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CINEMA E INGREDIENTI VAGANTI: FERZAN OZPETEK.
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Fondazione Mirafiore. Venerdì 06 Marzo 2015. Ore 18,30.

 Ferzan Ozpetek. Cinema e ingredienti vaganti.

Quando varchi il cancello della Tenuta Mirafiore è sempre una grande emozione: i vigneti, le cantine storiche e le dimore reali ti accolgono come un ospite importante. I filari sembrano scalare con potenza i dolci crinali circostanti e salutano il passaggio dei convenuti, mentre le finestre che videro il Re e i suoi cortigiani sorridono e invitano all’incontro. In questo luogo meraviglioso tutto è accogliente, a cominciare dalle signore all’entrata del salone, per continuare con le ragazze del ristorante fino ai tecnici adibiti all’evento: tutti impegnati senza sosta, ma generosi di sorrisi e buone maniere. Qui, all’interno del salone delle feste nella Fondazione Mirafiore, si respira un’energia positiva e costruttiva. Su tutto e tutti lo sguardo vigile e paterno di Oscar Farinetti, autentico patron della Fondazione. Ed è proprio il deus ex- machina di Eataly a prendere il microfono e a illustrare la serata: poche parole che preludono all’incontro con il regista Ferzan Ozpetek, accompagnato dalla giornalista Laura Delli Colli. Il numeroso pubblico è assiepato in ogni ordine e grado: sedie, scale, poltroncine, posti in piedi, tutto esaurito. E tutti in silenzio, come si conviene a una platea educata all’ascolto. La scrivania è al centro dell’anfiteatro, Ozpetek occupa posto con timidezza, mentre Laura Delli Colli comincia una conversazione fiume, rivelando momenti di grande amicizia e intimità con il regista italo - turco. E Ferzan non si ritrae, tutt’altro, palesa il desiderio di stare al gioco e di mettersi “a nudo”. Mi era già capitato di incontrare il Maestro di Istanbul in un altro paio di occasioni pubbliche, ma anche questa sera mi pervade la stessa identica sensazione di familiarità, d’intimo: sembra di stare in casa Ozpetek. Magari seduti attorno al tavolo”vissuto” di Saturno Contro, mentre cuoce il pollo alla circassa e << penso alle scene del mio prossimo film>>. Il titolo della serata è “Cinema e ingredienti vaganti”, quindi il cibo nel mondo della cinematografia e Laura Delli Colli che è  scrittrice di libri specializzati sul tema, racconta aneddoti e lancia spunti cui è difficile sottrarsi.<<Io detesto quando fingono di mangiare in un film, prendono la forchetta e fanno finta di mangiare>> afferma Ozpetek. Nei suoi film le pietanze sono reali, come << le famose polpette delle Fate Ignoranti,ricetta di  Gianni Romoli, mio  amico da trent’anni, specializzato nelle polpette, così le ho messe nel film e anche la ricetta>>.

I presenti seguono con attenzione gli ingredienti del regista che aggiunge <<con le polpette e la frittata uno potrebbe fare che gli pare, ma a me piace molto la cucina classica e detesto quei programmi che s’inventano delle cose strane…>> scatenando l’applauso e il consenso in sala. Racconta di Margherita Buy, di Riccardo Scamarcio e la pila di tramezzini con Nicole Grimaudo, del fascino della città di Lecce e del ragazzino grassottello che dopo sette ciak, gli confessa che <<  l'unica cosa che mi fa schifo nella vita sono le polpette>>. Ascoltando Ozpetek si ha come la sensazione di stare con un amico che non si vedeva da anni e che desidera piacerti, che ti espone tutti i suoi pensieri e sogni, solo per il prodigo desiderio di coinvolgerti nel suo mondo, negli affetti più sinceri. Come nei suoi film, in cui l’amicizia e l’amore sono sempre al centro della storia, magari con sfumature diverse come in Mine Vaganti e le Fate ignoranti, oppure affiancate dalla buona cucina, Saturno Contro e La Finestra di Fronte, incalzate dalla malattia in Allacciate le Cinture o dalla morte violenta ne Il Giorno Perfetto. Un fil rouge lega le opere del “ragazzo” di Fenerbaçhe, cibo-amore-sesso-morte, temi profondi che vengono via via affrontati con  delicatezza e garbo, che ci fanno scrivere di un “touch of Ferzan”, unico nel suo genere. In Magnifica Presenza, i defunti diventano attori protagonisti della vicenda, sublimando il senso della morte e dell’arte. Ne Il Bagno Turco e Harem Suare, l’amore e il sesso sfidano il Fato, mentre la spiritualità segna indelebilmente e per sempre, la protagonista di Cuore Sacro. Il prossimo film, preannuncia Ozpetek, si allontanerà un po’ da queste tematiche, soprattutto dalla presenza importante del cibo in scena e sarà quasi certamente girato ad Istanbul. La sceneggiatura prenderà spunto dal romanzo (quasi autobiografico) Rosso Istanbul, per poi affrontare anche altri aspetti non presenti nello scritto. Ancora ricordi importanti e si commuove parlando di Anna Proclemer, la Livia Morosini di Magnifica Presenza (2012), che allora ottantanovenne diceva <<prima di mangiare mi bevo un bicchierino di vodka, che a stomaco vuoto mi fa bene, poi me ne bevo un altro dopo. E poi mi fumo una sigaretta. Io le dicevo, ma hai il problema al cuore, il medico cosa dice? Anna mi rispondeva, ma il medico non lo sa !>>. Il racconto delle zie,soprattutto la zia Alda, a cui era molto affezionato e che ricorrono in Mine Vaganti. I salti nell’attualità, l’Isis e la violenza religiosa, la doppia nazionalità, <<Italia e Turchia sono molto simili, alternano cose buone a cose meno buone, ma si mangia divinamente in tutte e due>> e incalzato da Oscar Farinetti, esprime il pensiero che il cinema Italiano nel Mondo sia poco protetto dalle case di Distribuzione, incontrando maggiori difficoltà ad affermarsi. 

Il film premio Oscar 2015 a Birdman? <<Bellissimo! Mi è piaciuto molto,forse l’avrei fatto finire in un altro modo ma ognuno…>>. Vittorio De Sica? <<Sono proprio pazzo di lui, per come dirigeva la Loren, come insegnava le cose  agli attori. Pietro Germi, un altro gigante per me. Antonioni, Fellini erano anni grandiosi in cui si vinceva tutto>>.  La tazzina di De Sica e le fissazioni dei registi, la cura maniacale che mettono in alcuni oggetti in camera, che a volte sfuggono allo spettatore. <<Amarcord l’avrò visto quarantamila volte>>. La genesi del capolavoro 8 ½ , nato quasi per caso dalla mente geniale del regista riminese, nel mitico Teatro 5 e la torta beneaugurante dei macchinisti ed elettricisti di scena. Un fiume di parole e notizie sul magico mondo del cinema,che inonda e affascina l’intera platea accorsa numerosa.<< non ho abitudini, il fatto di cambiare cibo dicono che fa molto bene anche al corpo, sono abitudinario solo a delle persone, a cui sono molto attaccato, a cui non posso rinunciare>>. E quando Farinetti lo interroga sulla morte, il geniale regista di Istanbul per sdrammatizzare cita Woody Allen ( Harry a Pezzi), più precisamente la scena in cui la prostituta di colore alla domanda di cosa ne pensasse dell’aldilà e dello spazio cosmico,  della paura dell’immenso  e se avesse conoscenza dei buchi neri, seraficamente risponde << i buchi neri? Certo! Io ci campo!>>. Infine un pensiero al compianto Massimo Girotti, David di Donatello postumo come attore protagonista ne La Finestra di Fronte (2003), in cui interpreta Davide costretto ad una scelta che sconvolgerà tutta la sua esistenza. Ecco le scelte, le decisioni sono fondamentali nel percorso di ognuno di noi, le stesse che ha dovuto prendere Ferzan Opetek all’inizio della sua maturità e che hanno determinato la sua carriera, ma anche una frattura dei rapporti con il Padre. Ringrazia invece a più riprese  la Madre, foto di copertina del libro Rosso Istanbul , che lo ha sempre incoraggiato a perseguire la sua strada, stimolando la creatività e ripetendogli sempre e con ostinazione << mio adorato Ferzan, se sbagli, sbaglia per conto tuo >>.

 

Si ringraziano Francesca e Federica, responsabili della Fondazione Mirafiore, per la gentile collaborazione.

 

 

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