto usate, che voleva dirottare ( facendoci la cresta ) una grossa fetta del budget messo a disposizione dall'azienda automobilistica madre all'agenzia di pubblicità per promuovere i loro veicoli dalla scala nazionale a quella locale, quindi verso la propria attività personale ], ma Joan non apprezzerà, e sarà molto esplicita a tal proposito ( nell'ep. 6 ) : se lei ha potuto sopportare l'umiliazione che a suo tempo si è autoimposta, che diritto ha lui, ora, adesso, di sua sponte, di ergersi a collaterale benefattore e vendicatore/ripristinatore del di lei onor di pulzella perduto e oltraggiato ?


E poi, a volte, accadono dialoghi, come questo [ immediata prosecuzione della scena precedente e ad essa direttamente, strettamente, del tutto collegata : può essere addirittura considerata una didascalia relativa ad essa, un ''a parte'' in cui i personaggi non si rivolgono allo spettatore ma intessono un dialogo tra loro che svolge la stessa funzione : avviene in qualsiasi forma d'arte espressiva : teatro, cinema, letteratura, radio, e televisione : è uno degli innumerevoli casi in cui conta il come un poco più del cosa : fulgido esempio : quando in “Space Balls” di Mel Brooks, per prendere in giro gli ''spiegoni'' delle soap-opera e dei blockbuster Rick Moranis – dopo averne fatto uno – si gira verso la MdP-spettatore e dice : ”Tutti avete capito bene, adesso ? E' tutto chiaro, ora ?” ], e io credo di nuovo nella razza umana, penso per un attimo che possa farcela ( per lo meno a capire sé stessa ) :
Don - Voi sapete che cos'è questo ? E' Monaco !
Pete - Non fate altro che parlare di Monaco. Ad ogni modo...che diavolo significa poi ?
Roger - Che abbiamo dato ai tedeschi tutto quello che volevano, ma dopo hanno voluto sempre di più.
Pete - Beh, chi ha vinto la guerra alla fine ?
( intendendo dire che “l'abbiamo vinta noi, gli U.S.A., alla...fine...dopo Monaco”, si...e dopo Berlino, Dresda, Auschwitz/Birkenau, Mauthausen, Dachau, Treblinka, Bergen-Belsen, Sobibor, Hiroshima, Nagasaki...)
Pete esce. Pausa sconcertata. Poi :
Roger - Come diceva sempre mia madre, potevi scegliere tra disonore e guerra, hai scelto il disonore, potresti avere anche la guerra.
Don - Era Churchill.


Altre due scene : quella in cui Don ''paga'' Sylvia Rosen ( una splendida, meravigliosa, strepitosa Linda Cardellini ), la sua “amante di condominio”, moglie ( tutto casa e lavoro, Don : come sul posto di lavoro, la sua vita si sviluppa su due piani ) del cardiochirurgo Arnold, da sola vale come 1000 ''idee'' hollywoodiane.
E quella di dialogo tra lo stesso vicino di casa cornificato e Don :
Arnold : “ ( L'offensiva del Tet ) mi ricorda Cuba. Allora nessuno ha preso sul serio Castro, pensavamo che fosse un pagliaccio, e invece era...un George Washington ! Stiamo perdendo la guerra ”
Don : “ Non sembra guardandosi attorno ”.
E ancora, Don a Pete, sempre nel bel mezzo della triangolazione d'intenti che ruota intorno alla Jaguar : “Vorrei che tu gestissi i clienti tanto bene quanto fai con me”. E con la sua vita privata, verrebbe da aggiungere ( e Trudy Campbell nata Vogel, interpretata da Alison Brie con rigoroso decoro e una forza del tutto persistente, è un altro dei caratteri mastodontici creati da Weiner )...


{*} : la New Girl : l'evoluzione di Peggy Olson lungo le prime 5 stagioni di Mad Men, by Elisa Kreisinger / Vulture-New York Magazine ( un ottimo esempio di Cultura Pop Pirata(ta/nte) :
https://www.youtube.com/watch?v=w7E8yA2K0HY


Bonus Track : nel post precedente ho inserito una breve carrellata spezzettata di frame relativa ai personaggi della serie che leggono romanzi, tanto veri { Thomas Pynchon - "the Crying of Lot 49" [Pete] - '65, Ira Levin - "Rosemary's Baby" [Sally] - '67, Philip Roth - "Portnoy's Complaint" [Don] - '69, e ancora :  J. LeCarré, Dante Alighieri, B. Malamud, W. Faulkner, F. O'Hara (Don), E. Gibbon (Sally), Ayn Rand (Bert), D. H. Lawrence (Joan), M. Twain...} quanto fittizi { l'autobiografia di Roger, “Sterling's Gold”, e - anche per questo co-intitolerò uno dei post successivi ( quello che conterrà l'ep. 6 ) : - « “Qualcosa” di Emerson », il ''romanzo ideale''

che Peggy immagina e sogna - da una precedente reale conversazione avuta col suo nuovo capo

- 'per' Ted [ mentre l'altra parte - quella onnipresente in tutte le titolazioni -  a condividerne e portarne il significato è :


“A Bob Benson Film” - la vera nuova spina dorsale di questa stagione, una delle new entry ( caratterizzazione inappuntabile di James Wolk ) più...incredibili di tutta la storia della tv, del cinema, dell'arte, della Storia, del mondo, di sempre ] } -, e a tal proposito irrinunciabili - perché completi e aggiornati - sono questi 2 link della New York Public Library :   

http://www.nypl.org/blog/2012/02/27/mad-men-reading-list

https://drive.google.com/file/d/0BxnQbyG8nvQYVE5hQlJXNXRPYW8/view

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