Il semaforo nasce come momento di pura evasione. Non c’è critica né approfondimento ma solo la sana e consapevole libidine di ciarlare del nulla, di sfogarsi di seguito ad un’intensa settimana cinematografica fatta di uscite in sala, film in televisione, dichiarazioni sui giornali ed inevitabili polemiche. Ogni fine settimana film o personaggi saranno presi di mira o premiati per qualcosa che li riguarda. Il meccanismo è semplice: tre semafori rossi per qualcosa da bocciare, tre gialli per qualcosa che ci ha lasciati perplessi e tre verdi per qualcosa da premiare. In più, ai semafori potrebbero aggiungersi anche due pass speciali, uno positivo chiamato All Access e uno negativo denominato No Entry, concessi in via del tutto eccezionale a chi si è distinto notevolmente per un verso o per l’altro. Nello spazio commenti, chiunque può contribuire a dire la sua durante l’arco della settimana e vedere il weekend successivo la propria osservazione passare sotto i riflettori per un confronto più ampio.
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La vita oscena: Il film di Renato De Maria, tratto dal romanzo di Aldo Nove e selezionato in concorso a Venezia nella sezione Orizzonti, promette di scuotere lo spettatore annoiato dei festival. Del cast, oltre ai protagonisti Clement Metayer (apprezzato in Qualcosa nell’aria di Assayas) e Isabella Ferrari, fa parte anche Vittoria Schisano (nei panni quasi realistici di una transessuale). Cogliamo l’occasione per far gli auguri a Vittoria: nata Giuseppe e protagonista dello scult Canepazzo, Vittoria è pronta a una nuova vita e a una nuova carriera (la vedremo a settembre anche in Take Five di Guido Lombardi) dopo l'intervento di cambio sesso che tanto ha fatto discutere.
She’s Funny That Way: Peter Bogdanovich ritorna dopo un decennio alla regia di un nuovo film. Commedia omaggio a Lubitsch scelta fuori concorso a Venezia, il film ha il suo punto di forza in Jennifer Aniston, finalmente passata al cinema d’autore dopo tante (insulse) commedie. Vedremo il film in Italia distribuito da Leone Group.
Burying the Ex: Altro gradito ritorno alla regia è quello di Joe Dante, a quattro anni di distanza da The Hole. Finanziato tramite crowdfunding, il nuovo horror del regista farà la sua apparizione nel Fuori concorso della Biennale. La storia, una commedia con sfumature horror, promette più di un balzo sulla sedia e gioca sul più classico dei triangoli da paura: lui, lei e la zombie.
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Perez.: Tanto spinse che ce la fece. È quanto fatto da Medusa per essere presente al Festival di Venezia, seppure nella sezione Fuori Concorso. L’opera seconda di Edoardo De Angelis, prodotta e interpretata daLuca Zingaretti, sbarca al Lido e punta sull’attenzione mediatica che richiama Marco D’Amore, appena reduce dal successo della serie tv Gomorra. Il rischio è che D’Amore rimanga però intrappolato dalla “camorra” cinematografica.
Nymphomaniac: Berlino ha ospitato l’uncut version del primo capitolo. Venezia ospiterà Fuori Concorso quella del secondo. Si promette un’ora in più di sculacciate e genitali in primo piano. A chi giova tale operazione bisogna ancora capirlo.
Cymbeline: Rischia di passare inosservata persino ai media americani, la presenza in Orizzonti del nuovo film di Michael Almeyda, regista poco noto dalle nostre parti. Rilettura moderna e brutale del Cimbelino di Shakespeare, il film punta su un cast poco scontato (da Milla Jovovich a Ed Harris) e su un montaggio frenetico, che piacerebbe a Quentin Tarantino.
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Interstellar: Tutti attendevano la presenza del nuovo lavoro di Christopher Nolan in qualche festival autunnale. Toronto, Telluride, New York e Venezia, avrebbero fatto di tutto per accaparrarselo ma la risposta della Paramount (che distribuisce il film negli Usa) è stata perentoria: nessun festival s’ha da fare. A sdoganare il film saranno direttamente le sale.
Knight of Cups: Il mistero continua ad avvolgere la nuova fatica di Terrence Malick. Nonostante la proverbiale maniacalità con cui il regista si dedica al montaggio, la Adler (che distribuisce il film in Italia) parla di un’uscita autunnale. I dubbi, però, continuano a persistere: a cosa si deve la sua assenza da Venezia? Secondo indiscrezioni, Barbera sembra non avere nemmeno considerato l’ipotesi di portarlo a Venezia dopo la deludente accoglienza di To the Wonder due anni fa.
Your Right Mind: L’opera seconda di Ami Mann sarà presentata nella sezione Orizzonti del Festival di Venezia. Quello che a prima vista sembra un declassamento (Le paludi della morte trovò posto in Concorso) ha invece tutto il sapore del favore da espletare a tutti i costi. C’è da capire cosa debba Barbera a Michael, prestigioso padre di Ami. Mistero.
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Tre cuori: Spesso leggendo la line up di Cannes si urla al patriottismo dei francesi, abili nel piazzare sempre almeno quattro loro film in competizione. Stupore, quindi, è la sensazione provata di fronte alla lista dei titoli in concorso a Venezia: anche qui, ben quattro film (senza contare gli altri quattro titoli in coproduzione). Che la loro cinematografia sia per davvero più viva della nostra?
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Fra Biagio: il nuovo lavoro di Pasquale Scimeca, dedicato alla figura palermitana di Biagio Conte, era stato scelto da Barbera per la sezione Orizzonti. A due giorni dall’annuncio ufficiale, il regista è stato però costretto a ritirare il film e a rinunciare all’importante vetrina. Il motivo? Servono fondi per completare la post-produzione. Ritornerebbero utili i 160 mila euro (un terzo del costo complessivo) promessi dalla Regione Sicilia ma mai arrivati (si dice per “intoppi burocratici”). Solite storie all’italiana.
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