Il cinema italiano ha insegnato che si può essere grande anche con attori non professionisti.
Il neorealismo spiazzò la critica mondiale quando utilizzando “gente di strada”, tra le rovine e le miserie della seconda guerra mondiale, riuscì a creare capolavori senza precedenti.
Da quel grande cinema sono usciti volti divenuti poi familiari, caratteristi di tutto un genere legato molto alla commedia o al drammatico popolare.
Non farò la solita nostalgica e voglio dedicare una piccola serie di post ai volti di oggi che arricchiscono tanto il cinema italiano, attori di livello che con piccoli ma decisivi ruoli danno grande prova di talento e che hanno raccolto l'eredità importante lasciata da molti attori del passato.
Lucia Sardo.
Lucia Sardo è una delle mie attrici preferite. Non bella secondo i canoni omologati alle misure 60-90-60: alta, formosa e magra, ma di una bellezza tutta siciliana, fatta di espressioni, occhiate, intese, forme generose.
E' riuscita a imporsi subito nella mia classifica personale di preferenze con “Le buttane”-1993 di Aurelio Grimaldi.
Un volto spigoloso il suo, con due occhi penetranti che riuscivano a bucare lo schermo. Il fisico meridionale, le sue forme materne e i suoi lunghi capelli mi hanno sempre colpita per quanto potesse risultare femminile nonostante non rientrasse tra “le bellissime” dei cast degli anni '90.
Proprio per le caratteristiche fisiche che ho elencato, la Sardo ha rappresentato sempre (almeno nei primi ruoli cinematografici) la ribelle, la forte, la tenace.
Molto teatro (ancora oggi Lucia Sardo recita in teatro e tiene un laboratorio teatrale a Catania) e primi ruoli nel cinema per tutti gli anni '90 (grazie soprattutto ad Alberto Grimaldi e Aurelio Grimaldi), sarà però con “I cento passi”-2000 di Marco Tullio Giordana che la brava attrice troverà il meritato successo, nella stupenda interpretazione di mamma Felicia, la madre di Peppino Impastato. Un ruolo che la portò a conoscere la vera protagonista che interpretava, un incontro che la segnò per sempre.
Tra le due donne nacque una intesa e una amicizia profonda, Lucia Sardo entrò talmente nel suo ruolo che promise alla vera Felicia di continuare a raccontare la storia di Peppino per non farlo dimenticare. Per questo da anni l'attrice siciliana porta sui palcoscenici dei teatri italiani e nelle scuole lo spettacolo “La madre dei ragazzi” (scritto e interpretato da lei stessa), dove veste ancora il ruolo di Felicia e può così mantenere la promessa fatta alla madre di Peppino Impastato: non fare dimenticare.
(“Cosa Nostra si batte con la cultura, non con le pistole”, Felicia Impastato)
Il volto di Lucia Sardo torna via via, sempre più spesso per fortuna, nei film e nelle serie televisive. Spesso nei ruoli di mamma meridionale, splendida quando può parlare il dialetto siciliano (l'ho rivista ultimamente ne “La siciliana ribelle”-2008 di Marco Amenta).
Ma anche irriconoscibile in ruoli comici come nella divertente commedia "Ma che colpa ne abbiamo noi"-2002 di Carlo Verdone, in cui Lucia Sardo interpreta una biondissima “Gabriella” donna di mezza età in piena crisi esistenziale e in cerca di “amori occasionali”.
Due film con un regista “anomalo”, Franco Battiato: "Musikanten"-2005 e "Perduto amor"-2003 e tanta, ma tanta televisione e un divertente e originale programma culinario “Masseria Sciarra” in cui la Sardo interpreta Addolorata moglie di Santo (Santo Pennisi), insieme preparano piatti tipici siciliani all'interno di un agriturismo siculo.
Insomma, anche se la carriera di Lucia Sardo è ricca di tanti personaggi, dal suo entusiasmo e dalle sue prove professionali, ne esce una attrice ancora e ancora in crescita, in uscita in questi giorni “Più buio di mezzanotte”-2014 di Sebastiano Riso.
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