Il semaforo nasce come momento di pura evasione. Non c’è critica né approfondimento ma solo la sana e consapevole libidine di ciarlare del nulla, di sfogarsi di seguito ad un’intensa settimana cinematografica fatta di uscite in sala, film in televisione, dichiarazioni sui giornali ed inevitabili polemiche. Ogni fine settimana film o personaggi saranno presi di mira o premiati per qualcosa che li riguarda. Il meccanismo è semplice: tre semafori rossi per qualcosa da bocciare, tre gialli per qualcosa che ci ha lasciati perplessi e tre verdi per qualcosa da premiare. In più, ai semafori potrebbero aggiungersi anche due pass speciali, uno positivo chiamato All Access e uno negativo denominato No Entry, concessi in via del tutto eccezionale a chi si è distinto notevolmente per un verso o per l’altro. Nello spazio commenti, chiunque può contribuire a dire la sua durante l’arco della settimana e vedere il weekend successivo la propria osservazione passare sotto i riflettori per un confronto più ampio.
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PARKER: Torna a ruggire al cinema dopo ben tre anni di assenza Taylor Hackford, regista di cui troppo spesso ci si dimentica. Autore con la A maiuscola, il marito di Helen Mirren sbarca nei cinema italiani con un solido thriller d’azione che, pur peccando in qualche punto, appassiona e tiene incollati alla poltrona. Merito del romanzo di Donald E. Westlake da cui è tratto e di un cast per niente scontato: Jason Statham, Nick Nolte, Michael Chiklis e il lato b di Jennifer Lopez. Il titolo, inoltre, ci consente di dare il benvenuto a Indie Pictures, nuovo distributore che esordisce nel panorama italiano con una line-up tutt’altro che banale.
THE ENGLISH TEACHER: Basta la sola presenza di Julianne Moore, la rossa più rossa di Hollywood, a far brillare un’opera non certamente imperdibile. L’uscita del film di Craig Zisk ci permette di vedere il ruolo dell’insegnante da una prospettiva totalmente differente da quella a cui siamo abituati e questo è il suo maggior punto di forza. A proposito della Moore, lanciatissima in questo periodo, verrebbe voglia di sapere da Teodora Film quando si decideranno a far uscire What Maisie Knew.
PADRE VOSTRO: In arrivo la prossima settimana, la commedia del croato Vinko Bresan (vero cult in patria) non passerà inosservata a causa del presupposto da cui parte: un prete che facilita le nascite bucando i preservativi. Strano che ancora nessuno in Vaticano, in commissione censura o all’Osservatorio per i minori, abbia protestato. Si attendono sviluppi e polemiche.
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PRINCIPESSA MONONOKE: L’uscita in sala del lungometraggio del 1997 del maestro dell’animazione Hayao Miyazaki non può non far piacere. Quello che irrita è però la scelta di continuare a procrastinare l’uscita di Si alza il vento, fissata ora come evento (leggasi “un solo giorno in sala”) per settembre 2014, a un anno esatto dalla sua presentazione a Venezia. E molto tempo dopo averne acquistato un dvd estero o averlo visto in streaming su qualche sperduto sito pirata. Come sempre, lungimiranti i nostri distributori.
LOVELACE: Non è la stagione dei biopic. Con buona pace di sceneggiatori e registi, è meglio lasciar perdere quando non si hanno le idee chiare. Il quinto potere, Jobs, Tracks, in parte Parkland e ora questo Lovelace dimostrano che non tutti si è dei Ron Howard (il suo Rush è l’unico che si salva). Premiamo però la faccia tosta di Rob Epstein e Jeffrey Friedman, capaci di confrontarsi con un’icona porno senza mostrare nulla di...porno, se non un'invecchiatissima Sharon Stone.
LA STIRPE DEL MALE: Ecco l’ennesimo horror citazionista, che può piacere a molti. Premettendo che anche in Usa è stato un clamoroso flop nonostante una campagna di lancio originale, ci si chiede che motivo c’era di pescare a mani basse da Rosemary’s Baby nel momento in cui anche una serie tv si appresta a parlar di gravidanze demoniache.
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SEX – UNA COMMEDIA SENTIMENTALMENTE SCORRETTA: La commedia spagnola arriva in sala con ben 4 anni di ritardo e alla chetichella nella stessa settimana in cui esce anche Sexy Shop. I due film con pretese ammiccanti rimandano alla parola “sesso” nel titolo. Peccato che sia solo uno specchietto per le allodole, dato che il tanto promesso sesso nelle storie è più un pretesto che un elemento fondamentale della narrazione. Furbi.
DEVIL’S KNOT: Notorious Pictures porta in sala il penultimo film di Atom Egoyan, dedicato a un famoso caso giudiziario statunitense. Lodevole che un film di Egoyan (prossimamente intervistato su queste pagine per The Captive, in concorso a Cannes) esca anche da noi, meno lodevole invece la poca preparazione che gli spettatori hanno sulla vicenda. Non sarebbe stato il caso di recuperare il bellissimo West of Memphis, diretto da Amy Berg e prodotto da Peter Jackson con le musiche di Eddie Vedder?
FRANCES HA: Aiuto! È scomparso dai listini e dalle uscite la deliziosa opera “indipendente” di Noah Baumbach, scritta ed interpretata da Greta Gerwig. Che fine ha fatto? Cercasi qualcuno che ci illumini, prima di prendere contatto con la redazione di Chi l’ha visto?.
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INCOMPRESA: Lodi, lodi, lodi, come direbbe il sempre buono all’occorrenza Michele Guardì. Memori delle esperienze passate e dei flop rimediati, i nostri distributori hanno deciso di portare subito in sala i titoli italiani presenti a Cannes. E così usciranno il 15 maggio Più buio di mezzanotte, il 22 Le meraviglie e il 5 giugno Incompresa. Plauso all’Istituto Luce, Bim Distribuzione (da cui però si attendono ancora le date di uscita di Jimmy’s Hall e Two Days, One Night, presenti sempre a Cannes) e Good Films. È così che vi vogliamo: solerti.
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RESISTENZA NATURALE: Andrebbe severamente punito chi ha elaborato la locandina italiana dell’interessante documentario di Jonathan Nossiter. Frutto di un photoshop mal riuscito, lo spirito naif nulla ha a che vedere ad esempio con la bella locandina francese, semioticamente pregna, che vedete sotto. Dopo i titolisti (ultimo caso eclatante: Favola di Gaza trasformato in Un insolito naufrago nell’inquieto mare d’Oriente, sic!), adesso tocca fare i conti con i locandinisti.
Resistenza naturale: locandina francese.
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