Californication, stag. 7 (finale, completa), ep. 1-12 (73-84), 2014 : * * * (¼) ½
Sceneggiatura : Tom Kapinos.
Regia : David Duchovny (1), Adam Bernstein (2,10,12), Michael Lehmann (3,11), David Von Ancken (4,6,8), Seith Mann (5), John Dahl (7,9).
- Until the fucking wheels come off, baby.
Si, forse l'ho già detto che Californication è la serie più romantica di sempre. E' che riesce benissimo a restituirti la pena per un oggetto inanimato ( non che esistano oggetti animati : minipimer professionali, robot giocattolo, vibratori, lo zoom di una MdP, i piatti e le pentole volanti secondo le loro orbite e traiettorie prestabilite delle eterne discussioni sono mossi tutti da un'unica forza : quella dell'ammmore ) abbandonato sul viale del tramonto di un dolce scollinamento delle corrugate lande losangeline attorno all'aerodromo che punta verso la costa est ( e la solida colpa per quel gesto compiuto...che subito sublima in aerea visione del futuro, si : è la vita che s'inerpica per altre vie, e va ) : una pacca sulla spalla-portiera e via ( il penultimo gesto di Hank Moody in terra californiana ( l'ultimo verrà compiuto all'interno del non luogo aeroportuale ) è a suo modo un bell'atto di coraggio : preferisce la carne al metallo ) : e a chi non è accaduto, tra le innumerevoli tragedie quotidiane, di ritrovarsi a versare incomprensibili lacrime per una carrozzeria che non ha avuto il tempo di arruginire ?
E lo sa bene Neil Young, tra “Rust Never Sleeps” ('79) e “Fork in the Road” ('09), con “Chrome Dreams II” ('07, all'indietro...) : "Spirit Road" :
There's a long highway in your mind
The spirit road that you must find
To get you home to peace again
Where you belong my love lost friend
When you're alone
You cheat yourself
You paint yourself in a dark, dark place
You get your shoes
And get your hat
Get out here while you still can
There's nothin' right that you can say
You keep on talkin' anyway
And everyone seems to turn on you
There's nothing right that you can ever do
Now you're on that long highway in your mind
The spirit road that you had to find
You're headed home to peace again
Where you belong my love lost friend
You stop to eat
You start to drink
But you don't stop and you don't think
You lost your keys
You're on your knees
You're on your back and lookin' up in the trees
And the night swirls for a little girl
A speck of dust in the giant world
There's a spirit road that you must find
A long highway in your mind
https://www.youtube.com/watch?v=ICNOtD14-h8
Perché si, a suo tempo ho dovuto – ok, d'accordo, non mi obbligava alcuno puntandomi una pistola alla tempia, ma era una cosa che andava fatta. O forse no – rottamare la vecchia Fiat Mirafiori 131 ( seconda serie, berlina 4 porte, colore beige – pardon : daino ) di famiglia, e alla fine, guardandola divenire uno squadrato gigantesco-minuscolo cubetto metallico da cocktail per dynobot assetati delle ultime essudazioni di olio motore rimasto in circolo - cristo, dai, son cose che fanno male -, una salata gocciolina è prima comparsa agli occhi secerta dall'apposita ghiandola lacrimale e sfrigolando a contatto con l'aria è poi scesa lungo la guancia, evaporando alla dolce brezza di una primavera che al momento m'apparve come un'estate indiana.
Ovvio, non è il bialbero motore ( si, ok, anche quello ), non è la solidità della costruzione ( che oggi, si sa, le fanno di plastica - la stessa usata per i vibratori, tra l'altro ), non è il servosterzo che riusciva a conservare quel non so che di rude e contribuiva al mantenimento dei bicipiti dispensando la giusta dose quotidiana di resistenza, non è la super rossa che le davi da bere e che le piaceva tanto. No. E' la vita. E' la vita che è carburata, in tutto quel tempo, con essa.
[ N.B. : né le Fiat 131 né le Porsche 964 raffigurate in questo post sono o sono mai state in dotazione al sottoscritto : la vera 131 sarebbe stato troppo doloroso presentarla dal vero scannerizzando vecchie fotografie da negativo Kodak, la Porsche sarebbe stato troppo doloroso...presentarla al portafoglio ]
- Take the think you love and make it your life.
Bukowski ? Hunter Thompson ? Hank Moody.
Se fosse finita alla 3a o 4a stagione Hank poteva pure morire, ma stiracchiando la serie per 7 annate ( diciamo che 5 sarebbe stato un buon compromesso : e terminare su quella piccola, candida porticina rosso fuoco : Come Knocking...), e tenendo conto di come le ultime due abbiano ''abbassato'' la Qualità della Tragedia – non so se mi spiego – ammetto che un finale così francamente normale lo è almeno tanto quanto è inevitabile.
Alle scopate e ai cazzotti questa volta preferisce esordire al futuro con un “Devo scrivere...”.
Il risultato non eguaglia nemmeno la brutta copia della brutta copia della copia lavoro dello schizzo s'un tovagliolo di carta al fast-food...ma insomma, ha ripreso a scrivere ''sul serio'' : e le lettere d'amore possono anche permettersi quella banalità che l'arte rifugge.
- Io non ti ho insegnato a minacciare le donne con il pene !
L'accoppiata da cardiopalma ( in un milfico threesome kolossal tutto mentale ) Natascha McElhone - Heather Graham, semplicemente, spacca.
Il quartetto Marcy ( Pamela Adlon ), Stu ( Stephen Tobolowski ), cameriera di Stu e bambola gonfiabile di Stu cosplayata da Marcy rasenta l'improponibile : in senso buono.
Levon ( Oliver Cooper - "Project X" ) non è Marilyn Manson ( qui sotto, dalla scorsa 6a stagione di Californication, e da "Sons of Anarchy", "EastBound and Down", "Wrong Cops", "Lost HighWay" - mentre almeno altre due imprescindibili interpretazioni/apparizioni sono quelle in "Ingannevole è il Cuore Più di Ogni Cosa" e "Bowling for Columbine" )
e nemmeno Jonah Hill ( "SuperBad" ), s'è per questo ( e nemmanco Rob Lowe, che ritorna anche in quest'ultima stagione, riuscendo ad essere consapevolmente e fantasticamente più cazzone che in "the Interview" ), ma funziona.
Ah già, e poi c'è Charlie - Evan Handler ( a caso : Charlie e il cicchetto di Jager, e la faccia di Krull ( Steve Jones, chitarrista e co-fondatore dei Sex Pistols ) mentre lo guarda trangugiarlo ). Meriterebbe uno spin off tutto per sé : Bitter Call Charlie.
- Goodbye, Old Girl.
Californication è la serie più romantica di sempre. L'avevo già detto. Lo ripeto. Romantica, e spregiudicata : tanto spregiudicata da superare sulla destra qualsiasi telenovela sudamericana o fiction italiota : a tal proposito potremmo traslare le ''illuminanti'' parole che Tom Kapinos ( il creratore, produttore, showrunner e sceneggiatore unico ) fa pronunciare a Moody sul set dell'ennesima boiata, rispondendo a quell'idiota di Hashtag Black ( al suo confronto Samurai Apocalypse è Denzel Washington. E' giusto utilizzare un afroamericano per fare un paragone fra due afroamericani ? Diciamo allora Marlon Brando ) : “ io non sono ferratissimo sul linguaggio della fiction ma se ho ben capito qui l'idea è di far montare la tensione sessuale attraverso una narrazione il più allusiva possibile “ : da questo PdV - tralasciando la tensione sessuale, fattore accantonato e superato dalla declamazione autoanalitica e scopertamente-allegoricamente-sarcasticamente metacinematografica dell'affermazione appena sopra riportata, ed inoltrandoci nell'ammmore - il modo trito e ritrito, visto e rivisto, con cui Hank e Karen si avvicinano e si allontanano, si riappacificano e si punzecchiano è la cosa che francamente – paradossalmente – funziona di meno ( ma perché dovrebbe funzionare ? Perché è una serie Romantica ! E invece no ) : la sospensione dell'incredulità non entra in gioco, viene boicottata da Kapinos stesso che gira a vuoto. Ma è con la trovata demente, imbecille, usurata e usurante, ustionante del figlio ritrovato che si tocca il fondo : e da lì è tutto un unico, incontrovertibile, scavare per...risalire...
- Hmmgrr ! Aaron Sorkin !
Ultime, ulteriori citazioni metacinematografiche random alla mente : Extras, Boris ( entrambe per costituzione ), Mad Men [ le scene sul set della fiction-soap opera in cui recita Megan all'inizio del 9° (74°) ep. della 6a stag., “the Better Half”, in cui compaiono tutti ma proprio tutti i cliché di quei prodotti di bassa lega...riproposti poi nel corso dell'episodio stesso, rappresentati però con uno stile e una tecnica, beh...differenti : non è il cosa ma il come... E tenendo presente che nell'ep. precedente, il capolavoro “the Crash”, Wendy, un personaggio-comparsa, rimasta da poco orfana, in una scena liminalmente onirica, dice a Don, flirtando e giocando con uno stetofonendoscopio posato sopra al cuore di lui : “I think is broken”, non (?) riferendosi allo strumento di auscultazione, né (?) all'organo di pompaggio, forse ], e Californication...
Dice Rick Rath, un...fluente Michael Imperioli in versione Nino D'Angelo ( Christopher Moltisanti non voleva fare lo sceneggiatore ? Ecco ! ), alter ego – doppelgänger di Hank Moody, cincischiando col tasto rosso ''BullShit'', al nostro eroe :
“ Beh, si, il talento è un valore aggiunto, ma sono troppo vecchio per bebysitterare geni con devianze psicotiche “
“ Aspetta...fammi capire una cosa, scusa...ci hai licenziati ? “
“ Ti sembro uno che licenzia ? Ma l'hai visto questo cazzo di ufficio ? E' una specie di ricovero di pagliacci mentecatti ! Via ! Fuori ! “
E ancora, sul finire : “ Ho un contratto con lo studio, credo che presto mi chiederanno d'intervenire per salvare un altro disastro, o per scrivere un altro pilot : sempre la stessa merda. Sai, costa riscaldare la piscina “.
- Nei nostri giorni di gloria siamo stati di una assoluta, fottuta bellezza !
Californication, come "True Blood" ( dell'Alan Ball che invece è riuscito a controllare egregiamente "Six Feet Under" creando un capolavoro ) e "Dexter" prima di lui, s'è incartato alla grande ( da mo ) e definitivamente : ma differentemente da True Blood e soprattutto da "Dexter", crede profondamente in questa sua propria cazzonaggine, e si schianta sicuro contro il muro della sospensione dell'incredulità : e quel che ne esce accartocciato e fumante...non ci si crede : si regge ancora in piedi !
Quel che fa questa ultima, ulteriore stagione di Californication, quindi, è girare a VUOTO
[ e il fatto che la figlia Becca ( Madeleine Martin ) non sia più presente – per lo meno fisicamente ( tranne che per gli ultimi due episodi ), perché in realtà è continuamente e perennemente e giustamente tirata in ballo nei e dai dialoghi e la sua presenza muove le fila delle gesta dei protagonisti – è significativo del fatto che questa ''appendice'' stagionale alla serie è, in fondo, un meritato ending (quasi) tutto incentrato sul rapporto Hank-Karen : se lo sono meritati questo ciurlare nel manico. E ciurlando, la stagione scorre, si ride, e la vita scorre come nelle nostre, di vite ] :
e alla fine termina esattamente (metaforicamente) là dove sfociava la stagione precedente : Don't Come Knocking, davanti alla porticina rossa : ma in fondo, non è così che finivano TUTTE le stagioni di Californication ? Detto ciò, sia chiaro : Californication avrebbe anche potuto, ''tranquilamente'', durare per sempre e non finire, mai, e poi mai. Sempre e comunque. Avanti così.
- Ai cazzi duri, alle passere bagnate, alle zucche pelate, alle puffette e a chi supera le tempeste !
Questa è l'America migliore : davvero non capisco come quei cazzoni fanatici youtubbari come l'ultimo dei bimbominkia brufolosi dall'alito fognato dell'IS possano odiarla. Si, va bene, la C.I.A., il colonialismo e tutto il resto...ok, ok...
Io voto per un'ottava stagione, e vaffanculo a tutti gli stupidi idioti coglioni cazzoni.
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Gomorra, stag. 1 (completa), ep. 1-12 (2014) : * * * (½) ¾
Quarta colonna sonora originale ( con inserti non originali di Co'Sang etc...) per i Mokadelic dopo "Come Dio Comanda", "MarPiccolo", "A.C.A.B." : gran bella prova davvero.
Solo qualche impressione ( piene di - attenzione !!! - spoiler ), per questa serie a tratti sorprendente [ nella pregressa normalità dalla quale nasce ( sia diegetica : lo sprofondo che pian piano si sta riempiendo e colmando e dal quale si sta risalendo, del fictionitaliume, grazie ai vari Boris, Non Pensarci, Romanzo Criminale, 1992..., che extra-diegetica : la Gomorra di R.Saviano e M.Garrone, da una parte, e degli Schiavone, Setola, Iovine, etc..., dall'altra ), alla quale si approccia e verso la quale tenta di smarcarsi ], d'inesorabile declino irrimediabile : Building Bad.
Grandi scene che funzionano assai ( molte già viste, ma non solo al cinema, quindi...) : tutto il manfrinare sul divano microspiato, una costruzione quasi alla Soprano tra non detto e stilizzazione; l'ammazzamento del ragazzo-cavia alle Vele per far diventare Gennaro Savastano ''grande'' ( ci penserà sua madre, invece, a fargli compiere il passo senza ritorno, abbandonandolo in Sud America per un po'...); la scoperta interrotta sul nascere della possibilità che Ciro possa essere non un informatore ma un infiltrato, poi ovviamente cassata dagli eventi; il Key Hotel coi pappi dei pioppi; la parte carceraria ( memore di Giuseppe Salvia, per ossimorica antinomia );
e l'utilizzo spregiudicato dei cliffhanger : di ep. in ep. può capitare che il cliffhanger precedente rimasto sospeso venga immediatamente eliminato nell'ep. successivo
[ pratica comune ma qui portata quasi al parossismo con un certo ''coraggio'' : vedi il fratello maggiore ( che sta coi Conte, ''esiliati'' in Spagna ) del ragazzo che sta coi Savastano, preso in mezzo al fuoco incrociato della lotta Ciro-Gennaro, presentato coperto di mosche a pochi secondi dall'inizio dell'episodio che forse poteva vederlo in fuga per farlo saltare fuori vendicativo nella stagione successiva : niente di tutto ciò : la serie è seria ],
oppure che un ottimo possibile cliffhanger [ il cd con la prova della colpevolezza di Ciro ( cospirazione : la ragazza uccisa è collaterale ) dato da Immacolata Savastano al suo avvocato, subito eliminati, Immacolata, cd ed avvocato. Salvo poi, nell'ep. successivo, rispondere al cliffhanger inesistente con un colpo di scena : c'è un secondo cd...] venga ''risolto'' senza prima essere stato proposto...
Troppo sfacciato, invece, quel mioclono positivo con temporanea indicativa discinesia monocinetica ( il portale di medicina di wikipedia mi consente di evitare spoiler eccessivi sbandierando competenze sanitarie inesistenti, ma magari non qualche strafalcione clinico ) finale.
Bellissima la scena con la predica del prete al funerale di...uno dei tanti funerali, insomma...che non viene mai, dico MAI, inquadrato in primo piano, ma nemmeno quasi in campo medio.
Qualche colpetto troppo forte alla sospensione dell'incredulità, invece, per contro, ma che non sfalda il tutto : il giorno della massima sfiga per ciro, un Barcellona Vice in cui chi più ne ha più ne metta ( se si chiama Immortale ci sarà pure un motivo ); il finale con Ciro che non rinuncia ad assistere allo spettacolo col coro della figlioletta, in piena zona Padrino - Parte Terza ( vince chi ha il 'coraggio' di sparare in mezzo alla folla ) : ma la sospensione viene subito ristabilita, con gl'interessi : è l'Immortale stesso che ha utilizzato la situazione come una contro-trappola verso Gennaro.
Prima ancora che con "la Scheda Bianca" ( il primo episodio diretto da Claudio Cupellini, che da questo punto in poi traghetterà la prima annata verso il finale di stagione dirigendo i restanti 4 ) è con il 7° ep, “Imma Contro tutti” ( ma che titoli sono ?! Questo se la batte per la palma di titolo più respingente con “Ora facciamo i Conte” ) che la serie compie un vero e proprio giro di boa, cambiando marcia, verso e senso : l'ep. è diretto da Francesca Comencini ( che ne aveva già diretto uno, sempre incentrato sulla figura di Imma, la moglie reggente del boss al 41-bis, mentre Stefano Sollima dirige i primi 4 e s'insinua tra i due della Comencini ritagliandosi la trasferta spagnola di Ciro ).
Stefano Sollima ha grande mestiere, Francesca Comencini asciuttezza ( la fuga della ragazza in abito da sposa per gioco e diletto ammazzata per...ma chi se lo ricorda : ammazzata per... Punto. ), ma è Claudio Cupellini che si distingue un poco di più : grandi notturni manniani, per lui.
Senza nulla togliere a Stefano Sollima e al suo solido mestiere, è da metà stagione in poi che Gomorra si ''apre" e prende il volo --[ un po' per cosa dice e molto per come lo dice, sia per stile di regia ( che diventa più secca, corposa, stilizzata ) che per il cambiamento ( volutamente enorme ) che avviene nel personaggio di Gennaro Savastano, da questo PdV ben rappresentato da Salvatore Esposito, e per l'inesorabile conferma della deriva irrimediabilmente, totalmente malvagia ( e quindi più che umana...) che suppura dal personaggio di Ciro Di Marzio (Marco D'Amore) ]-- : con l'entrata in scena di Claudio Cupellini alla regia, dopo i due ottimi episodi di Francesca Comencini inframmezzati a cerniera tra lui e Sollima : un salto di qualità magari anche ''minimo'' nell'economia del tutto, ma ''sensibil(izzant)e" ( Sollima si è speso molto a sovraintendere il tutto sin dall'inizio : organizzazione, produzione, coordinazione, ideazione, e Cupellini ha potuto dedicare maggior spazio e tempo alla creazione registica pura ).
Gomorra sceglie volutamente --[ al contrario di quel che accade, altrettanto coscientemente, in "Romanzo Criminale" ( per rimanere in specifica zona Stefano Sollima ), una serie del tutto bipartita tra guardie e ''ladri'' ]-- di raccontare e di ''stare'' da una parte sola, di distendere il proprio narrato perseguendo un solo PdV, quello del crimine : non vi è un solo PdV che non sia criminale ( Camorra-"Napoli", Colletti Bianchi-"Milano", Spacciatori-"Nigeria/Ghana/etc" - e vittime collaterali, inq.te morire, null'altro : una precisa scelta di campo, questa ) : in questo senso ( ma anche per il resto : tralasciando il quasi impossibile paragone effettivo sul totale del valore espresso e considerando che non esistono paragoni sbagliati e/o impossibili ) Gomorra NON è certo "the Wire" --[ che ad ogni stagione dedicava un principale PdV narrativo superiore agli altri ( che non restavano sullo sfondo ma rimanevano co-protagonisti principali del racconto ) e che tracciava il percorso della cronaca criminale : di stagione in stagione l'elemento principale era rappresentato dal crimine, dalla polizia, dal sistema scolastico, dalla politica, dall'informazione...]--, e nemmeno "the Sopranos" --[ cui bastava un inserto di 30 secondi dedicato all'FBI ( indagini e/o vita privata degli agenti ) in un ep. di quasi un'ora per riuscire a descrivere Tutto un Altro Mondo ]--, però, detto questo, merita senz'altro una visione, eccome : sia da parte di chi nel Ventre di Napoli e dintorni ( Campania, Lombardia, Italia, Mondo...) ci vive da sempre, sia per chi abita il proprio esistere lontano da tutto ciò.
Vieni, Ciro, ce sta posto pure pe' te.
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