Mezzanottemezzogiorno è un documento di memorabilia di un tempo passato di un periodo della disco. Andrea Bertini ripercorre per merito dei veri protagonisti di quei giorni, l’inizio l’apice e la caduta della techno-progressive nel luogo da dove tutto è iniziato, quel fermento di questa rivoluzione musicale-dance, la Toscana che con i dj e le sue discoteche, dall’Imperiale (non fa male) di Tirrenia a il Duplè (Paura!) di Aulla fecero tremare e “impazzire” centinaia di migliaia di giovani di una generazione di debosciati. Io ero tra questi e non me ne pento….
E non si facciano come "chi cade dal pero", le droghe pesanti in quegli ambienti, per reggere il carico di ore da ballare era un tributo-pegno da pagare. Non fondamentale dico io che sono arrivato a prendere persino un’acqua tonica al CoCoRiCò, un alieno dentro una massa, mi sono sempre comunque divertito fino alla stanchezza della chiusura con le strobo e luci accese. Comunque che c'erano e si poteva fare ben poco, tutti lo sapevamo come "ironicamente sdrammatizzavano" inizio serata.
se avete tempo ascoltae l'ingresso dopo Mary Poppins, Favoloso.....
Detto questo, il documentario racconta l’avvento della progressive partendo proprio dalla principessa (come la chiamava Franchino) Imperiale di Tirrenia dove la voce di Roberto Pannocchia proprietario e talent scout della discoteca ebbe l’idea per primo di uscire dalla disco commerciale, aperta a poche ore, per fare uno spettacolo di intrattenimento lungo ben dodici ore no-stop. Naturalmente guardando anche al portafoglio, nel 1991 parole sue si pagava circa settantamila lire per un ingresso per il mezzanottemezzogiorno ripetuto per ben centoquaranta sabati ininterrottamente. Lui stesso imprenditore e talent scout scopritore di numerosi dj entrati di diritto nella leggenda della disco, partendo dal Mario Più dove spiega lui stesso il perché di quel più.
Per quei pochi che mi leggono e forse mi conoscono, potranno dire "ma te che cosa ne vuoi sapere per quel poco che hai frequentato la disco?". Rispondo è vero, un po’ per pigrizia per denaro e per distanze non ho fatto numero di ingressi ma è rimasto qualcosa, comunque dentro di me che non mi scorderò mai. Ho vissuto comunque dall’Imperiale all’Insomnia al Kama Kama1 al Kaja2 al Tartana mentre non ho mai avuto il piacere del Duplè e del Jaiss.
Il documento si chiude nel momento in cui le disco divennero il capro espiatorio di tutti i mali dall’inizio delle stragi del sabato sera, i politici come sanno fare meglio senza conoscere realmente il problema, in un incontro farsa con i responsabili dell’ambiente, avevano già deciso tutto andando a colpire sulla limitazione dell’orario decretando l’inizio della fine della disco progressive, mentre nel resto dell’Europa si formava un nuovo fermento di suoni e tendenze partendo da Rotterdam.
Numerosi gli aneddoti, dalla serata in cui andò via la luce, alla costruzione dello svincolo autostradale per contenere l’afflusso di persone fino al matrimonio tra Guta De Rezende e Gabry Fasano celebrato al Jaiss con tanto di parroco. Tutto raccontato dai dj dagli animatori, vocalist, con un pizzico di nostalgia anche per il passare inevitabile del tempo.
Per chi li ha vissuti e per chi vuole conoscere cosa fossero quegli anni e quel tipo di sballo. Che comunque pur fatto con passione il documento non può fare commuovere se non chi c’era!
1 al Kama avevo ancora da entrare, e tra i tre amici che eravamo (formazione tipo M.Più-Franchino-R.LeRoy) un gruppo di ragazzi si rivolse a me chiedendomi se avevo da vendere le “paste”. E giù risate dai miei amici.
2 al Kaja mi chiesero se avevo da vendere il fumo, e giù risate dai miei amici. Serata fantastica dopo l’abbandono della cubista fianco console, mi feci piano piano avanti fino a salirci e ballare per tre ore sul cubo, ero diventato quasi quasi una celebrità, nessuno mi cacciò. Solo per fare capire che in nessun altro luogo mi sarei fatto abbandonare in quella maniera, diciamo che tutte le paure di fare figuracce in un posto del genere cadono meravigliosamente
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