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La Maghella al TFF 2014: Operazione "Argento" compiuta!
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Mai stata ad un festival del cinema... fino ad ora. Purtroppo non ho mai avuto la possibilità di andare ad una simile manifestazione, pur amando il cinema, ho seguito sempre da lontano i festival che mi interessavano.

Quest'anno mi sono regalata una due giorni a Torino per il Tff 2014.

Due giorni intensi, in cui ho dormito poco o nulla, visto 8 o 9 film (ho perso un attimo il conto), incontrato persone interessanti e divertenti.

Un piccolo viaggio che in verità, per quanto mi riguarda, aveva un obbiettivo unico e solo: vedere “Profondo Rosso”-1975 nella versione restaurata, presentato da Dario Argento in persona.

“Profondo Rosso” è stato girato in gran parte a Torino quarant'anni fa, in piazza C.L.N. ci sono le scene più importanti.

DOVEVO quindi essere presente ad un compleanno tanto importante, in casa del festeggiato, con presente il padre in persona.

Per motivi di lavoro e famiglia ho potuto prenotare biglietto del treno e camera in b&b solo una quindicina di giorni prima. Per queste due settimane che precedevano la data della partenza ho cercato vivamente di non pensarci più di tanto. Sono superstiziosa, solitamente le cose belle non mi capitano mai, me le devo andare a costruire piano piano con pazienza, ci sono sempre gli imprevisti dell'ultimo momento. Per fortuna a Torino c'era l'amico utente Roger Tornhill che ha preso a cuore la mia causa, comprandomi il biglietto per Profondo Rosso in anticipo, assicurandomi così la visione.

 

Il viaggio a Torino stava prendendo più l'aspetto di un vero e proprio percorso. Un percorso che nella mia testa durava da almeno una trentina di anni, da quando avevo visto per la prima volta “Profondo Rosso” e avevo imparato un nuovo linguaggio cinematografico. Lascio immaginare perciò a chi legge questo scritto la mia emozione quando capito nella famosa piazza C.L.N.

E' buio e aveva smesso di piovere da poco, proprio come nel film. In questi due giorni capiterò poi spesso nella piazza, perché era di passaggio (o la facevo diventare io “casualmente”) nei tragitti tra il b&b e i cinema dove proiettavano i film del festival, ma l'emozione che ho provato la prima volta che ci sono entrata è stata da brividi, confesso un piccolo nodo alla gola.

Oh oh... mi sembra di vedere una statua” mi dice Roger Tornhill (mio cicerone insieme a Giannisv). Io come sempre ero con la testa tra le nuvole, chiacchierando e perdendomi tra le tante vetrine dei portici. Alzo lo sguardo e scopro di essere proprio a pochi passi dalla piazza, l'enorme statua della fontana mi aspettava, ancora qualche metro e avrei preso il posto di Marc, il protagonista del film, mentre scopre la prima vittima dell'assassino decapitata dal vetro della finestra.

 

Balbetto, e aumento i passi, stacco i miei due compagni e per qualche momento sono sola davanti alla fontana. Inizio a gesticolare, ad indicare: “lì è il Blue Bar, da lì scappa l'assassino, quella è la porta del palazzo...” In verità alcune cose (molte) le ricordavo sbagliate, la memoria fa brutti scherzi , ho potuto correggere il tiro solo dopo l'ennesima visione del film.

 

A stento i miei due amici riescono a portarmi via dalla piazza. Ci ritornerò ancora più tardi, e quella notte non riesco a prendere sonno sapendo che la sera seguente andrò a vedere Profondo Rosso. Dormo sì e no 2 ore.

 

Profondo Rosso era programmato per le 22,30 di venerdì 28 novembre. Nella giornata avrei visto tantissimi altri film, speravo così di accorciare l'attesa. Nel pomeriggio assisto infatti ad un bellissimo film “Nessuno siamo perfetti” di Giancarlo Soldi. La produttrice di questo film è presente in sala -insieme al regista- ed è niente po' po' di meno che Stefania Casini, una delle attrici protagoniste di Suspiria-1977, colei che muore nella famosa scena della stanza con il fil di ferro.

Ho preso questa presenza come un segno, un altro tassello che mi portava a Dario Argento e a tutta la sua opera che tanto mi ha influenzato negli anni. Molto emozionata per il film di Soldi, aspetto che mi passi il magone (sono una frignona davanti alle pellicole di un certo spessore), incoraggiata dai miei due fidi compagni di visione (sempre Roger e Gianni), vado a complimentarmi con Stefania Casini.

“... ma è vero quello che viene raccontato sulla famosa scena del fil di ferro? Che lei non lo sapeva che sarebbe cascata in una stanza piena di fili e lame?” domando all'attrice.

Certo che è vero, verissimo. Dario non ci svelava tutte le scene in maniera completa, ci lasciava sempre l'ansia per ciò che poteva accadere. Lo faceva perché la nostra paura e l'angoscia fossero reali. Con me ha funzionato: sapevo che sarei dovuta precipitare da una finestra, ma non che sarei cascata su dei fili di ferro. Mi ferii anche, ed ebbi tanta paura... per questo fu buona la prima, una seconda scena non l'avrei mai ripetuta”. Sorride ed è molto comprensiva con me, vedendomi davvero emozionata, tanto che balbettavo e ingoiavo continuamente il magone che ancora non riuscivo a mandare giù. Gianni prontamente, prendendomi alla sprovvista mi fotografa con l'attrice.

 

Si mangia velocemente un boccone, “Profondo rosso” comincia alle 22,30, abbiamo già i biglietti, ma io voglio prendere i posti in prima fila. Ci rechiamo a cinema Massimo dove era programmato il film.

Manca più di un'ora all'inizio, e già c'è una discreta fila davanti alla porta. Piove (quel giorno non ha mai smesso), io comincio a telefonare a casa, mandare messaggi agli amici, chiacchiero con i ragazzi che erano dietro di me. Scopro che uno di loro, pur avendo una trentina di anni, non ha mai visto Profondo Rosso... “come? Non ci credo? E' una vergogna ma ti invidio tantissimo!!!” gli dico scherzando.

Quando aprono la porta, la fila dietro di me è lunghissima. Riusciamo a prendere i posti in terza fila centrale: una goduria.

Ora il mio prossimo obbiettivo è: riuscire a farmi una fotografia con Dario Argento o farmi autografare la sua autobiografia “Paura” ed.Einaudi -uscita poche settimane fa- che mi ero portata da casa, incontrare da vicino il mio maestro di vita-horror personale.

 

La cosa si vede subito che è complicata. La sala è pienissima e c'è un ordine di vigilanza pazzesca. Il passaggio del regista pareva blindato. Accanto a me ci sono un paio di ragazze con un poster del film in mano, ammiccano qualcosa con uno dei ragazzi della sicurezza, che ad un certo punto le chiama con un cenno dicendole “venite ora!”.

Come una serpe mi accodo alle due ragazze e mi ritrovo all'ingresso della cabina di proiezione insieme ad una decina di fan.

Il ragazzo della sicurezza ci dice che: “il maestro arriverà a breve, come vuole l'usanza entrerà nella cabina per firmare la macchina digitale di proiezione. Quando uscirà, se ne avrà voglia, sia fermerà con voi, solo in quel caso potete chiedergli gli autografi. Altrimenti aspettate qui, finita la presentazione se non va via subito, potete provare ancora.

Iniziavo a innervosirmi: possibile che Dario Argento fosse così formale? Così freddo con i suoi fan?

Arriva Dario Argento, è molto più piccolo di come me lo ero immaginato. Arriva scortato da un gruppetto di persone che lo fanno entrare immediatamente nella cabina di proiezione, la sicurezza crea una barriera tra lui e noi. Lui pare spaesato. Io inizio ad avere paura di non riuscire a incontrarlo. Esce ed è praticamente davanti a me, senza accorgermene mi ero portata avanti a tutti stringendo il mio libro come uno scudo: “Maestro, sono venuta dalla Toscana per poterla incontrare e vedere il film a Torino. Ha scritto un libro bellissimo, le va di autografarmelo?” Mi rendo conto che intorno a me c'è uno strano silenzio, e io bisbiglio perché non voglio che nessuno mi rubi questi pochi attimi con lui.

Come ti chiami?” mi chiede Dario Argento... ecco alla dedica davvero non ci speravo, “Alessandra” gli rispondo. Mentre scrive sul libro quelle poche parole per cui avevo fatto tanta strada, ho ancora il coraggio di dirgli due cose... che custodisco come un prezioso segreto.

Una stretta di mano che è più una carezza, un sorriso, “Grazie davvero!” mi dice infine. Lascio il mio posto agli altri ragazzi, che sono lì come me a rubare un momento con il regista.

Imbambolata, emozionata, incredula, torno al mio posto sventolando il mio libro ai miei amici di ventura.

Inizia la presentazione. Roger Tornhill ha ripreso tutto, quindi vi consiglio di ascoltare direttamente da Dario Argento il proseguo della serata. Dal video si intravede anche una occhialuta ed emozionata Maghella che brandisce il suo libro autografato.

C'è stato un momento preciso in quella serata in cui mi sono sentita felice ed ero consapevole di esserlo; poche altre volte mi è accaduta una combinazione del genere.

Ho messo un punto, compreso molte cose... ora il percorso prende altre vie.

Ringrazio tantissimo Roger Tornhill e Giannisv, che in questa avventura mi hanno sostenuta incoraggiata e fatto tanta compagnia.

 

 

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