I bambini li guardano è una rubrica settimanale di Cinerepublic in cui gli autori raccontano, in forma di cronaca dal salotto di casa, la visione di un film per grandi ad altri genitori audaci desiderosi di allargare gli orizzonti cinematografici dei propri figli.
di Baz Luhrmann
con Paul Mercurio, Tara Morice, Bill Hunter, John Hannah, Sonia Kruger-Tayler
Genere: Musicale
Spettatori: Arianna 10 anni, Andrea 7 anni
I bambini sembrano ambedue interessatissimi al fatto che il nonno deve fare un compito scritto sull’avvenimento e mi guardano furbetti quasi sfotticchiando. La musica del Danubio Blu e la prima scena con i ballerini che scivolano leggeri li avvince subito. Arianna mi chiede se è un valzer e gli assegno subito un premio virtuale, poi la vicenda si complica e devo intervenire per spiegare che il ragazzo (il miglior ballerino della scuola) ama improvvisare passi nuovi nel ballo, ma ciò è proibito dal regolamento perciò la sua partner lo abbandona.
Andrea da segni di stanchezza, Arianna si fa prendere dalla vicenda della timida ragazza che non aveva mai ballato ma che si propone come nuova partner; commento di Andrea "No, no è troppo brutta" e Arianna "Ma non capisci che l’hanno imbruttita apposta, alla fine diventerà bellissima" (ovvero a 10 anni conosce già i trucchi degli sceneggiatori).
Proseguono le prove di ballo tra loro due e lei fa sempre più progressi; Arianna vuole sapere i diversi tipi di ballo che non conosce e impara il tango (la rumba non la afferra). Andrea sonnecchia ma ad un certo punto alla parola “cazzo” si ridesta e urla: "non è per bambini, dicono le parolacce!". Gli faccio capire che sembrano parolacce, ma sono solo parole più forti, da non usare preferibilmente mai. Allora decide di fare l’elenco di tutte le parolacce che sentirà nel film.
Intanto Arianna ci zittisce perché non riesce a udire i dialoghi d’amore tra i due protagonisti che vengono scoperti dal padre di lei, un gitano. Dopo aver appurato la serietà del ragazzo, il gitano insegna ai due il “vero paso doble” che, dopo un pò, riescono ad eseguire meravigliosamente: applausi di Arianna e di Andrea, a riprova dell’ottimo senso musicale che li caratterizza. Faccio la pausa merenda e li vedo in cucina che accennano ambedue a passi di flamenco, rovesciando i bicchieri di spremuta ad ogni saltello.
Si riprende la visione con la gara di ballo più famosa d’Australia e qui l’attenzione dei bambini è assoluta; quando arrivano i nostri eroi con il loro “paso doble” appaiono chiaramente in vantaggio, ma il presidente della giuria, bieco personaggio che voleva far vincere un’altra coppia, toglie il collegamento musicale stoppando i ballerini. Urlo di Andrea "Cattivo, non è giusto!". Ma il pubblico inzia a battere ritmicamente le mani e i nostri eroi riprendono a ballare, cadenzando il ballo al suono degli applausi; Arianna balza in piedi, Urrah! e con Andrea partono in una danza liberatoria. Fine del film.
Le impressioni di Andrea sono di un film un po’ noioso, tranne i momenti di ballo e troppe parolacce (ne ha contate otto); Arianna ha molto apprezzato lo sforzo della ragazza per emergere dal suo stato di “comparsa” delle sale da ballo, arrivando a vincere il campionato senza nemmeno diventare bella. Aggiunge che nei film i cattivi non riescono mai a farcela con i loro inganni e si augura che anche nella vita sia così.
Perché deluderla?
* Si qualifichi!
Due parole sull'autore della settimana: Panflo
Mi chiamo panflo e sono cinedipendente. Lo sono da quando mio padre un giorno, vedendomi giocare con i soldatini di indiani e cowboys, mi disse "lo sai che esiste un posto dove stai seduto e vedi i tuoi soldatini che si muovono sul muro come se fossero veri?". Non ricordo l'età che avevo ma ricordo benissimo la circostanza; papà era schiavo dei film dei "cappelloni" sin da bambino: il suo eroe era Tom Mix.
Mi portò a vedere "Ombre Rosse" e anche per me iniziò una dipendenza che mi prese talmente forte negli anni successivi che prelevavo i soldini dalla "borsetta di mammà" per andare praticamente ogni pomeriggio al cinema, anziché dall'amico a studiare.
Quando a mia volta ebbi i figli c'era già la televisione e i lunedì sera c'era il rito del film: tutti e cinque emozionatissimi quando appariva la sigla cantata da Lucio Dalla. Poi per giorni si discuteva.
Finalmente nacquero le cassette e casa nostra diventò una bolgia: chi registrava una cosa, chi ne affittava un'altra, chi se la faceva prestare dall'amico. Tutte le sere si litigava durante la cena per scegliere il film; però, ormai adulti e sommersi dalla quantità, non si commentava più il film nei giorni successivi, se ne mettevano altri.
Il vizio comunque si era insinuato anche nei figli ed ora che sono a loro volta genitori automaticamente i loro figli si stanno contaminando. E io, dio mi perdoni, aiuto questi nipotini, appena posso, a nutrirsi di queste magiche alternative al grigiore della vita di tutti i giorni.
Sì, mi chiamo panflo, e sono cinedipendente.
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