Il semaforo nasce come momento di pura evasione. Non c’è critica né approfondimento ma solo la sana e consapevole libidine di ciarlare del nulla, di sfogarsi di seguito ad un’intensa settimana cinematografica fatta di uscite in sala, film in televisione, dichiarazioni sui giornali ed inevitabili polemiche. Ogni fine settimana film o personaggi saranno presi di mira o premiati per qualcosa che li riguarda. Il meccanismo è semplice: tre semafori rossi per qualcosa da bocciare, tre gialli per qualcosa che ci ha lasciati perplessi e tre verdi per qualcosa da premiare. In più, ai semafori potrebbero aggiungersi anche due pass speciali, uno positivo chiamato All Access e uno negativo denominato No Entry, concessi in via del tutto eccezionale a chi si è distinto notevolmente per un verso o per l’altro. Nello spazio commenti, chiunque può contribuire a dire la sua durante l’arco della settimana e vedere il weekend successivo la propria osservazione passare sotto i riflettori per un confronto più ampio.
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Sul Vulcano: Gianfranco Pannone porta fuori concorso a Locarno un documentario che ha per protagoniste tre persone comuni che vivono alle pendici del Vesuvio, un luogo ricco di miti, storia e tradizioni letterarie, che rappresenta anche il più grande pericolo per la città di Napoli. «La presenza di tante città ai suoi piedi, Napoli compresa, evidenzia anche una condizione inquietante: nell’hinterland napoletano c’è la più alta densità abitativa d’Europa. E, considerata la pericolosità del Vesuvio, che potrebbe esplodere da un momento all’altro, il livello di allerta è assai alto. Il Vesuvio è dentro i napoletani ma i più se ne sono dimenticati». Una buona occasione per parlare di un argomento ignorato spesso dai mass media e sottovalutato da chiunque.
Anime nere: Il film di Francesco Munzi sarà il primo dei tre italiani a mostrarsi al prossimo Festival di Venezia. La prima proiezione pubblica è fissata per il 29 agosto (Hungry Hearts si vedrà il 31 agosto mentre Il giovane favoloso il 1° settembre). Tanta la curiosità di vedere cosa abbia di particolare questo thriller calabrese, già definito di culto: «Ho girato nel paese che la letteratura giudiziaria e giornalistica stigmatizza come uno dei luoghi più mafiosi d'Italia, uno dei centri nevralgici della ‘ndrangheta calabrese: Africo. Quando raccontavo che avrei voluto girare lì, tutti mi dissuadevano dal farlo: troppo difficile la materia, troppo inaccessibile, troppo pericoloso. Era un film impossibile. Ho chiesto allo scrittore di Anime Nere, da cui il film è liberamente tratto, Gioacchino Criaco, di aiutarmi. Africo ha avuto una storia di criminalità molto dura che però può aiutare a comprendere tante cose del nostro paese. Da Africo si può vedere meglio l’Italia», assicura il regista.
Alain Delon: Facciamo gli auguri a uno degli attori francesi più celebri al mondo. Il seduttore per eccellenza, a 78 anni, è stato ricoverato d'urgenza in ospedale nei giorni scorsi a causa di seri problemi alla schiena. Seppur lontano dalle scene da un bel po' per sua scelta, ci piacerebbe rivedere l'indimenticabile Roch Siffredi (il personaggio interpretato in Borsalino) nuovamente in azione e in piedi.
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Melanie Griffith: Ospite al festival di Locarno, grazie al corto Thirst di Rachel McDonald, l'attrice (deturpata dalla chirurgia plastica) si dichiara pronta a ritornare al lavoro e nei giri che contano dopo i recenti problemi legati all'alcol e al divorzio da Antonio Banderas. Ce lo auguriamo per lei: rischia seriamente di essere ricordata in futuro solo per essere stata l'ex moglie di Don Johnson e di Banderas, la figlia di Tippi Hendren e la madre di Dakota Johnson (prossima protagonista di 50 sfumature di grigio).
Thirst (2014): Melanie Griffith, Michael Bofshever
Lucy: Il film di Luc Besson ha aperto con successo il festival di Locarno. Plauso di critica e stampa ma pubblico deluso: Scarlett Johansson ha disertato la rassegna non si sa per quali motivi. Non erano abbastanza i soldi offerti o non ha trovato la sua solita stanza d'albergo ricoperta di petali di rose? Si racconta che l'anno scorso a Venezia l'attrice fece impazzire con le sue bizzose richieste l'ufficio stampa italiano del suo Under the Skin.
Marilyn Burns: Tutti la ricordano come la Scream Queen del cinema horror americano degli anni Settanta. La Sally Hardesty di Non aprite quella porta se n'è andata qualche giorno fa a soli 64 anni nel silenzio e nel mistero più assoluto. Ritrovata senza vita nel bagno della sua abitazione, non si conoscono ancora le cause del decesso.
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Roman Polanski: Il maestro colpisce ancora una volta. Chiamato per una lezione al festival di Locarno, con la sua presenza ha scatenato l'ennesimo e furioso dibattito legato all'opportunità della sua presenza. Parte della stampa accreditata al festival e un partito cattolico svizzero hanno infatti richiesto che venga ritirato l'invito e che si faccia prevalere la giustizia. Il motivo? Sempre lo stesso: lo stupro 37 anni fa ai danni dell'allora adolescente Samantha Greimer.
Sin City - Una donna per cui uccidere: Questa volta il film di Robert Rodriguez e Frank Miller non ha colpa. Il demerito è della solita stampa cinematografica, sempre più disinformata e disattenta, che per promuovere l'opera (i press junkets si sono svolti questa settimana e Jessica Alba e Eva Green si sono dimostrate disponibilissime a lunghe interviste telefoniche) ha deciso di puntare su un solo aspetto: il sesso e la sensualità delle protagoniste. Nessuno che si sia interessato o che abbia approfondito le quattro storie (due note e due inedite) raccontate nell'opera.
Io vengo ogni giorno: Beato te, verrebbe da aggiungere. Peccato che non sia l'affermazione di un amico che millanta le sue abitudini ma il titolo italiano scelto per la commedia adolescenziale Premature. Niente di cui stupirci, però: il claim originale del film (visibile anche nel poster americano) recitava Cumming soon, ovvero 'venendo presto', in tema con l'eiaculazione precoce del giovane protagonista. Da qui, si può solo risalire. Forse.
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George Clooney: E Georgino si sposa. Finalmente. Per la seconda volta. E con un'avvocatessa. Le nozze tra il (chiacchierato) sex symbol di Hollywood e Amal Alamuddin si svolgeranno su quel ramo del lago di Como a Laglio il prossimo settembre. Curioso che nello stesso mese si sposi anche Elisabetta Canalis, ex storica dell'attore. Al futuro sposo, auguri e... figli maschi (anche se ne dubitiamo fortemente).
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La ragazza del dipinto: Per una volta, rompiamo le etichette di fair play e parliamo di concorrenti. Un noto sito italiano di cinema, quello dei MieiFilm, dipinge il film storico-biografico di Amma Assante come la biografia della CANTANTE Dido Elizabeth Belle. Seriously? A noi risulta che la cantante Dido non sia vissuta nel 18° secolo, che non sia di colore e che, soprattutto, si chiami Dido Florian Cloud de Bounevialle O'Malley Armstrong. Quando si dice disinformazione... del resto, se non copiano, non sanno cavare un ragno da un buco. I want to be a hunter again...
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