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TFF GIORNO 5: ELEANOR RIGBY è SCOMPARSA ED HA LE SUE BUONE RAGIONI; IL CONCORSO PRESENTA DUE BUONI FILM: GLI AMORI IMPOSSIBILI CANADESI E A SINGAPORE. MA LA SORPRESA PIU' CHE QUESTI DUE è L'URUGUAYANO MR KAPLAN. MICKLE ED IL SUO HORROR PIU' RIUSCITO
di alan smithee ultimo aggiornamento
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Non si vive di solo cinema ed è per questo che un gruppo sempre più nutrito di utenti di Film Tv si ritrova nottetempo in una tosta locanda sarda a divorare specialità tutt'altro che torinesi, ma comunque assai godibili al palato. Da sinistra potete osservare Supadany, Valdemar, Kurtisonic, il suo amico-collega probabile nuovo utente, Rober Tornhill, Alan Smithee, Gaiart e cagnetti immancabili e sempre simpatici. C'era pure Degoffro in una toccata e fuga, putroppo, così come Ethan, e ci saranno presto Gianni66Sv e Maghella (spero di aver menzionato tutti), le cui presenze contiamo o speriamo di riuscire a documentare.

Prima di gozzovigliare, cinema a ritmo serrato, chi in una sala, chi in un'altra, e poi la sera a confrontarci, dividerci, ritrovsarci, assistiti da un banchetto opulento degno di un imperatore romano.

La mia giornata inizia con due film del Concorso: il canadese Felix & Meira, ed il film di Singapore As you were.

 

FELIX & MEIRA

locandina

Felix and Meira (2014): locandina

Una rigorosa comunità ebraico-ortodossa nel Canada quebequois; una donna giovane e graziosa infelicemente sposata con un uomo rigoroso ed osservante che tuttavia la ama, la rispetta, ma non transige le insofferenze e le distrazioni a cui la donna tenderebbe.

Un ragazzo fa ritorno in città al capezzale del padre morente, con cui da tempo ha chiuso ogni contatto; giunge su suggerimento della sorella, per salutarlo per l'ultima volta, per ristabilire anche tardivamente un contatto: ma è tutto inutile.

Tuttavia le vite dei due giovani, Meira e Felix, si incrociano e nasce una attrazione che odora di libertà, di indipendenza, di fine di ogni sofferenza o tormento interiore.

Ma a volte anche solo provare a lasciarsi addietro le pagine di una vita passata ma cementata addosso, può essere meno facile di quanto si possa credere.

Felix & Meira narra con delicatezza i tormento che conducono ad una scelta che non conferisce mai quel lieto fine a cui tutti anelano. Interpreti coinvolgenti ed affascinanti aiutano a renderci vicino e simpatici due protagonisti combattuti e tormentati in cui non possiamo non immedesimarci almeno un po'.

VOTO ***1/2

 

 

AS YOU WERE

locandina

As You Were (2014): locandina

Può rimanere intatta la complicità candida e pura che lega due bambini ai tempi della scuola, se la si trasla nella quotidianità del vivere adulto, pur ai confini di una metropoli che potrebbe danneggiare e corrompere la purezza del sentimento? Un'isola verde e lussureggiante di fronte ai grattacieli infuocati e avveniristici di Singapore ospita una casa di accoglienza di ragazzi problematici.

Il giovane responsabile ci vive e chiama a sé la compagna di scuola di cui è innamorato, certo che in quell'ambiente isolato ed irreale essi possano ritrovare la purezza del loro rapporto d'infanzia, ripensando ai giochi, alle nuotate, alla collezione di francobolli.

Il mare che divide ma unisce è una costante di questo film delicato e fresco in cui il regista Jiekai Liao tenta di raccontarci l'interiorità di un innamoramento che tenta invano di recuperare la scintilla originaria del passato, arrendendosi ad un sentimento molto meno genuino.

Un bel film intimista che bisogna vivere dentro per permettere di farsi coinvolgere, forte di immagini poetiche e potenti in cui la natura, le onde del mare, tentano di riportarci all'autenticità di una infanzia ormai perduta irrimediabilmente.

VOTO ***1/2

 

locandina

The Disappearance of Eleanor Rigby: Them (2014): locandina

La sorpresa della giornata, e forse dell'intero festival, è il caso del dittico THE DISAPPEARANCE OF ELEONOR RIGBY; un film poi accorciato e riunificato (e probabilmente banalizzato), ripèortato poi all'idea originale e come tale presentato in tutta la sua intima bellezza qui a Torino, dopo Toronto e Cannes.

 

THE DISAPPEARANCE OG ELEONOR RIGBY: HIM

James McAvoy

The Disappearance of Eleanor Rigby: Them (2014): James McAvoy

Una storia d'amore agli sgoccioli dopo un matrimonio e una convivenza di sette anni. Ma soprattutto dopo una tragedia familiare inaccettabile, destabilizzante che separa, forse per sempre, una coppia altrimenti affiatata e riuscita, realizzata, bella, ai limiti della perfezione.

Lei lascia lui, lui rivive i momenti salienti di quell'abbandono unilaterale, dal suo punto di vista subito, e prova a raccontarci la sua versione.

Insegue l'ex moglie, trascura il lavoro, il ristorante-bar che gestisce da anni e che si trova costretto a chiudere per troppo debiti. Si trasferisce di malavoglia a casa del padre vedovo, che non aspetta altro per affidargli la conduzione del suo elegante e ben più avviato ristorante.

Contrasti, inseguimenti, con l'ex moglie e con il padre sono scanditi da un dialogo schietto e brillante che riesce a risultare molto coinvolgente pur non dicendo assolutamente nulla di nuovo.

Prima parte, vista dal punto di vista maschile, di un dittico già presentato in concorso a Toronto, poi rimontato assieme a formare “Them” e presentato, sempre in concorso, a Cannes, poi nuovamente diviso per tornare alla coerenza per cui è stato concepito, e che effettivamente gli rende ragione d'esistere e lo rende un caso quasi unico.

In attesa della seconda parte, Her, la medesima vicenda vista dalla parte della fuggitiva, Him appare un film delicato, intimo e spigliato che ci convince, nonostante glissi su molti avvenimenti anche cardine della vicenda, di cui si percepisce di sfuggita la natura dalle conseguenze che ci vengono mostrate: ma niente paura, tutto o comunque molto si capirà nel successivo capitolo, più compiuto, necessario di un film che comunque va visto per intero nei suoi due capitoli e nella sequenza Her-Him.

James McAvoy e Jessica Chanstain (anche produttrice) hanno una chimica perfetta ma, in questa prima parte, è il valido caratterista Ciaran Hinds che brilla di luce propria con le sue arguzie e la scaltrezza ironica di un uomo ormai consapevole della propria vecchiaia, che si aggrappa ai piccoli appaganti particolari piaceri di una vita che vale ancora la pena di essere vissuta.

VOTO ****

 

THE DISAPPEARANCE OG ELEONOR RIGBY: HER

Jessica Chastain, James McAvoy

The Disappearance of Eleanor Rigby: Them (2014): Jessica Chastain, James McAvoy

Se Him iniziava con una goliardica complicità tra amanti che scappano da un ristorante ridendo inseguiti dal proprietario senza pagare scientemente il conto, Her inizia con Eleonor Rigby sola per la strada, triste, malinconica, mentre si appresta a compiere un gesto drammatico e terribile che nel primo epiodio ce la faceva ritrovare in ospedale senza chiarircene i motivi.

Poi la vicenda si sposta nella famiglia di Eleonor: rivediamo la madre francese (Isabelle Huppert) sempre col calice di vino alla mano, conocsciamo sorella e padre (William Hurt, molto intenso); vediamo la donna tornare a frequentare l'università seguendo un corso di una collega del padre (la straordinaria, ironica e cinica Viola Davis, grandissima come sempre).

Poi la vicenda si riaggancia a quanto già visto, ma ripreso di spalle dalla parte opposta favorevole a “lui”, nella prima parte: capiamo bene la situazione complessiva, comprendiamo le vere ragioni del disgregarsi di una coppia che pareva perfetta, percepiamo quasi dal vivo il dolore incolmabile di una madre, ma anche di un padre, dei nonni e parenti ed amici che tengono alla coppia.

Il dittico si completa e trova la sua ragion d'essere con questo riuscitissima seconda elaborazione di un dolore che tuttavia lascia il posto alla speranza. L'ultima esemplare ripresa già vista sotto diversa angolazione alla fine di Him, chiarisce e completa molte cose, dando spazio ad una ventata di ottimismo che ci fa davvero bene, anche a noi spettatori. Un film da vedere nella sua completezza seguendo rigorosamente l'ordine Him-Her.

Non ho visto Them, la fusione-riduzione dei due capitoli in uno, ma temo che questo procedimento finisca per svilire un intreccio necessario e stimolante per chiarire più a fondo le ragioni di una crisi.

VOTO ****

 

A completare la tetralogia dedicata al giovane emergente talentuoso Jim Mickle, è ora il momento di quello che ritengo il suo film migliore:

 

WE ARE WHAT WE ARE

locandina

We Are What We Are (2013): locandina

Penultimo in ordine cronologico dei quattro film girati sino ad ora da Mickle, di cui il TFF sta curando la personale, We are what we are è, per parere personale, il film più compiuto e riuscito dell'abile regista “del contagio”.

In un'America piovosa in piena emergenza meteorologica, ci viene presentata a poco a poco la famiglia Parker: un capo famiglia austero e rigoroso nel far seguire ad ognuno regole ancestrali rigide riguardo soprattutto al comportamento alimentare, che vediamo imporre alle due figlie, alla moglie e al figlio di sei anni, un digiuno forzato che ci pare innaturale.

Poi seguiamo la signora Parker avventurarsi in macchina tra la poggia sferzante nel villaggio per effettuare acquisti: appare turbata, instabile, malmessa fisicamente, con tremori agli arti ed una bava nerastra che sopraggiunge maligna. Nel tornare alla macchina una situazione di panico la induce a sbilanciarsi e a cadere mortalmente su una grande pozzanghera, dove muore annegata.

Da quel momento per le figlie di quell'anomalo aggregato familiare inizia ad instillarsi il dubbio che tutto ciò che si sta facendo ormai da secoli, sia davvero il percorso giusto.

E noi spettatori cominciamo a farci un'idea precisa, raccapricciante ed incredibile, dei costumi alimentari di questa famiglia di cannibali, sopravvissuti ad antiche carestie con un patto maligno ed irresolubile che li vede condannati ad una fame eterna.

Affascinante, trascinante, ma anche elegante come non lo è mai stato un film del bravo giovane regista Mickle.

Validi interpreti contribuiscono alla tenuta della tensione e Kelly Mc Gillis torna ad unirsi al regista in una delle sue recenti rade interpretazioni.

VOTO ****

 

 

THE MEND

locandina

The Mend (2014): locandina

Due fratelli diversi e dal pessimo carattere, entrambi con problemi esistenziali, con le donne che frequentano, con la gestione della reciproca esistenza. Il giorno che Mat si installa nell'appartamento sciatto e trasandato del fratello Alan, i due cominciano a ritrovarsi, tra alti e bassi, tra liti e botte, tra disordine e disorganizzazione in questo schifo di vita dove nulla di buono può mai cambiarti i connotati.

Se l'intento di The Mend era quello di suscitare sgradevolezza ed isteria, il film è davvero molto riuscito. Josh Lucas è davvero molto bravo nel trasformarsi o cadere nel baratro dell'abbruttimento, fisico e morale. Un film sui nuovi moderni bohemien che campano vivendo la giornata tra frustrazioni e irrisolutezze.

Un film che innervosisce e irrita davvero. Forse per questo è un film riuscito, coerente con l'idea di chi l'ha concepito e scritto. Ma tutta questa isteria, questi scatti di ira, la sciattezza e l'abbruttimento dell'appartamento teatro e mondo in cui proliferano e si nutrono le fobie e i crucci dei due fratelli allo sbando, creano solo disagio e rendono tutto davvero antipatico e difficile da sopportare.

VOTO **1/2

 

Infine per TORINOFILMLAB un'altra gradevole sorpresa, questa volta dall'Uruguay:

MR KAPLAN

locandina

Mr. Kaplan (2014): locandina

Jacob Kaplan ha 76 primavere e si sente la vita che gli sta sfuggendo di mano. Gli tolgono la patente di guida in seguito a ripetuti tamponamento e tentennamenti nella guida, nonché a causa di un evidente e malcelato problema alla vista; si comporta in modo bizzarro ad una festa, dove dà uno spettacolo poco decoroso di sé. La moglie ed i figli sono preoccupati e cominciano a volergli affidare come autista un ex poliziotto obeso licenziato dall'arma e senza lavoro.

Intanto l'uomo apprende per caso dalla nipote diciottenne che nei pressi della spiaggia, tenutario di un chiosco ristorante, c'è un vecchio suo coetaneo che alcuni soprannominano “nazi”, per certe sue malcelate origini tedesche sospette.

Galvanizzato dall'idea che si tratti di un esule nazista ricercato scampato ai pro essi dopo la caduta del Reich, l'uomo si fa portare dal nuovo autista ad indagare, coadiuvato da quest'ultimo che ritrova l'ebbrezza dell'indagine.

Strutturato come una commedia a tratti divertente, spigliata, e tinta di giallo per l'intrigo suggestivo che si tenta di chiarire, Mr Kaplan è una riuscita opera prima di Alvaro Brechner, presente in sala, che ambienta a fine anni '90 una vicenda raccontatagli dal nonno.

L'abilità del regista è quella di confezionare un'opera accattivante e gradevole, che si dipana verso un finale chiarificatore in cui vincitori e vinti, buoni e cattivi, sono solo una convenzione ed una apparenza, un chiari-scuro di una stessa medaglia che cambia colore a seconda del lato in cui viene esposta.

Il film, già acquistato in diversi paesi, è diretto con uno stile appassionante ed immediato che diverte ed appassiona, ed è il titolo candidato all'Oscar come film straniero per l'Uruguay.

VOTO ***1/2 

 

A domani, instancabili per un nuovo tour de force.

 

 

 

 

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