C’è una storia dietro la produzione di questo film che ci dà alcuni elementi per poterlo inquadrare, senza giudicarlo, anche prima di una ipotetica visione. Inizialmente l’autrice stessa aveva dichiarato che il perfetto Christian Grey fosse l’attore britannico Charlie Hunnam, storico protagonista di Sons of Anarchy, attore di razza, fisico e spavaldo, che sta diventando il nuovo volto del bad boy del terzo millennio. Quasi sempre nudo in ogni film che ha fatto, Hunnam era certamente il più disinibito tra le opzioni per 50 sfumature di grigio. Optato dalla produzione, e dopo aver anche accettato la parte, declina l’invito per dedicarsi a Sons of Anarchy. E noi lo ringraziamo.
Successivamente si era fatto vivo anche Gus Van Sant proponendosi ai produttori con la registrazione di una scena-test di sesso tra Alex Pettyfer e un’altra attrice. La candidatura di lui come regista e di Pettyfer come protagonista non è stata lontanamente presa in considerazione. Per il ruolo chiave, quasi iconico, di Christian Grey – ma la sua iconicità dipende tutta dall’attore che lo interpreta e dalla riuscita del film – sono stati presi in considerazione nomi come Ryan Gosling, Stephen Ammel, Garrett Hedlund, Robert Pattison e Ian Somerhalder – che aveva già girato una scena di sesso reale con penetrazione nella serie tv HBO Tell Me You Love Me. Per il ruolo di Anastasia Steele erano in pole position Kristen Stewart, Elizabeth Olsen, Shailene Woodley e Felicity Jones. Per la regia si erano fatti anche i nomi di Joe Wright, Bill Condon e Steven Soderbergh, mentre per la sceneggiatura si era autocandidato Bret Easton Ellis.
Invece ci ritroviamo con Jamie Dornan e Dakota Johnson nei ruoli principali; in sceneggiatura ci sono Kelly Marcel e Patrick Marber supervisionati da Mark Bomback, mentre la regia è stata affidata a Sam Taylor-Johnson la 47enne moglie del 25enne Aaron Johnson. La neo regista ha alle spalle solo Nowhere Boy, il film su John Lennon interpretato proprio dal giovane marito, che a questo punto si pensava sarebbe stato lui il Christian Grey del film girato dalla moglie. Invece…
Tutto questo ci fa capire come la Focus Features e la Universal abbiano sapientemente distrutto in partenza un’idea vincente. Pur non avendo letto il romanzo - che chi ci capisce di letteratura dice essere un'oscenità tra l'altro castigatissima - percepivo la sua trasposizione cinematografica come un evento artistico interessante, ma il pubblico viene nuovamente tradito dalle logiche di mercato. Com’è successo per Nymphomaniac di Lars Von Trier, dove le scene di sesso reale sono state girate da controfigure e poi digitalmente sovraimpresse ai corpi degli attori, anche in 50 sfumature di grigio assisteremo a una castrazione del tema dominante. Infatti, per contratto sia Jamie Dornan che Dakota Johnson hanno chiesto di non girare nessun nudo frontale. Ora, volete fare un film che parla del sesso? Della sua dipendenza? Della sua fisicità, carnalità ed esperienzialità sensibile? Ok, ma non potete usare controfigure o evitare scene di nudo per contratto, è un’offesa all’intelligenza dello spettatore oltre che una resa culturale ed artistica di regista, produttori e attori. Non andrò a vedere il film.
Per tanto, il 50 sfumature di grigio che avrei preferito sarebbe stato scritto da Bret Easton Ellis, diretto da Bill Condon e interpretato da Charlie Hunnam e Crystal Reed. Molto probabilmente, il 50 sfumature di grigio più commerciale e più in linea con il mondo hollywoodiano sarebbe stato scritto e diretto da Gus Van Sant e interpretato da Alex Pettyfer e Kristen Stewart. Certo, Van Sant non è commerciale in quel senso, ma sarebbe stato il dettaglio indie e alternativo di una produzione votata al solo successo di incassi. Va di moda.
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