“Un pezzo, un culo... un pezzo, un culo... un pezzo, un culo...”
Occhi bassi, concentrazione, movimenti sincronizzati... e pedalare... andare... non fermarsi... continuare....
Lulù Massa entra a lavoro, insieme agli altri suoi colleghi, con i loro occhi velenosi puntati addosso.
“Vi spezzo la spina dorsale, vi distruggo”...pensa Lulù, digrignando tra i denti le maledizioni e le bestemmie.
“Morirai solo”, “leccaculo”, “faccia di merda”...sono solo alcuni dei saluti che i colleghi gli rivolgono, ma Lulù è già sul suo pezzo, concentrato: “
”....
Le mani sporche si muovono velocemente, il pensiero lavorativo del cottimista è ingranato, e il pezzo scivola via insieme al culo tanto sognato da Lulù... Un culo fatto di acciaio, che esce fuori dagli ingranaggi, gira tutto intorno alla testa di Lulù... e il dito rimane dentro la macchina, per sempre, come una mutazione inarrestabile, Lulù e la macchina si appartengono ora, il sangue scivola dalle arterie meccaniche. La consapevolezza di essere diventato una macchina, di essere una macchina rotta fa alzare gli occhi a Lulù, e si accorge che fuori le ore e la vita trascorrono senza di lui, che il manicomio non è quello dove sta il su amico Militina, ma è la fabbrica .
“...io sono una macchina, io sono una puleggia, io sono un bullone, io sono una vite, io sono una cinta di trasmissione, io sono una pompa... e la pompa si è rotta... non va più... e non c'è più verso di aggiustare la pompa...”
E' uno sciopero amaro quello di Lulù, dettato dalla consapevolezza di essere diventato un macchina rotta, il pezzo e il culo si sono fusi insieme nella sua testa, creando un prodotto che non servirà e non comprerà nessuno.
Lavorerà ancora Lulù, in una catena senza fine, fatta di compagni e acciaio, una catena ininterrotta che porta fino in paradiso... Un paradiso fatto di “pezzi e culi”, dove “macchina+attenzione=produzione” è l'unico comandamento da osservare...
Tenere lo sguardo basso senza sperare di poter ambire ad una vita fatta di ore del giorno, il tempo viene scandito dai pezzi prodotti, e i sogni di Lulù verranno raccontati e inghiottiti dal rumore della fabbrica che ormai, fusa insieme alla vita degli operai, impara anche lei a sognare.
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