Il successo della trilogia sul cavaliere oscuro spinge la Warner bros. a proseguire sulla strada dei cinecomics: proprio mentre la trilogia di Christopher Nolan volgeva al termine, la casa di produzione americana aveva lanciato il nuovo personaggio di Lanterna verde (Martin Campbell, 2011): nonostante il cospicuo budget impiegato, il film, dalla flebile sceneggiatura ed un battage pubblicitario schiacciato dagli investimenti della concorrenza, è un fiasco al box-office che ne scoraggerà eventuali sequel o reboot (per ora!). Oltre ai "cavalieri di smeraldo", un altro supereroe verde viene lanciato nello stesso periodo, con incassi decisamente superiori al concorrente, ma con una critica ugualmente spietata: si tratta di The Green Hornet, o Il calabrone verde (Michel Gondry, 2011).
Ma la DC comics ha ancora un bel po’ di verdoni da investire; la casa inglobata – cinematograficamente – dalla Time Warner presenta il reboot di Superman, col titolo L’uomo d’acciaio (Zack Snyder, 2013), un’operazione costosa con lo specialista David S. Goyer (sempre lui) alla sceneggiatura; Goyer, dopo aver contribuito alla trilogia di Nolan su Batman, ha pressoché credito illimitato, per cui dichiara apertamente di voler modernizzare la figura di Superman così come fatto per l’uomo pipistrello qualche tempo prima. Il film però riceve critiche piuttosto tiepide, nonostante incassi soddisfacenti: nemmeno il secondo (tentato) filone su Superman (dopo Superman returns) ha successo, segno che l’archetipo del duo Donner-Reeve è ancora il metro di valutazione (insuperato) con cui impietosamente confrontarsi...
L’altra metà del cielo dei cinecomics, la Marvel, incassato il colpo “Cavaliere Oscuro”, approfitta dei mezzi passi falsi successivie della concorrenza e, nonostante un’iniziale incertezza in merito al proseguire o meno la strada percorsa da Raimi – per un periodo di parlò di uno Spider-man 4 - taglia la testa al toro (viste anche le numerose divergenze artistiche e professionali nate in merito al lavoro di Raimi) e affida a James Vanderbilt la sceneggiatura di The Amazing Spider Man (Marc Webb, 2012), che sbanca i botteghini grazie soprattutto ad un cast di attori bravi ed emergenti (Andrew Garfield e Emma Stone), ma soprattutto ad un “effetto batman” che ancora si sente nel settore cinecomics…
Ma il capolavoro, annunciato, studiato, progettato e con una lunga e complessa programmazione alle spalle, la casa di produzione Marvel lo raggiunge successivamente con The Avengers (2012), un film talmente importante per gli equilibri di mercato che della regia viene incaricato addirittura un fumettista con anni di esperienza alla Marvel, Joss Whedon. Il successo è assicurato, non solo al box-office, ma soprattutto sul piano “editoriale”: se è vero infatti che dopo questo film tutti gli eroi riprenderanno a vivere sul grande schermo secondo il proprio consolidato filone narrativo, è altrettanto vero che questo crossover modificherà tutti gli script dei prossimi film sugli eroi protagonisti di “The Avengers”, a partire da Iron man 3 (Shane Black, 2013), capitolo conclusivo, attesissimo vista la popolarità di Stark-Downey Jr. e la sostanziale buona fattura dei primi due capitoli, ma tuttavia da considerarsi poco riuscito.
Seguiranno un altro film sui mutanti, Wolverine - L’immortale (James Mangold, 2013), secondo dedicato al personaggio interpretato a Hugh Jackman, sesto della serie anche in ordine cronologico e Thor: The dark world (Alan Taylor, 2013), largamente infedele all’originario fumettistico ma capace di assurgere allo scopo prefissatosi, e, quasi inosservato tra i colossi del genere, Kick-Ass 2 (Jeff Wadlow, 2013).
È storia recente, infine, il secondo capitolo della saga su Capitan America (Captain American – The winter soldier, Antony e Joe Russo) uscito a fine marzo, mentre ancora più attuale The Amazing Spider Man 2 – Il potere di Electro (Marc Webb, 2014), parte integrante di un progetto molto più ampio che pare non si fermi alla classica trilogia, con addirittura un paio di interessanti spin-off in cantiere (protagonisti Venom e i Sinistri Sei) con cui si allargherà il punto di vista “Columbia” sull’uomo ragno, nonché la grande famiglia dei supereroi fumettistici che hanno invaso il grande schermo.
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