Dyke Hard
Il semaforo nasce come momento di pura evasione. Non c’è critica né approfondimento ma solo la sana e consapevole libidine di ciarlare del nulla, di sfogarsi di seguito ad un’intensa settimana cinematografica fatta di uscite in sala, film in televisione, dichiarazioni sui giornali ed inevitabili polemiche. Ogni fine settimana film o personaggi saranno presi di mira o premiati per qualcosa che li riguarda. Il meccanismo è semplice: tre semafori rossi per qualcosa da bocciare, tre gialli per qualcosa che ci ha lasciati perplessi e tre verdi per qualcosa da premiare. In più, ai semafori potrebbero aggiungersi anche due pass speciali, uno positivo chiamato All Access e uno negativo denominato No Entry, concessi in via del tutto eccezionale a chi si è distinto notevolmente per un verso o per l’altro. Nello spazio commenti, chiunque può contribuire a dire la sua durante l’arco della settimana e vedere il weekend successivo la propria osservazione passare sotto i riflettori per un confronto più ampio.
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Taxi: Non si sa se si tratti di un documentario o di fiction. Si sa solo che la voce di Jafar Panahi è tornata a ruggire realizzando un nuovo lungometraggio che sarà in concorso al prossimo festival di Berlino. Bastano le prime foto di scena a rendere felici chi vorrebbe Panahi libero come un tempo.
Taxi (2015): Jafar Panahi
La macchinazione: Tempo fa proprio in queste pagine annunciavamo l'inizio delle riprese di La macchinazione, titolo con cui David Grieco ha intenzione di raccontare le ultime ore di vita di Pier Paolo Pasolini. A interpretare il poeta e regista friulano è chiamato Massimo Ranieri, la cui somiglianza sin dai primi scatti di scena ci appare impressionante. Superiore persino a quella del Pasolini di Dafoe per Abel Ferrara.
Dyke Hark: Arriverà tramite il festival di Berlino dopo esser passato per quello di Stoccolma il primo film (s)cult dell'anno. Una rock band composta da sole lesbiche, guardie carcerarie sadiche, combattimenti, ninja e cyborg, ne sono gli elementi principali. A dimostrazione che anche i b movies possono essere d'autore, godetevi il trailer.
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Maraviglioso Boccaccio: La nuova fatica dei fratelli Taviani si tinge di... giallo. Secondo l'Ansa il film non sarebbe pronto (tanto da escluderlo dai papabili titoli della Berlinale). Il venditore internazionale ci dice invece che dura 123 minuti e l'italiana Teodora è pronta a portarlo in sala il prossimo 26 febbraio dopo un'importante anteprima. Chi ha ragione? Per saperlo, attendiamo il 27 gennaio e la line up completa del festival di Berlino.
Selma: Apriti cielo. Solo due nomination agli Oscar per la storia di Martin Luther King e delle marce su Selma. Nessun attore o attrice di colore candidati né alcuna regista donna tra i prescelti dell'Academy, con buona pace della lanciatissima Ava DuVernay. Giù di strali da ogni lato ma il film in compenso avrà la sua premiere europea in pompa magna a Berlino.
Self-Portrait of a Dutiful Daughter: Non fatevi ingannare dal fondoschiena in primo piano sul poster. Il lungometraggio d'esordio di Ana Lungu è uno dei titoli di punta del prossimo festival di Rotterdam. Stupisce la scelta di girare con quasi tutti attori non protagonisti e con una scelta di montaggio che alla lunga potrebbe infastidire. Ne avete un assaggio nel trailer.
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A Most Violent Year: Tra Jessica Chastain e l'Academy non c'è simpatia. Sempre lanciatissima verso le nomination, l'attrice rimane sempre con un pugno di mosche in mano. Anche quest'anno, nonostante il nuovo film di Chandor sia osannato da critica statunitense e francese, non c'è stato nulla da fare. E pensare che Jessica ci teneva molto, tanto da entrare in combutta con gli esperti di marketing che durante le presentazioni di Interstellar le vietavano di parlare del thriller ambientato nella New York del 1981.
Cinquanta sfumature di grigio: Doveva essere il titolo hot di inizio d'anno ma ci ha pensato la censura a raffreddarne i bollori. Niente divieto per i minori, che accompagnati potranno vedere il film al cinema. Marketing costretto a rivedere campagna pubblicitaria e fan della trilogia romanzesca delusi. Le chiacchiere, inoltre, addossano tutte le colpe ai due attori protagonisti, colpevoli a detta di molti di non essere in possesso del giusto sex appeal.
Il grande quaderno: La Academy Two, casa di distribuzione italiana, ha annullato la distribuzione del film previsto per fine gennaio in occasione della Giornata della Memoria. Ignote le ragioni, anche se la concorrenza di Corri ragazzo corri sembra essere l'unica valida ragione. Speriamo che il film non finisca nel dimenticatoio del distributore, nei cui cassetti giacciono anche i candidati all'Oscar Leviathan e Timbuktu.
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Fury: L'ultimo film con Brad Pitt protagonista arriva nelle nostre sale il prossimo 29 gennaio. Peccato che chi ne ha curato la campagna stampa italiana abbia commesso proprio nella locandina un clamoroso errore, quasi da epic fail. Logan Lerman è diventato per loro LogaL Lerman. Bravi, di meglio non potevate fare.
Fury (2014): locandina
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Vergine giurata: Il primo lungometraggio di Laura Bispuri nasce sotto una buona stella. Nei prossimi giorni sarà comunicata la sua partecipazione a un importante festival europeo (per scaramanzia, non diciamo ancora quale) mentre si sa già che le vendite internazionali sono curate dal colosso tedesco Match Factory. Felici che dall'Italia escano ancora giovani interessanti autori, prodotti da gente (come quelli di Vivo Film) che nel cinema d'autore ci crede ancora.
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