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Ana Gabriel - "Guardali, ascoltali"
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Che diavolo di musica arriva dalle cuffie appoggiate sul tavolo, con quella voce fastidiosa in primo piano?
È di nuovo colpa di FilmTv e di quella pubblicità automatica che mi annoia e parte senza che glielo si chieda, magari mentre sono al punto culminante di un adagio. Invece no, viene da iTunes, ma come si è avviata? Capisco subito chi è, è quella messicana, Ana Gabriel. Avevo preso il suo cd perchè in una foto l'avevo vista vestita da ranchera, bella, regale come solo una donna può essere.

La Reina Ana Gabriel

 

Avevo ascoltato il suo cd Ayer Y Hoy una volta, non senza prima essermi dovuto abituare a quella sua voce che mi pareva troppo ostentata, studiata, ma che dopotutto aveva una sua personalità ed intensità. Poi lo ascoltai una seconda volta, a distanza di mesi, e forse una terza ed una quarta con il mio inseparabile iPod da 160 GB per strada.

Visto che stasera mi sentivo così, non lo so neanch'io al culmine di cosa, mi sono messo ad ascoltarla nuovamente. Poi un'altra volta tutto il cd. La tentazione di ascoltare la prima canzone nuovamente era forte, ma non volevo. È pericoloso ascoltare così di seguito una canzone, si può sporcare, potrebbe non esistere più la purezza che me l'ha resa cara, l'innocenza dell'essersi accostati a lei senza intenzione. Ma alla fine l'ho riascoltata, e dopo aver perfino pianto, ho deciso che la porterò con me, in campagna, quando tutti se ne saranno andati, presi dalla scuola, e finalmente potrò stare da solo con lei, come fui da solo con la mia grande Akiko un anno fa, perchè voglio che sia la mia compagna durante quel periodo in solitudine, sperando di apprendere qualcosa al fianco di questa donna straordinaria.
Vista da lontano nel suo abito bianco, potrebbe benissimo essere la mia grande Meiko, le assomiglia per davvero. Forse tutte le grandi donne devono assomigliare, per forza, a Meiko Kaji.

L'altra sera forse avevo bevuto troppo (e già un bicchiere di vino per me è troppo) e mi ero lanciato in una filippica contro il fatto che i genitori abbiano sempre il sedere parato dalla responsabilità di aver messo al mondo i figli, proprio dai figli, i quali, secondo me, è inutile che se la prendano col mondo, farebbero meglio a pensare a chi è stato a metterli al mondo e a quanto irresponsabili siano stati questi genitori, nonostante sapessero benissimo che, quasi con certezza, la loro vita sarebbe stata uguale alla loro, vita della quale si sono sempre lamentati. Forse un pò troppo accalorato, la moglie di un mio amico mi ha chiesto "ma non riesco a capire se tu ce l'abbia con le donne o con gli uomini". Mentre stavo per risponderle ha continuato a parlare con le amiche apparentemente ignorando la mia risposta, irritandomi non poco per questa sua maleducazione.

 

Leggo su wikipedia: nata il 10 Dicembre 1955 a Santiago de Comanito, Sinaloa, Messico (getto uno sguardo alla cartina, come se cambiasse qualcosa), María Guadalupe Araújo Yong è una fervente Cattolica, come ebbe a confessare ad una rivista: "Credo ed ho molta fede in Dio". Posa una rosa rossa ed un garofano bianco sul palco durante ogni concerto, nella convinzione che i fiori simbolizzino "la comunicazione fra me e Dio". I suoi concerti sono anche noti per la loro potenza e per il rispetto per ogni suo fan.

Trovo su youtube questa performance "live" del brano che ha fatto di me un suo fedele.
La vedo e rivedo tante volte, cercando di non farmi sfuggire neanche il suo gesto più invisibile, nella speranza di assorbire in me questa sua regale presenza. Mentre la guardo, penso che questa è una donna vera, salire sul palco per intonare una invocazione senza tempo, con questo coraggio, questa convinzione e questa innocenza. Si può pensare ad una donna più bella?

Ma basta questo per scriverci un post? Sì, ce n'è d'avanzo. Metti un accenno al fatto che è stata nel cast, in un piccolo ruolo, di In fondo al cuore (1999) con Michelle Pfeiffer - ripensandoci è proprio lì che l'ho tenuta per tutto questo tempo - ed in varie serie che ognuno potrà vedere da sè su IMDB.
C'è anche che questa sua invocazione mi costringe - anche se rimango convinto della mia idea sulla responsabilità dei genitori come primi colpevoli e sulla vigliaccheria dei figli che non possono affrontare la realtà dell'irresponsabilità dei loro genitori e la proiettano sul mondo esterno - a guardarli, ad ascoltarli, in altro modo, contro le mie convinzioni, perchè la preghiera di questa donna su quelli che non hanno colpa di essere nati può più del mio pensiero che pure continuo a ritenere giusto.
 
"La Reina" basta vederla all'inizio del video per capire tutto di lei, vestita di bianco coi capelli neri, semplice come solo le divinità sanno essere, quell'inchino da bambina mentre la musica ha già attaccato e non attende che la sua invocazione, "guardali, ascoltali".

 

 

 

Mirales , escuchales

tu sabes como han sufrido

son seres que no han pedido nacer

 

mirales , escuchales

yo pienso que tu si puedes

cambiarles todo ese ruido por pan

 

nosotros tambien luchemos

por darles la libertad

no es justo que esten sufriendo

por culpa de los demas

si no les tendemos la mano

quien sabe lo que tendran

ah, ah, ah, ah

 

Mirales , escuchales

su llanto tienen de abrigo

el hambre en su castigo, oh Dios

 

Mirales , escuchales

y dales ese derecho de estar

en un mundo lleno de paz

 

nosotros tambien luchemos

por darles la libertad

no es justo que esten sufriendo

por culpa de los demas

si no les tendemos la mano

quien sabe lo que tendran

ah, ah, ah, ah

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