Aquilana di nascita, napoletana d’adozione, Pia Velsi è stata una donna di spettacolo a tutto tondo. Negli anni ’40 ha cominciato nei cafè chantant partenopei, per poi passare al teatro (Ambra Jovinelli di Roma e Petruzzelli di Bari), prima di approdare sul grande schermo, a partire dagli anni ’50. In età più avanzata, ha invece preferito il piccolo schermo, non solo diventando personaggio riconoscibile in molte fiction di successo targate RAI, ma soprattutto partecipando al tormentone pubblicitario di una nota marca di acque minerali, nel ruolo di una burbera suora.
Proprio nel ruolo di una ecclesiastica esordisce al cinema nel film di Renato Castellani “La città l’inferno”, accanto a mostri sacri come Anna Magnani e Giulietta Masina. In realtà l’esordio assoluto sul grande schermo la Velsi lo ebbe cinque anni prima in quel magnifico affresco circense che fu “Carosello napoletano”, un film con moltissime venature teatrali, anche se il ruolo fu talmente piccolo da non essere accreditata. E proprio al teatro Pia Velsi volle ritornare, partecipando attivamente come prima attrice comica, nel teatro napoletano, specializzandosi nella famosa “sceneggiata”. Ma il cinema è nel suo destino; a cambiarle le prospettive di fama, notorietà e portafoglio fu l’incontro con Mario Monicelli che, come già accaduto ad altri (vedi Carlo Pisacane ”Capannelle”), le cambiò la carriera (e la vita…). Simpatia e grandi capacità recitative vennero notate dal maestro toscano che le conferì l’unico ruolo da coprotagonista della sua carriera, quello in “Parenti serpenti” del 1992, in cui interpreta, assieme a Paolo Panelli, la coppia di anziani abruzzesi che i figli vanno a trovare per le vacanze di Natale.
Pia Velsi ha costruito la sua fama sulla fisicità da casalinga di Voghera e, nonostante i natali aquilani, sull’inconfondibile accento partenopeo. Non a caso alcuni dei ruoli più riusciti furono quelli della signora a rischio di caduta nell’episodio del cavalluccio rosso in “Così parlò bellavista” (Luciano De Crescenzo), nonché quello della signora della mezz’ora nell’altro film del filosofo e regista napoletano “32 dicembre”.
Cantante, ballerina, showgirl, primo comico a teatro, attrice di fiction, miniserie e pubblicità televisive, ma anche o soprattutto caratterista cinematografica. Lo si capisce dai ruoli, mai da protagonista e quasi mai da spalla, ma soprattutto dal fatto che ogni personaggio affidatole, indipendentemente dal regista, fosse sempre quello di una donna comune, della strada, da “vascio” (basso) napoletano: casalinga, madre, zia, nonna, cameriera, ma soprattutto suora (prima delle ramanzine a Del Piero e Chiabotto l’attrice è stata utilizzata in questo ruolo da Castellani, come accennato, ma anche da Steno ne “La patata bollente”, nonché da Alessandro Benvenuti nella fiction “Caterina e le sue figlie 3” e addirittura nella pellicola del filone nunsploitation “Suor Emanuelle” di Giuseppe Vari, in cui Pia Velsi interpreta Suora Cecilia.
Oggi ultra ottantacinquenne, Pia Velsi continua a lavorare con grande continuità, anche se esclusivamente per il piccolo schermo: ha infatti abbandonato da qualche tempo il cinema ma anche le altre arti a cui ha contribuito sempre con grande professionalità e straordinaria simpatia.
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