Quando un post “chiama” un altro post.
Ho trattenuto il respiro leggendo del ricovero di Alain Delon sul post del semaforo della scorsa settimana, sono una sua fan dai tempi di Zorro, per poi adorarlo una volta più grandicella in “Rocco e i suoi fratelli”.
Per fortuna niente di grave per il settantanovenne francese, forti dolori alla schiena che lo hanno obbligato al letto e al riposo.
Il malore di Delon mi ha fatto riscoprire una sua lettera, anzi la sua unica lettera d'amore, scritta a Romy Schneider. La storia d'amore tra Delon e la Schneider risale alla fine degli anni '50, quando si conobbero sul set del film “L'amante pura”-1958.
Romy Schneider era bellissima e molto famosa per la serie di film su Sissi, mentre Alain Delon era altrettanto bello ma all'inizio della sua carriera, poco conosciuto.
La produzione del film volle che Delon andasse a ricevere la Schneider all'aereoporto con tanto di mazzo di fiori... non fu amore a prima vista. L'amore sbocciò durante le riprese, fu una storia passionale e intensa, anche se non li portò all'altare (troppo giovani e con una carriera tutta in salita, non potevano legarsi subito con un anello), vissero insieme per cinque lunghi anni.
Cosa rende unica una storia d'amore? Non la lunghezza o meno del rapporto, nemmeno il rito del matrimonio o i figli avuti. Come dice Alain Delon in una parte della sua lettera alla Schneider:
“.... E poi niente, nessun colpo di fulmine. Ma a Vienna, dove si girava il film, mi sono perdutamente innamorato di te. E tu ti sei innamorata di me. Mio Dio, come eravamo giovani, e come siamo stati felici. Abbiamo vissuto più di cinque anni l' uno accanto all'altra. Poi la nostra vita, che non riguarda nessuno se non noi, ci ha separati. Ma ci chiamavamo. Spesso. Sì, è esattamente questo: ci lanciavamo dei "richiami" .
Credo che una storia d'amore rimanga unica quando ci si continua a “chiamare”, a lanciare dei richiami per non perdersi mai. Subentrano altre storie, altri tradimenti, figli, felicità con altri... tutto “altro”, ma una sola rimane la storia d'amore della vita.
Romy Schneider disse in una intervista che Alain Delon rimaneva l'unica persona sulla quale poteva contare, l'unico che sarebbe accorso al suo primo richiamo, e in quell'occasione aggiunse che non aveva mai ricevuto lettere da Alain Delon, ma solo biglietti. La lasciò con un bigliettino, insieme ad un mazzo di fiori per l'esattezza.
E allora questa lettera? Questa meravigliosa lettera d'amore di Delon per Romy?
“Ti guardo dormire. Sono accanto a te, sei vestita di una lunga tunica nera e rossa, ricamata sul petto. Sono fiori, credo, ma non li guardo. Ti dico addio, il più lungo degli addii, mia Puppelé . È così che ti chiamavo, "Piccola bambola" in tedesco. Non guardo i fiori ma il tuo viso e penso che sei bella, e che forse non lo sei mai stata così tanto. Per la prima volta nella mia vita - e nella tua - ti vedo serena, in pace. Come sei calma, come sei bella. Sembra che una mano abbia dolcemente cancellato dal tuo viso tutte le angosce”
“Ti guardo dormire , dicono che sei morta. Penso a te, a me, a noi. Di che cosa sono colpevole? Ci si pone una domanda simile davanti una donna che si è amata e che si ama ancora”
“Ti guardo dormire . Ieri ancora eri viva. Era notte. Appena rientrati a casa hai detto a Laurent "va a dormire, vengo tra poco. Resto un po' con David ascoltando musica". Facevi così ogni sera... Volevi restare sola con il ricordo di tuo figlio morto, prima di andare a dormire”
“Non verrò in chiesa né al cimitero , ti chiedo perdono perché sai che non riuscirò a proteggerti dalla folla, da questo tormento così avido di "spettacolo" che ti faceva tremare. Verrò a trovarti il giorno dopo, e noi saremo soli. Mia Puppelé, ti guardo ancora e ancora. Voglio divorarti di sguardi. Riposati. Sono qui, vicino. Ho imparato un po' di tedesco, grazie a te. Ich liebe dich . Ti amo. Ti amo, mia Puppelé”.
Questa splendida lettera d'amore Romy Schneider non l'ha ricevuta da viva ma da morta, il 29 maggio del 1982. L'attrice tedesca non si riprese mai dalla tragedia della perdita di suo figlio David, rimasto infilzato nel cancello di casa (un cancello scavalcato decine di volte per gioco) solo qualche anno prima.
Alain Delon scrisse la lettera sul suo letto di morte, chiese di rimanere solo con lei per un'ultima volta, le scattò delle foto che porta sempre con sé e non andò al suo funerale. Il giorno seguente alla sepoltura rimase sulla sua tomba per molte ore.
La lettera d'amore di cui io ho pubblicato pochi frammenti, è stata pubblicata l'11 giugno dell'82 sul Paris Match con il titolo “Adieu ma Puppelé”.
Alain Delon ha avuto molte storie d'amore, matrimoni e figli con altre donne. Rapporti turbolenti che l'hanno visto subire un divorzio più di dieci anni fa dalla moglie Rosalie. Oggi è un uomo che convive con la depressione, qualche anno fa confessò di pensare spesso al suicidio, anzi a forzarsi di pensare spesso a non commetterlo.
Come accade alle persone molto sole si è legato moltissimo ai suoi cani, unici compagni della sua ultima parte di vita.
Una vita straordinaria.
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