Post (e non playlist, per i troppi nomi non in database inclusi) gemello del mio precedente lavoro sugli attori indiani all'estero: così come l'India è andata alla montagna occidentale da molto tempo, anche l'Occidente (o altro) è andato dai primordi in quel di Bharat. In quali modi, è evidente dai nomi citati. Chissà cosa riserverà il futuro: una star vera in un film di Bollywood? Sarà fantascienza sperarlo? Mi auguro di no :-).
A proposito del titolo e di alcune figure: preciso che non considero straniero chi nasce e cresce in un luogo diverso da quello dei genitori (contrariamente ai nostri razzistissimi legislatori... qualcuno per pietà mi dica che la legge è cambiata nel frattempo a mia insaputa!): ho semplicemente messo i loro nomi in questa lista per pareggiare il conto con la precedente - 19 a 19.
Segnalo inoltre, come semplici curiosità: Vivien Leigh (Vivian Mary Hartley, 1913 - 1967), la celeberrima interprete di Via col Vento, Un tram che si chiama desiderio e Il ponte di Waterloo, nata a Darjeeling da genitori anglo-irlandesi e che lasciò l'India a sei anni, Joanna Lumley (1946), attrice perlopiù televisiva, vista di recente nel Wolf of Wall Street, nata a Srinagar, Kashmir, e vissuta in Inghilterra dall'età di tre anni, ma che all'India è rimasta molto legata (vi si reca spesso) e - segnalata da casomai, che ringrazio - Margaret Lockwood (1916 - 1990), interprete del film hitchcockiano La signora scompare, nata a Karachi (odierno Pakistan, ma per me India, Bangladesh e Pakistan sono culturalmente e dovrebbero essere politicamente lo stesso Paese!) e cresciuta in Inghilterra.
E ora, ai firangi veri o presunti e alle loro avventure :-).
Sulochana (1907 - 1983)

Nata Ruby Myers (o Mayer) a Pune, Maharashtra, da madre indiana e padre ebreo britannico. Lavora come telefonista negli anni Venti quando riceve la proposta di diventare un'attrice del neonato cinema muto bollywoodiano (e ce n'è un gran bisogno: la professione è considerata equivoca a tal punto che - dice la leggenda? - si deve ricorrere ad attori travestiti per ricoprire il grosso dei ruoli femminili!). Superate le remore e assunto un nome d'arte più indiano, la Myers diventa una stella strapagata e interpreta i ruoli più vari: avrà persino l'onore di vedere un film a lei dedicato. Con il passaggio al sonoro, deve prendere una pausa di un anno per imparare la nuova lingua ufficiale del cinema commerciale, l'hindi, ma torna più agguerrita che mai e riesce ancora a mietere diversi successi. Sull'ultima parte della sua vita, ci sono due versioni molto contrastanti: una che la vede come una Norma Desmond indiana, reclusa e dimenticata nella sua magione, l'altra che la vede lavorare assiduamente fino alla morte in ruoli da comprimaria. Ai posteri...
Fearless Nadia (1908 - 1996)

Al secolo Mary Evans, nata a Perth, Australia, da madre greca e padre scozzese. Arriva in India al seguito del padre militare, per poi diventare un'artista circense (e, su suggerimento di una cartomante, adottare il suo nom de guerre Nadia). Negli anni Trenta i fratelli Wadia, padroni di una casa di produzione specializzata in film mitologici e d'avventura, la scritturano nonostante l'aspetto e l'accento (l'hindi non sarà mai il suo forte). Diventerà lo Zorro e il Robin Hood indiano dei due decenni successivi, rifilando sacrosante frustate ai cattivi, tutti rigorosamente uomini, ammonendoli nel frattempo che la libertà delle donne e il rispetto a loro dovuto è importante quanto quello della e alla nazione!! Il ruolo più famoso dell'intrepida è proprio in Hunterwali (La cacciatrice, o La signora con la frusta), espressione ancora oggi proverbiale in India per "donna forte e determinata". Si ritira negli anni Sessanta e sposa il compagno di una vita, Homi Wadia. Verrà riscoperta negli anni Novanta grazie a un documentario. Il pronipote dice (e ha senz'altro ragione) che di gente come lei, a Bollywood e fuori, ci sarebbe un gran bisogno :-).

Cuckoo (1928 - 1981)

Impossibile trovare notizie attendibili al di là di poche note su questa figura minore ma molto importante della storia bollywoodiana, a partire dalle generalità. Moray o Moore il cognome, primo nome non pervenuto. Eppure si parla della fondatrice del cosiddetto item number, il numero di ballo sexy, all'epoca spesso eseguito in un fumoso locale notturno in mezzo a delinquenti. La carriera di Cuckoo prende il volo con l'indipendenza dell'India (e i film di Mehboob Khan, Raj Kapoor e Mr. and Mrs. '55 di Guru Dutt) e finisce negli anni Sessanta, quando è scalzata dall'amica Helen (che ha contribuito a lanciare) e da Vijayanthimala. Pochissime le battute pronunciate - in inglese o in hindi - moltissimi i balli e i canti (doppiata da Shamshad Begum), appunto. Muore povera e dipendente dagli aiuti altrui - che a suo tempo aveva beneficato per altro con molta generosità - ma, dice Helen: "sempre allegra e brillante".
Helen (1939)

Helen Jairag nasce in Birmania da madre birmana e padre angloindiano. All'invasione giapponese della sua patria, rischia la vita insieme ai membri superstiti della famiglia in una rocambolesca fuga in India. In seguito, appassionatasi alla danza, diventa una ballerina provetta in diversi stili, sia classici che occidentali. Sarà la regina dell'item number per tre decenni, riconoscibilissima, oltre che per la bravura, per i travestimenti particolarmente folli - vedi sopra :-), con ben pochi ruoli da attrice (soprattutto quando c'è da interpretare qualcuno di "esotico", cinese o... italiano!). Si ritira negli anni Settanta, a oltre quarant'anni, dopo il matrimonio con il celebre sceneggiatore Salim Khan (ma di tanto in tanto torna sulle scene come attrice), e nello stesso periodo il duo Merchant-Ivory le dedica un documentario, Helen, Queen of the Nautch Girls. Giustamente.
Jennifer Kendal (1934 - 1984)

Figlia di una coppia di attori teatrali britannici fondatori di una compagnia shakespeariana, negli anni Cinquanta è in tournée con loro e con la sorella Felicity in India. A Calcutta, mentre veste i panni di Miranda nella Tempesta, folgora un diciottenne attore in erba per la compagnia di famiglia (anche lui), Shashi Kapoor. Segue storia d'amore con tanto di genitori contrariati, anni di attesa, fuga a scopo matrimoniale con aiuto morale e materiale dei fratelli dello sposo, 26 anni molto felici e tre figli dall'aspetto parecchio britannico. La carriera della Kendal come attrice è molto limitata (otto titoli), ma tutti notevoli: da un film come Shakespeare-Wallah, basato sulla storia dei suoi genitori, al bellissimo Junoon del regista indipendente Shyam Benegal, fino all'apice raggiunto in 36 Chowringhee Lane (vedi foto), esordio dell'importante autrice bengalese Aparna Sen, e il finale, la partecipazione al capolavoro di Satyajit Ray La casa e il mondo, con il nome di Jennifer Kapoor (che la Kendal adotta anche per la sua carriera aggiuntiva di costumista), estremo omaggio all'amatissimo marito, prima della morte per cancro a Londra a soli cinquant'anni.
Tom Alter (1950)

Nipote di missionari presbiteriani statunitensi e di madre anch'essa statunitense (che il padre conosce all'università), Alter viene folgorato sulla via di Bollywood mentre insegna in un collegio di montagna (e l'unico svago nella remota località sono appunto i film in hindi, in particolare quelli dell'accoppiata Rajesh Khanna - Sharmila Tagore, responsabili, dice lui, rispettivamente al 75 e al 25% del suo drastico cambiamento di carriera). Detto fatto: il nostro si diploma al prestigioso Film and Television Institute di Pune, fa teatro, cinema e televisione (compreso Madre Teresa, diretto da Fabrizio Costa), spesso ovviamente in parti di angrez, ma anche di individui indianissimi come il grande patriota Maulana Azad. Perché "darmi dello straniero è proprio insultarmi!!".
Manisha Koirala (Katmandu, Nepal, 1970)

Di famiglia molto "bene" (nonno e prozio sono stati Premier del Nepal), studia in India con l'intento di diventare medico. La sua bellezza straordinaria la porta altrove: reciterà nel Paese natale e in varie industrie in India, diventando una delle stelle di Bollywood degli anni Novanta, oltre che un'attrice drammatica molto apprezzata in film come Dil Se.. e Mann (e una ballerina classica notevole negli stili Bharatanatyam e Manipuri). Nei primi anni Duemila si diploma in regia negli Stati Uniti e produce un film, Paisa Vasool, continuando a recitare perlopiù in pellicole indipendenti. Da due anni è forzatamente inattiva a causa di un cancro (dal quale è fortunatamente guarita).
Dino Morea (1975)

Figlio di un'indiana e di un ristoratore italiano (sì, gli italiani sono davvero ovunque), è un modello di grande successo quando viene cooptato dal cinema. La carriera che ne è seguita, anche di produttore, non è stata di grande successo (e infatti ora sta ripiegando sulla professione di famiglia). Alla tv italiana lo si è visto in Kandukondain Kandukondain e in Aap ki khatir, ribattezzato Un fidanzato in affitto.
Antonia Bernath (Londra, 1980)

Questa attrice(tta) televisiva anglo-americana ha fatto un'agghiacciante apparizione (nei panni della protagonista, ahimé), oltre al suo debutto cinematografico, in un film altrettanto orrido, Kisna - the Warrior Poet, di cui si salvano solo fotografia, scene, costumi e canzoni.
Toby Stephens (Londra, 1969)

Il figlio di Maggie Smith e Robert Stephens, attore di un certo nome in tv, a teatro e al cinema, dove ha debuttato nell'Orlando di Sally Potter, è approdato in India nel 2005, per interpretare in Mangal Pandey: the Rising il ruolo di un ufficiale della Compagnia delle Indie Orientali alle prese con l'ammutinamento delle truppe indigene del 1857 e le sue crisi di coscienza (e pure il suo stesso status di emarginato, da scozzese non anglicano qual è). Complimenti vivissimi per come se l'è cavata con l'hindi, che ha dovuto imparare foneticamente (riguardo al film, musica e fotografia a parte, si poteva far meglio in tutti i campi!).
Alice Patten (1980)

Figlia di Chris Patten, ultimo governatore britannico di Hong Kong, ha imparato l'hindi per il suo debutto cinematografico (era ed è ancora un'attrice televisiva) e ha centrato nientemeno che un capolavoro: Rang De Basanti (2006, di Rakeysh Omprakash Mehra), dove ha interpretato il bellissimo ruolo di una documentarista sulle tracce del nonno, carceriere di un gruppo di celebri patrioti.
Sunny Leone (1981)

Nata Karenjit Kaur Vohra da genitori indiani in Canada, è la prima star (attrice e regista) dell'hard a sbarcare a Bollywood, con Jism 2 (2012) - debutto che ha causato violente proteste. Uno dei suoi partner, Akshay Kumar, la apprezza parecchio... come attrice. (Però va detto che costui è un noto puttaniere, per usare un'espressione di mia madre). Non posso confermare, riguardo alle suddette doti attoriali.
Katrina Kaif (1983/1984?)

Nata Katrina Turcotte a Hong Kong da madre britannica e padre indiano, vive in diversi stati compresa l'Inghilterra. Diventa attrice nei primi anni Duemila dopo una carriera da modella e da allora, tra critiche feroci al suo hindi, doppiaggi forzati ora superati e apprezzamento della sua bellezza strepitosa, delle sue doti danzerine e - qualche volta - di quelle attoriali, è una delle attrici più pagate di Bollywood. Vita privata difesa a spada tratta ma molto chiacchierata, soprattutto la relazione con Salman Khan, da sempre creduto uno dei gay velati di Bollywood. Vista in Italia nel film Namastey London, Sposerò mia moglie :-(.
Bárbara Mori (Montevideo, Uruguay, 1978)

L'attrice cinematografica e televisiva messicana di origini uruguayano-giapponesi ha preso parte al fianco della star Hrithik Roshan al romantico Kites nel 2010, film girato proprio in Messico, del quale sono state approntate due versioni (la seconda più "consona" ai gusti occidentali, senza canzoni).
Yana Gupta (Brno, Repubblica Ceca, 1979)

Nata Synkova (Gupta è il cognome dell'ex marito indiano), è la nuova Helen, regina dell'item number (anche se non brava come lei). Ha esordito in Dum (2003), diventando immediatamente famosa. Da allora, le speranze di diventare un'attrice vera e propria sono andate deluse.
Chigusa Takaku (Tokyo, 1978)

Attrice prevalentemente televisiva, è apparsa come co-protagonista nel film di Aparna Sen The Japanese Wife (2010), moglie giapponese appunto, ma per corrispondenza, di un timido professore bengalese.
Nargis Fakhri (New York, 1979)

Debutto alla grande (ma, a quanto si dice, doppiata) per la bellissima modella e donna d'affari statunitense, di madre ceca e padre pakistano, nello splendido Rockstar (2011, di Imtiaz Ali), dove giustamente l'eroe si sente morire nel vederla vestita da sposa (vedi sotto) e non può vivere senza di lei. Da allora, nonostante la bellezza sia superiore al talento, ha continuato a lavorare - con misura.

Kalki Koechlin (1983)

Nata nell'ex enclave francese di Pondicherry da genitori hippies della suddetta nazionalità, dopo due anni di studi teatrali a Londra e di lavoro decide di tornare in India. Debutta al cinema nel celebre film Dev.D (2009) di Anurag Kashyap (che sposerà e lascerà). Segue interessante carriera, sia commerciale sia indipendente, con quest'anno l'attesissimo ritorno della regista Shonali Bose, Margarita, with a straw, in cui interpreta una ragazza disabile alle prese con un amore... lesbico (cosa cinematograficamente ben rara, in India).
Sylvester Stallone, Brandon Routh, Denise Richards, Whoopi Goldberg

Tutti impegnati in un cameo nel film Kambakkht Ishq (2009), girato a Hollywood ma battente bandiera indiana (stessa situazione della comparsata di Jacques Charrier, ex monsieur Bardot, in An evening in Paris, 1967). Sly, ovviamente, fa neri una sfilza di malviventi.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Per amor di precisione: si dovrebbe dire "la" hindi (la desinenza in "i" in India è generalmente femminile).
Commenta