Da sempre FilmTv.it ha lasciato aperta una finestra speciale per il cinema indipendente, quello meno visibile, che ha bisogno di canali differenti dai soliti per farsi notare. Personalmente sono “inciampata” spesso e volentieri su titoli di film e nomi di registi che mi hanno riservato piacevoli sorprese una volta conosciuti meglio. La mia curiosità qui dentro (e non solo) è conosciuta, e sono felice oggi di condividere con il sito una piacevole chiacchierata che ho avuto con uno dei registi più promettenti di questo ultimo periodo: Patrizio Gioffredi.
Patrizio Gioffredi fa parte di un collettivo cinematografico di Prato, nato da qualche anno ha al suo attivo già due film, di cui l'ultimo, “Sogni di gloria”-2013 ha vinto il Roma Indipendent Film Festival di quest'anno.
La mia passione per il cinema è tanta, e aumenta sempre di più quando ho la possibilità di incrociare chi ha scelto proprio il cinema per vivere e per raccontare storie.
Patrizio Gioffredi, avrò il piacere di incontrarlo insieme ad altri membri del collettivo John Snellinberg, venerdì 30 maggio al Cinema Olimpia di Margine Coperta (PT), per la presentazione e la visione del film “Sogni di gloria”.
1)Prato è sempre stata una piazza ricca per il cinema italiano, un terreno fertile di idee, quindi non mi stupisce che proprio a Prato sia nato un collettivo che operasse nel cinema. La mia curiosità nasce per le modalità che hanno portato dei ragazzi a riunirsi per fare questo tipo di esperienza in maniera indipendente: chi è realmente John Snellinberg? Quando è nato?
Fondamentalmente siamo un gruppo di cinefili, abbiamo tutti studiato all’Università di Bologna e di Firenze e siamo amanti del cinema d’autore rigoroso e dei b-movies più trucidi. Prima di tutto siamo amici, che frequentano i soliti locali, cineclub e condividono la passione per il cinema e la musica. Abbiamo visto tantissimi film, e dopo un po' ci è venuto naturale passare dalla visione alla produzione di storie. Invece di recarci individualmente nella capitale per cercare fortuna, ci siamo messi in gioco tutti insieme nella nostra città. A Prato da sempre si respira aria di cinema tra i volti e le vie della città. “Snellinberg” è nato nel 2002 ma ci siamo costituiti come associazione nel 2008, quando abbiamo prodotto il nostro primo lungometraggio, “La banda del brasiliano”.
2) Con il vostro primo lungometraggio “La banda del brasiliano”, vi siete ispirati al genere poliziottesco italiano anni '70. Con “Sogni di gloria” alla commedia italiana a episodi sempre di quel periodo. Cosa c'è nel cinema anni '70 -così detto di serie “b”- che tanto vi affascina e vi ispira?
Il cinema italiano di quegli anni era ricco di idee, ha inventato dei veri e propri generi cinematografici. Sia nel primo film che nel secondo, abbiamo cercato di confrontarci con la malinconia tipica delle commedie all'italiana, dove si rideva ma con il magone in gola. Vogliamo fare un cinema popolare italiano che si contamini con più generi. Film accessibili ma stimolanti, che facciano riflettere su tematiche attuali, comuni alla vita di oggi. Tipico poi della cinematografia toscana è proprio quella risata amara e malinconica di film come “Berlinguer ti voglio bene” (con il quale qui a Prato siamo cresciuti un po' tutti), oppure del grande Monicelli. Ecco, se abbiamo un rapporto col “vintage” è di natura malinconica.
3) Dopo il genere poliziottesco, dopo la commedia... vi cimenterete in altri generi che hanno reso grande il nostro cinema italiano negli anni d'oro? Penso ovviamente all'horror e al giallo, generi ai quali sono molto (ma molto) legata.
In effetti abbiamo già dei soggetti pronti, tra cui un horror. Un horror politico, alla Carpenter, marxista, sui vampiri nelle fabbriche pratesi.
Vi prego fatelo!
Sì, sì... è un progetto reale, insieme ad una commedia-musical stile Hollywood
Bello, ma propendo decisamente più per i vampiri nelle fabbriche pratesi!
(si ride e si fanno battute parecchio alla “toscana maniera”, per intendersi) ...Comunque, in ogni caso, vogliamo mantenere sempre un legame con la realtà, non fare prodotti di nicchia per cinefili ma neppure cose ammiccanti e ruffiane. Qualcosa che porti chi vede il film a divertirsi, riflettere e in qualche modo riconoscersi nella storia.
4) In “Sogni di gloria” recitano due attori che amo moltissimo: Carlo Monni e Giorgio Colangeli. Due attori caratteristi importanti e in alcuni casi fondamentali per la riuscita di molti film. Com'è stato lavorare con due grandi attori di esperienza come loro?
Carlo Monni abbiamo avuto la fortuna di incrociarlo con il nostro primo film, nel quale faceva il coprotagonista nel ruolo del commissario Brozzi. Ma per “Sogni di gloria” abbiamo scritto il personaggio pensando proprio a lui. Monni ha letto il copione e si è subito reso disponibile con entusiasmo. E’ stato fondamentale per la nostra crescita artistica e una volta conosciuto anche per quella umana. In questo ultimo film ha dato il meglio di sé, pur di averlo abbiamo aspettato che finisse le riprese all'isola d'Elba dove stava girando per una fiction televisiva. Gli piaceva stare sul nostro set, ci diceva che aveva ritrovato quel clima divertente e piacevole che aveva perso ultimamente con il cinema. Gli piaceva anche perché tra gli attori non c’erano “le solite facce borghesi”.
Anche per la parte dell'Avvocato, suo rivale nella storia, avevamo pensato ad un attore professionista e di esperienza. Abbiamo fatto leggere la sceneggiatura a Giorgio Colangeli, che l'ha molto apprezzata, soprattutto per i dialoghi. Con lui abbiamo lavorato due giorni, insieme a Carlo, e devo dire che c'è stata subito un'intesa perfetta, una bellissima armonia. Colangeli è un attore che ha tanto da dare e da insegnare, uno dei più grandi attori italiani, con una grossa carica umana, siamo stati fortunati a lavorare con due attori così.
5) Un pensiero per Carlo Monni, attore amatissimo in Toscana e non solo. Il film è uscito dopo la sua scomparsa, secondo te questo può in qualche modo “influenzare” l'apporto emotivo per il pubblico toscano che andrà a vedere il film?
Col Monni avremmo voluto girare molti altri film. Posso dire che in qualche modo ci ha tenuto a “battesimo” e ci ha voluto bene, ha creduto in noi e nei nostri progetti. Per noi lui era un mito, Bozzone a vita (indimenticabile Bozzone-Carlo Monni in “Berlinguer ti voglio bene). Ricordo ancora la nostra prima passeggiata con lui al parco delle Cascine di Firenze, la sua base, una sorta di ufficio a cielo aperto, mentre si discuteva del primo copione. Ci mancherà molto e penso che inevitabilmente la sua scomparsa darà al film,che già aveva di suo tratti melodrammatici e sentimentalmente forti, un sapore diverso. La gente ha voglia di vederlo sul grande schermo, e ridere e commuoversi con lui. L'affetto che il Monni riceveva (e riceve ancora oggi) dal suo pubblico è fuori dal comune.
6) Più che nelle grandi produzioni cinematografiche (anche molto premiate e acclamate), è nel “piccolo” cinema indipendente che sto notando delle idee veramente originali, un nuovo spirito creativo. Sinceramente, dimmelo in un orecchio: quanto costa in energie e denaro fare un buon film senza una grossa produzione alle spalle? E quanto è difficile distribuirlo?
Il primo film l'abbiamo girato con pochissimi soldi e non aveva nessuna casa di distribuzione. E' stato accolto molto bene dal pubblico e questo ci ha permesso di farci conoscere. Per “Sogni di gloria” abbiamo avuto un budget poco più alto, ma siamo riusciti ad ottenere un’uscita nelle sale cinematografiche grazie alla CG HomeVideo, che ha creduto nel progetto e sta facendo un ottimo lavoro di promozione. Per un film così piccolo comunque rimane decisivo il buon e caro “passaparola” ed è il film fino ad oggi è stato accolto molto bene, non solo in Toscana ma anche a Roma, Milano e a Bologna dove è stato proiettato. Il cinema indipendente è sicuramente più libero e creativo, non ci sono paletti da rispettare o regole imposte. “Sogni di Gloria” è anarchico e autarchico come “La Banda del Brasiliano”, forse persino più “libero” perché oggi siamo più “capaci” di fare film.
D'altro canto ci sono tutti i limiti della produzione “fai da te”. “Sogni di gloria” è nato nel 2011 e la fortuna produttiva di questo film è che era stato concepito in due episodi. Così nel 2011 abbiamo girato il primo, nel 2013 il secondo e nel mezzo abbiamo cercato i fondi per produrci con videoclip e cortometraggi.
Con “Sogni di gloria” abbiamo vinto il primo premio come miglior film italiano al RIFF di Roma ( Roma Indipendent Film Festival) (ex aequo con “Ci vorrebbe un miracolo” di Davide Minnella), e ancora il primo premio come miglior film e miglior montaggio al World Fest international di Huston, quindi ci possiamo ritenere davvero soddisfatti.
Come vi gestite il lavoro nel collettivo John Snellinberg? Mi immagino discussioni,
confusione, sale fumose... scherzi a parte, credo che ci debba essere molta organizzazione.
Ovviamente ognuno ha il suo ruolo, non potrebbe essere altrimenti. Siamo in dieci ed abbiamo la fortuna che all’interno del gruppo ognuno sa fare qualcosa: chi è un fotografo, chi sa scrivere, chi sa recitare... (anche suonare e cantare, perché John Snellinberg si occupa anche di musica). Ma la creazione di un soggetto nasce proprio dalla discussione e dalla condivisione di idee, voglia di fare e raccontare.
Poi sul set tutto assume una atmosfera folle, da pazzi... è così su ogni set, ma sui nostri c’è sempre armonia e puoi vedere il protagonista del primo film, Gabriele Pini che fa il runner o l’attrezzista sul set del secondo.
Ad eccezione di un paio di Snellinberg facciamo altri lavori e produciamo film nel nostro tempo libero, investendo ferie, risparmi e competenze... ma non ti nego che è una cosa che vorremmo fare veramente nella vita. Sono i nostri sogni di gloria.
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